Lo stage o tirocinio formativo secondo quanto regolamentato dalla Legge 196/97, conosciuta come "pacchetto Treu", fu pensato per studenti delle scuole superiori, universitari, inoccupati e invalidi, intenzionati a inserirsi o re-inserirsi in nuovi ambiti professionali, tramite una formula mista di formazione-lavoro. Tale strumento dovrebbe portare giovamento a tutte le parti in causa: il tirocinante acquisisce nuove competenze e l'azienda ha il vantaggio di poter assumere alla fine del percorso un soggetto fortemente motivato, che lei stessa ha contribuito a formare.
La fine di uno stage però non sempre corrisponde con la firma di un contratto tra azienda e tirocinante. Questo perchè la legge non lo prevede, come non prevede alcuna retribuzione e contribuzione. Le "maglie larghe" del dispositivo legislativo permettono alle aziende di utilizzare gli stagisti come forza lavoro a titolo assolutamente gratuito e temporaneo, con l'aggravante di essere facilmente sostituibili e ricattabili. Inoltre la legge non definisce gli ambiti lavorativi sottoponibili a tirocinio, che nel tempo è stato applicato anche a profili professionali i quali in realtà non necessitano di un così lungo periodo di affiancamento e formazione, come cassieri/e, commessi/e, camerieri, magazzinieri, segretarie.
Che lo stage sia ormai un dispositivo logoro e abusato lo dicono i numeri: quasi l'80% degli stagisti che abbiamo interpellato non è stato in seguito inserito in azienda. Di questi il 21% ha fatto due o più stage senza alcuna offerta di contratto e il 15% ha trovato un lavoro, solo successivamente, in un'altra società.
Le testimonianze
Oltre i numeri anche le testimonianze degli utenti non lasciano dubbi: abbiamo raccolto le storie di stagisti addetti alle spedizioni, consulenti tecnici sulla sicurezza, camerieri, selezionatori del personale e tuttofare per produzioni televisive. Esperienze diverse, in ambiti diversi e con un unico risultato: nessuna assunzione alla fine degli stage e "rimborsi spese" nulli o che rasentano il ridicolo.
- Blu19 "ho fatto uno stage di 3 mesi (zero retribuzione, zero rimborsi) nella filiale di un'agenzia di lavoro interinale. Facevo chiusura e apertura dell'ufficio, avevo il codice dell'allarme oltre a tutte le password dei PC, accesso alle buste paga, ecc., quindi massima fiducia e completo assorbimento nell'organico. Alla fine dello stage non mi fu proposto il contratto per back-office perché mi dissero che la filiale era in crisi"...
- Ornella si chiede il perchè per potersi laureare deve obbligatoriamente svolgere un tirocinio formativo di 250 ore non retribuite presso un'azienda convenzionata con l'università: "chi lo spiega ai signori che fanno le leggi e alle aziende che ci sono studenti che già si fanno in quattro per pagarsi l'università? Io sono "costretta" a lavorare, sennò niente studi: ho un lavoro serale part-time in un bar, e quando mi capita lavoro anche come hostess di fiera. Perché il tirocinio non dovrebbe essere retribuito?"
- Maria Rita ha fatto uno stage presso la Grxxx Italia s.p.a, società di produzione televisiva che realizza, tra l'altro anche "Distrxxxxxx": "Lavoravo otto ore al giorno e durante il periodo di registrazione si arrivava a 14 ore al giorno per 200 miseri € di rimborso spese. La nostra mansione principale era fare da baby sitter ai concorrenti del programma e fare telefonate stile call center. Alla fine non c'è stata l'assunzione nonostante io mi sia ammazzata di lavoro. A loro servivano solo galoppini da pagare meno di un runner regolarmente assunto."
