Il maestro ideale: traduzione e analisi dell'Institutio oratoria di Quintiliano
II maestro come secondo padre: traduzione e analisi del testo dei versi presenti nel II libro dell'Institutio oratoria di Quintiliano
Indice
Institutio oratoria di Quintiliano
Marco Fabio Quintiliano, oratore romano e maestro di retorica, è l'autore del trattato Institutio oratoria, dedicato a Vittorio Marcello e composto da 12 libri. In questa opera, Quintiliano, si occupa della formazione dell'oratore e suggerisce i suoi metodi educativi. Nel II libro, Quintiliano si sofferma nella descrizione e definizione della figura del maestro ideale.
Di seguito la traduzione e l'analisi dei versi in cui Quintiliano descrive il maestro ideale.
Il maestro come secondo padre: traduzione
Prenda dunque prima di ogni cosa davanti ai suoi discepoli l’aspetto di un genitore e si convinca si succedere al posto di quelli, dai quali i figli gli sono affidati. Egli stesso non abbia né tolleri i vizi. Non sia arcigna la sua severità né dissoluta la sua compagnia affinché da una parte non derivi odio, dall'altra il disprezzo.
Frequentissimo sia il suo discorso sull’onestà e sul bene, infatti quanto più spesso ammonirà, tanto più raramente castigherà. Non sia affatto incline all’ira, né d’altra parte tralasci le correzioni che si dovranno fare, semplice nell’insegnare, resistente alle fatiche, assiduo piuttosto che esagerato. Risponda con piacere a chi lo interroga, ma stimoli di sua iniziativa quelli che non fanno domande.
Nel riconoscimento dei meriti degli allievi non sia né avaro né esagerato poiché una cosa genera insofferenza delle fatiche l’altra genera sicurezza eccessiva. Nel correggere gli errori non sia rude né arcigno, infatti proprio ciò allontana molti dal proposito di studiare, poiché alcuni docenti rimproverano così come se odiassero. Egli stesso dica qualcosa, anzi, molte cose dica ogni giorno che gli uditori ridicano tra sé e sé. Sebbene infatti dalla lezione derivino abbastanza esempi da imitare, tuttavia nutre più intensamente e specificatamente, quella viva voce del precettore, che come si dice, i discepoli, se almeno sono stati istruiti rettamente amano e venerano.
Il maestro ideale: analisi del testo
- Sumat – cong esortativo da sumo
- Existimet- cong esortativo
- Discipulos suos // succedere se- allitterazione
- A quibus proposiz relativa
- Tradantur è congiuntivo per attrazione modale perché dipendente dal cong esortativo
- Habeat ferat sit oriatur cong esortativi
- Da non ad oriatur i sintagmi sono costruiti con parallelismi ed ellissi dei verbi
- De honesto ac bono compl di argomento
- Plurimus superlativo di multus
- Ei dativo di possesso
- Saepius rarius sono forme superlative che insieme a plurimus sono una scelta morfologica che come turpissima in Seneca intendono aggravare il concetto enfatizzandolo.
- Tutto il periodo successivo è realizzato con sequenze asindetiche
- Emendanda è gerundivo con l’idea della perifrastica passiva contenuta nella relativa quae
- In docendo ablativo del gerundio con valore di limitazione
- Patiens regge il genitivo laboris ( queste aggettivazioni vi ricordano qualcosa?)
- Interroganti bus e non interrogantes creano poliptoto
- Respondeat et percontetur sono cong esortativi
- In laudandis… è compl di limitazione che quintiliano usa spessissimo con in e gerundio o gerundivo
- Quia introduce una causale con l’indicativo parit generare
- Altera altera è in anafora
- Quae corrigenda sunt perifrastica passiva
- Quod completiva epesegetica cioè completa e chiarisce il senso anticipato da id
- Quae relativa con valore consecutivo che giustifica il congiuntivo referant
- Licet più congiuntivo suppeditet- valore concessivoad imitandum finale con ad più acc del gerundio o gerundivo
Doveri degli allievi: traduzione
Quintiliano, dopo aver descritto il maestro ideale, descrive anche il dovere degli studenti, di cui riportiamo la traduzione.
Dopo aver esposto molte cose sui doveri degli insegnanti per ora solo ciò raccomando ai discepoli, che amino i loro precettori non meno degli stessi studi e li considerino non solo genitori dei corpi, ma anche delle menti. Questo rispetto molto gioverà allo studio, infatti così ascolteranno piacevolmente e crederanno alle parole e desidereranno essere simili, lieti e veloci accorreranno dunque nelle stesse riunioni di scolari, rimproverati non si adireranno, lodati gioiranno e si renderanno meritevoli grazie allo studio. Infatti, così come il dovere dei maestri è insegnare, così è dovere di questi mostrarsi docili, nessuna delle due cose senza l’altra è sufficiente.
Approfondimenti utili
- Quintiliano
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