L'infanzia: tema di Pedagogia
Tema di pedagogia sull'infanzia. Sviluppo di un elaborato che parte dalla traccia del Rapporto del 1997 sulla condizione dei bambini in Italia, che definisce il bambino "un individuo con la testa di Einstein e il corpo di un pulcino”.
Indice
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Tema sull'infanzia: traccia
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1 - Le terapie da adottare per liberare gli adulti dalla paura
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2 - La differenza tra “paura di …” e “paura della paura”
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3 - Un’ ipotesi di intervento pedagogico che restituisca al bambino le sue reali dimensioni
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Un aiuto in più per i tuoi temi
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Altri temi svolti per la scuola
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Podcast: come scrivere un tema
Tema sull'infanzia: traccia
Il “rapporto 1997” sulla condizione dell’infanzia nel nostro Paese, mette in rilievo il divario che esiste tra conoscenze enciclopediche e la scarsità di esperienze del bambino di oggi, definito un individuo “con la testa di Einstein e il corpo di un pulcino”. Questa definizione nasce dalla “paura del traffico, dell’inquinamento, dei pedofili, alla paura della paura, per cui i bambini sono sempre sorvegliati dagli adulti". Al candidato viene chiesto, con riferimento anche agli studi compiuti, di illustrare:
- Le terapie da adottare per liberare i grandi, gli adulti dalla paura;
- La differenza tra “paura di …” e “paura della paura”;
- Un’ipotesi di intervento pedagogico che restituisca al bambino le sue reali dimensioni;
1 - Le terapie da adottare per liberare gli adulti dalla paura
Gli adulti sono spesso portati dalle proprie paure a proteggere eccessivamente i propri figli, con la conseguenza negativa di limitarne lo sviluppo e renderli incapaci di affrontare la realtà in maniera autonoma. Sicuramente un rapporto di aperto dialogo, basato ovviamente sulla sincerità, potrebbe aiutare il genitore ad essere costantemente partecipe della vita del figlio ed evitargli in tal modo molte paure, derivanti dal non sapere. E’, però, anche necessario che il genitore permetta al proprio figlio di imbattersi anche in situazioni, che seppur spiacevoli, gli saranno di fondamentale aiuto per lo sviluppo della propria personalità e per il raggiungimento di una maturità. E’ pur vero che molte di queste paure sono legate a fenomeni sociali particolarmente dilaganti, quale la pedofilia e non è, inoltre, da sottovalutare la possibilità che molto spesso le paure possono derivare da esperienze vissute nella propria infanzia ed adolescenza, che vengono inevitabilmente ad influenzare il rapporto con i figli. A tal proposito potrebbe aiutare un rapporto di armonia all’interno della coppia, in cui ciascuno riesca a comprendere in maniera empatica l’altro e mediante ciò possa aiutarlo a superare determinate paure, in un rapporto, quindi, di coeducazione. Potrebbero anche aiutare incontri con altri genitori con i quali condividere i propri timori e in cui si possa usufruire anche di un’assistenza psicologica.
2 - La differenza tra “paura di …” e “paura della paura”
Le paure dei genitori non sempre sono paure concrete, ma paura della paura stessa, che conduce a proteggere eccessivamente ed ossessivamente il bambino, precludendogli molte esperienze di fondamentale importanza per il proprio sviluppo e impedendogli, quindi, di vivere. Come riteneva il pedagogista Neill, infatti, qualsiasi intervento punitivo o repressivo fa insorgere nel bambino sentimenti negativi, come la paura o l’odio, distruggendo il naturale processo di sviluppo. Le paure dei genitori possono originarsi da esperienze infantili negative, ma anche da fenomeni sociali di cui i mass media parlano costantemente.
3 - Un’ ipotesi di intervento pedagogico che restituisca al bambino le sue reali dimensioni
A livello familiare, il bambino può sviluppare pienamente la propria personalità solo mediante uno stile educativo di tipo autorevole, nel quale le norme, stabilite in virtù di determinati valori, siano flessibili in base alle esigenze. Il bambino non viene abbandonato a sé stesso, ma guidato e sorvegliato a distanza, senza precludergli esperienze fondamentali per la sua crescita.
E’ in altri termini l’educazione negativa di cui aveva parlato Rousseau: il bambino dovrà essere lasciato libero di compiere tutte le esperienze necessarie, la cui mancanza lo condurrebbe a diventare grande senza la “capacità di distinguere la destra dalla sinistra”, come lo stesso Rousseau afferma. Il bambino sarà libero di sbagliare e messo nelle condizioni di imparare dai propri errori. Sono principi che in parte si ritrovano nella pedagogia montessoriana: la maestra “direttrice” rimane in disparte, limitandosi a dirigere e guidare lo svviluppo del bambino, predisponendo le condizioni necessarie.
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