Gli annunci
Abbiamo voluto verificare se le percentuali registrate e le tante testimonianze ricevute hanno un riscontro nella realtà. Monitorando per giorni web e giornali abbiamo trovato centinaia di annunci e in quasi tutti i settori. Tra i più interessanti e improbabili riportiamo:
- Stage a Modena come "Responsabile organizzatore corsi di Formazione. Il candidato si occuperà della ricerca e selezione di candidati che parteciperanno a corsi e master di formazione. Si richiede laurea in materie umanistiche, ottima cultura generale, predisposizione ai rapporti interpersonali, spirito di iniziativa e flessibilità. E' preferibile aver maturato almeno un anno di esperienza nell'ambito delle agenzie per il lavoro o enti di formazione". Qui si arriva al grottesco, un candidato con già un anno di esperienza dovrebbe essere disposto a organizzare master retrocedendo da precario a stagista! (guarda annuncio)
- "Nota Agenzia per il lavoro ricerca per la propria filiale di Roma uno/a stagista che si occupi di attività legate la piccola segreteria. Nello specifico la persona si occuperà di: accoglienza clienti, gestione di contratti, sistemazione ed archiviazione, reclutamento del personale. Si richiede: diploma di scuola media superiore, disponibilità full-time, buone doti organizzative e gestionali. E' previsto un rimborso spese pari a euro 260,00". Avete mai visto una segretaria che "recluta il personale"? (guarda annuncio)
- "Società della Provincia di Belluno cerca stagista con mansioni di selezione/amministrazione del personale". In poche parole uno stagista che sceglie e seleziona altri stagisti. E chi ci toglie il dubbio pungente che alla fine dello stage uno da noi prescelto non sarà il nostro sostituto?
- Guardate anche cosa abbiamo trovato passeggiando per le vetrine del centro commerciale della Stazione Termini: (il marchio e il nome dell'azienda sono stati criptati)
Il colloquio
A questo punto siamo voluti andare fino in fondo: mi sono finto neolaureato in Scienze della Comunicazione con l'aggiunta di un master in marketing e ho inviato decine di curricula a siti di grande aziende, agenzie interinali e bacheche web con offerte di lavoro. Dopo appena 2 giorni sono stato contattato per un colloquio. L'incontro si è svolto non in un ufficio o in un'agenzia, ma insolitamente al tavolino di un bar nei pressi della Stazione Termini di Roma. Il mio interlocutore stava selezionando stagisti magazzinieri, scaffalisti, repartisti e cassieri per una "grande catena di supermercati". In maniera molto chiara mi è stato detto che la formazione e il tutoraggio sarebbero stati brevissimi e che subito dopo (e per sei mesi!) avrei lavorato in piena autonomia, come e più dei dipendenti: 6 giorni su 7 domenica e festivi per circa 40 ore a settimana. Certezza dell'assunzione dopo lo stage? Nessuna. Anzi, viste le mie insistenti domande su contratto, retribuzione, turni e prospettive, mi è stato dato un consiglio utile e colorito: "Il candidato ideale per uno stage è un giovane speranzoso e volenteroso che non rompe le balle...".
Con chi ho parlato e perchè aveva il mio curriculum?
Visto che il misterioso selezionatore non si è neanche presentato ho scoperto la sua idendità e le sue intenzioni solo dopo il colloquio, triangolando numeri di telefono, mail inviate e un biglietto da visita con due differenti recapiti che mi ha svogliatamente allungato dopo mie insistenze. Ho interloquito con un responsabile d'agenzia di una nota società per il lavoro interinale, che anzichè nel suo ufficio mi ha "ricevuto" al tavolino di un bar. Perchè? Il solerte uomo d'affari svolge in parallelo anche un secondo remunerativo lavoro: ha fondato a suo nome una "società di consulenze aziendali" tramite la quale vende alle aziende che ne fanno richiesta i curricula più interessanti. Come gli è giunto il mio Cv? Io ne ho mandati parecchi e non saprei dire chi l'abbia ricevuto. Purtroppo neanche lui ha risposto alla mia domanda...
La "vendita" dei curricula alle aziende è una pratica legale e consueta. Abbiamo chiesto degli utili chiarimenti al Dott. Carzino, Responsabile generale della selezione di Punto.Lavoro S.p.A., un'agenzia per il lavoro interinale presente con varie filiali in quasi tutte le regioni: "E' inutile negarlo. Gli stagisti sono particolarmente appetibili, non solo per le agenzie interinali ma anche per le società che ne fanno uso. Gli stage sono diventati uno dei maggiori approcci dei giovani al mondo del lavoro. Spesso lo stage viene prorogato sino ai termini di legge per poter sfruttare un rapporto di lavoro vero e proprio in cambio di una mancata contribuzione e di salari bassissimi. Le agenzie interinali non possono offrire contratti che non siano a carattere subordinato, quindi noi non possiamo inquadrare lo stagista se non in somministrazione ma possiamo invece selezionare e offrire le "risorse" più adatte alle aziende che provvederanno a proporre lo stage. Le agenzie possono solo fare una "vendita di curricula" alle aziende, e cedono ogni singolo Cv a circa 100/300 €".
