Influenza spagnola: storia, caratteristiche, sintomi e come sparì

Caratteristiche, sintomi e morti dell'influenza spagnola. Storia della febbre spagnola che tra il 1918 e il 1920 uccise decine di milioni di persone
Influenza spagnola: storia, caratteristiche, sintomi e come sparì
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1Epidemia di spagnola: introduzione

Durante la pandemia di influenza spagnola l'Oakland Civic Auditorium fu trasformato in un ospedale per assistere i malati, 1918
Durante la pandemia di influenza spagnola l'Oakland Civic Auditorium fu trasformato in un ospedale per assistere i malati, 1918 — Fonte: getty-images

L’influenza spagnola, nota anche come la spagnola o grande influenza, fu una pandemia influenzale che si diffuse su scala mondiale alla fine della Prima Guerra Mondiale, tra gli anni 1918 e il 1920. Si considera la spagnola uno dei più gravi disastri sanitari sia per contagio che per mortalità: si stima che abbia infettato attorno a un mezzo miliardo di persone, mietendo circa quaranta milioni di vittime.

«Non c’è medico oggi a Milano che non sia costretto a un super-lavoro. L’influenza ha colpito in un momento difficile per varie ragioni, ma specialmente in causa della mancanza di medici: […] Le farmacie comunali, sulle quali pesa tutto il servizio dei poveri, hanno aumentato l’orario e fatto tutto il possibile per rispondere alle necessità del momento» Corriere della Sera, 17 ottobre 1918

2Epidemia di spagnola: la storia

La Spagnola del 1918. I volontari della Croce Rossa creano maschere durante la pandemia di influenza spagnola
La Spagnola del 1918. I volontari della Croce Rossa creano maschere durante la pandemia di influenza spagnola — Fonte: getty-images

In quanto non partecipante al conflitto della Prima Guerra Mondiale, la Spagna era priva della censura militare e, quindi, fu l’unica a fornire tempestivamente le notizie sanitarie sull’evoluzione dell’epidemia nel paese. Nel febbraio del 1918, l’agenzia di stampa spagnola FABRA comunica la comparsa di un’influenza a Madrid. Questa trasparenza diffuse l’immagine della Spagna come il paese origine del focolaio, ma non fu effettivamente così

Gli altri stati belligeranti, invece, obbligarono gli organi di stampa al silenzio circa la divulgazione dei dati epidemici, onde evitare un’ulteriore demoralizzazione della popolazione. Bisogna comunque considerare il fatto che i cittadini di questi paesi erano abituati alla censura dal 1914, messa in pratica dai governi all’inizio della Grande Guerra.

Secondo le ricerche, la prima ondata la si fa coincidere con un’influenza primaverile che colpì migliaia di persone negli Stati Uniti, con una mortalità di scarsa rilevanza. Durante la primavera del 1918, il virus si diffonde in quasi tutti gli accampamenti dell’esercito e lungo le strade di trasporto militare negli Stati Uniti.

Ad aprile del 1918, la spagnola fu riscontrata in Francia, sia tra le truppe franco-britanniche che nella popolazione civile. Nei mesi successivi dello stesso anno, l’influenza fu segnalata in Inghilterra e in Italia e, nello stesso momento, anche in Cina e in Giappone. Se la prima ondata ad alto contagio ne limitò l’operatività militare, la seconda, dell’autunno 1918, e la terza, della primavera 1919, invece uccise numerose persone in tutto il mondo.

3L’influenza spagnola: le caratteristiche

Una dattilografa indossa una mascherina durante la pandemia di influenza spagnola, 1918
Una dattilografa indossa una mascherina durante la pandemia di influenza spagnola, 1918 — Fonte: getty-images

Solo in seguito alla pandemia, nel 1934, si è potuto identificare il virus a RNA H1N1, appartenente alla famiglia dell’influenza A. Secondo gli studi, sembra che il virus della spagnola abbia avuto origine prima del 1918 e che, col salto di specie da aviaria a umani, acquisì un’incredibile capacità di trasmissione.

I sintomi principali della spagnola sono affini a quelli delle malattie influenzali, ovvero febbre, mal di gola, naso colante, dolori muscolari e alle articolazioni, tosse secca, diarrea, nausea e insufficienza respiratoria acuta. Solitamente i sintomi si presentano due giorni successivi alla infezione e spesso durano circa una settimana. Nei casi più gravi, si veniva colpiti da una polmonite batterica che portava prima ad uno stato di delirio e poi al decesso in pochi giorni o in poche ore; in quelli più positivi, doveva confrontarsi con una lunga convalescenza.

Dalle cronache dell’epoca, si parla dell’influenza spagnola che non risparmiava nessuno: colpiva tutti indistintamente dall’età, dal sesso e dalla condizione sociale, tanto le truppe militari al fronte quanto la popolazione civile nelle città. La malattia prese anche il nome di “morbo crudele” per le moltissime vittime tra i giovani e gli adulti.

I recenti studi effettuati affermano che i decessi avvenivano per complicazioni date dalla spagnola. È necessario tenere da conto che il contesto in cui il virus si è diffuso, ossia la guerra, la malnutrizione, i campi medici e gli ospedali sovraffollati, la scarsa igiene, le cura inadeguate e l’impossibilità di chiudere le vie di trasporto e di comunicazione, contribuirono notevolmente ad aumentare la percentuale di mortalità.

4L’influenza spagnola: le ipotesi sulle origini

Virus H1N1: responsabile della pandemia dell'influenza spagnola, 1918. Nel 2005, il centro nazionale per le malattie infettive del dottor Terrence Tumpey, Cdc, è riuscito a ricostruire questo virus da un'influenza aviaria trasmissibile tra esseri umani
Virus H1N1: responsabile della pandemia dell'influenza spagnola, 1918. Nel 2005, il centro nazionale per le malattie infettive del dottor Terrence Tumpey, Cdc, è riuscito a ricostruire questo virus da un'influenza aviaria trasmissibile tra esseri umani — Fonte: getty-images

La comunità medico-scientifica sta ancora dibattendo sull’origine della spagnola del 1918. Ancora non è chiara la relazione tra il ceppo virale primaverile del 1918 negli Stati Uniti con il virus che si scatenò nell’autunno dello stesso anno con esiti catastrofici.

L’ipotesi più accreditata come luogo di principio di diffusione fu quella dove si segnalò una forma influenzale non grave nei primi di marzo, in diverse fattorie della contea di Haskell, in Kansas. Proprio nei pressi di quegli allevamenti vi era il Camp Funston, oggi col nome di Fort Riley, una base di addestramento militare con migliaia di reclute destinate all’imbarco per l’Europa. In pochi giorni, si contagiarono centinaia di soldati.

Gli epidemiologhi che basano le loro ipotesi sul salto di specie sono quelli che sostengono che l’origine del virus di spagnola era, da una parte, la Cina meridionale, portata dagli immigranti asiatici in USA e in Europa, oppure, dall’altra, un allevamento di pollame nell’Utah, negli Stati Uniti. Infine, altri ancora pensano che il principio della pandemia fu il campo militare e ospedale di Étaples, in Francia.

«Neppure lontanamente possa ritenersi efficace a limitare in qualche modo il diffondersi del malanno» Giuseppe Bellei, Conferenza tenuta alla Società Medico-Chirurgica di Bologna nell’Adunanza Scientifica, 18 marzo 1919.

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