L'Inghilterra sconfitta due volte agli Europei 2020 per razzismo e fair play
Una finale giocata come una partita di rugby, tifosi che fischiano l'inno della squadra avversaria, calciatori che si sfilano la medaglia del secondo posto e, ancora, razzismo contro i giocatori. Per i tifosi di tutto il mondo non è stato un el vedere.
Europei 2020
Bukayo Saka ha solo 19 anni e il ct inglese Southgate, forse sulla base di un algoritmo, gli ha affidato il compito più difficile di tutti gli Europei. Segnare l'ultimo rigore della finale contro l'Italia a Wembley davanti a 65mila spettatori e con gli occhi addosso di un Paese che dal 1966 sogna di vincere un trofeo internazionale nel calcio. Una pressione pazzesca. Dagli 11 metri Saka si è fatto ipnotizzare da Donnarumma, come in precedenza accaduto ad altri due calciatori di colore della nazionale inglese, Rashford e Sancho. "Sono stato male dopo il rigore sbagliato", ha confessato Saka dopo l'errore che ci ha visto trionfare in terra inglese. Ma la sua ferita ha poco a che fare con lo sport.
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L'ala dell'Arsenal ed i suoi due compagni sono stati vittime nelle ore e nei giorni successivi di odiosi insulti razzisti sui social. Un'ondata di fango si è riversata sui tre calciatori, la cui 'colpa' è stata sbagliare un tiro dal dischetto. Dopo alcuni giorni di silenzio, comprensibili per smaltire la delusione e la rabbia per gli insulti ricevuti, Saka è tornato sui social e l'ha fatto con un post dai toni pacati, lontano anni di luce come stile dalla violenza verbale che gli è stata riservata per il colore della pelle.
Il razzismo agli europei 2020
"Non lascerò che quel momento o la negatività che ho ricevuto questa settimana mi spezzino - ha dichiarato - Non voglio che nessun bambino o adulto debba ricevere i messaggi odiosi e offensivi che io, Marcus e Jadon abbiamo ricevuto questa settimana. Non c'è posto per il razzismo o l'odio di alcun tipo nel calcio o in qualsiasi area della società".
I commenti razzisti pubblicati da questi pseudo-tifosi sui social si sono subito trasformati in un caso politico in Inghilterra. Il leader del partito Labour all'opposizione, Keir Starmer, ha accusato il primo ministro Boris Johnson di non aver condannato esplicitamente i fischi ai giocatori che si inginocchiavano contro il razzismo prima del calcio d'inizio, avallando di fatto un certo tipo di comportamento. Alcuni giocatori della nazionale come il difensore Mings hanno accusato il ministro dell'Interno, Priti Patel, di aver aizzato gli animi per aver etichettato il messaggio antirazzista come 'gesto politico'. Johnson dal canto suo ha promesso il Daspo a vita per chi si renderà colpevole di abusi razzisti. Basterà?
Quella del razzismo è stata senza dubbio la pagina più brutta degli Europei, ma non l'unica. La vittoria dell'Italia sarà ricordata per i festeggiamenti che hanno fatto vibrare il nostro Paese, ma anche per lo scarso fair play dimostrato dagli inglesi prima e dopo la sconfitta. Dai fischi all'inno di Mameli ai pestaggi dei nostri tifosi, aggrediti da neo-hooligan, l'Inghilterra non ha dato prova di essere all'altezza richiesta da una competizione così importante, la prima dopo il lockdown mondiale.
La delusione per la sconfitta è stata seguita da un altro brutto episodio durante la premiazione.
Alcuni dei calciatori inglesi si sono sfilati dal collo la medaglia del secondo posto pochi secondi dopo averla ricevuta dal presidente dell'Uefa, Aleksander Ceferin. Un comportamento antisportivo e diseducativo che ha scatenato altre polemiche e che ha fatto il paio con quello dei reali presenti allo stadio, 'fuggiti' troppo in fretta secondo alcuni e, soprattutto, senza complimentarsi con i vincitori. Insomma se l'Inghilterra è sempre stata considerata la patria del fair play sono bastate poche ore per rovinare, forse definitivamente, un'immagine costruita attraverso i secoli.