Come tutelarsi in caso di lavoro subordinato mascherato da stage? Cosa rischiano le aziende e cosa ci guadagna lo stagista?
Ormai è chiaro: dopo sondaggi, testimonianze, annunci e colloqui ci siamo convinti che l'impianto fondante degli stage è stato totalmente distorto a favore dell'ormai consueta ricerca delle aziende di lavoratori precari a costi sempre più bassi. Ma cosa fare dopo uno stage andato male? Rassegnarsi e cercare altrove o far valere le proprie ragioni?
Ministero del lavoro, Servizio centrale degli ispettorati, Direzione Generale della tutela delle condizioni di lavoro...
Abbiamo inviato svariate mail e telefonato con insistenza all'Ufficio stampa del Ministero del Lavoro, al Servizio centrale degli Ispettorati del Lavoro, alla Direzione Generale della tutela delle condizioni di lavoro e il risultato lascia spaesati e sconfortati. Pare che nessuno si occupi di stage e tirocini. Ci è stato detto che l'Ispettorato del lavoro non è l'organo preposto a controllare e che forse sarebbe meglio per gli studenti o gli interessati intentare cause di lavoro riferendosi ai sindacati. Ma al Ministero sanno che nonostante l'ottimo lavoro e il supporto, le molte sigle sindacali chiedono in cambio il tesseramento?
Abbiamo chiesto lumi alla Dott.sa Filomena Trizio, Segretaria Nazionale Nidil, sindacato dei lavoratori atipici appartenente alla CGIL: "In caso di palesi abusi il primo consiglio è quello di interrompere l'esperienza di stage anche prima del termine contrattuale e poi subito denunciare la questione agli uffici vertenze che sono presenti presso ogni sindacato e presso le camere del lavoro. Le sanzioni massime per l'uso improprio del personale sono l'assunzione a tempo indeterminato del tirocinante. Spesso la soluzione intermedia è la transazione tra le parti che genera un rimborso di tipo economico a favore della parte lesa. Se ci si rivolge alla Cgil e si è iscritti non costa nulla. I nostri patrocini legali sono gratutiti."
Qualcosa sta cambiando? Correttivi legislativi per tirocini e stage?
Poche settimane fa il Ministro del lavoro Cesare Damiano ha parlato di una futuribile "paghetta" per gli stagisti neolaureati.
L'intento è encomiabile ma purtroppo il termine "paghetta" (e non "paga" o "retribuzione") non è piaciuto proprio a tutti e soprattutto non risolverebbe il problema dei tanti che fanno stage per propria iniziativa personale, attraverso la scuola, o in seguito ad un master, e che con o senza "paghetta" non riescono ad ottenere un vero inserimento nel mondo del lavoro. Palliativi a parte servirebbe una svolta a livello legislativo, con la riscrittura della normativa o almeno con degli accorgimenti che facilitino il giusto utilizzo di questo strumento.
L'"atto di indirizzo" della Regione Lazio
Il buon esempio potrebbe giungere dall'operato della Regione Lazio, che nel maggio 2008 proporrà all'interno del Testo Unico sul lavoro un "atto di indirizzo" su tirocini e stage che dovrebbe disciplinare la materia almeno a livello locale. Ne abbiamo parlato con l'Assessore Regionale al Lavoro, alle Pari Opportunità e alle Politiche giovanili del Lazio, Alessandra Tibaldi: "Ci sono troppe imprese che vivono di tirocinanti, che si sottraggono all'impegno dell'assunzione e che trovano ogni volta un nuovo giovane che sostituisce il precedente. Abbiamo predisposto un tempo massimo di durata dello stage oltre il quale non saranno possibili proroghe e una banca dati per verificare la "storia" di ogni azienda. Per alcune professioni che non hanno bisogno di formazione, perchè di semplice apprendimento, saranno vietati stage e tirocini e cercheremo di sostituirli con delle assunzioni incentivate. Inoltre "ristrutteremo" l'Osservatorio sul lavoro che già esiste all'interno della Regione Lazio e mi piacerebbe che diventasse un organo interno all'assessorato, con compiti di vero monitoraggio, e con collaborazioni con esperti di altri istituti come Inail, Inps, Istat."