Ilaria Cocchi, le STEM per aiutare gli altri
Quando c'è la volontà c'è tutto: la storia di Ilaria Cocchi, laureanda in ingegneria biomedica che con le STEM vorrebbe aiutare gli altri
Stem Science Technology Engineering Mathematics
“Non conta il sesso ma il peso di una persona, le sue competenze, la sua prontezza e il suo carattere”. A dirlo è Ilaria Cocchi, laureanda in ingegneria biomedica alla Sapienza di Roma, appassionata di STEM, acronimo inglese di Science Technology Engineering Mathematics, che ha scelto di studiare Ingegneria Biomedica con l’intento di aiutare gli altri. “Fin da piccola amavo l’idea di diventare medico per aiutare le persone malate e sofferenti. Crescendo ho capito di non essere molto portata per diventare un buon medico”.
STEM A SCUOLA
Durante l’ultimo anno delle superiori poi, la scoperta della facoltà di Ingegneria Clinica, che all’inizio la intimoriva per la fama di essere troppo difficile, ma Ilaria si è lasciata guidare dalla sua curiosità per le STEM: “la curiosità di studiare come fosse possibile fare certe cose, come ad esempio vedere all’interno del corpo senza aprirlo, mi ha fatto vincere la paura”.
Una scelta, quella di Ingegneria Clinica per la triennale, fatta un po’ al buio, senza l’esortazione di insegnanti e senza un orientamento universitario adeguato: “Credo sia utile conoscere tutte le proprie possibilità e anche essere aiutati a capire le proprie inclinazioni da persone competenti. È però altrettanto importante non forzare la scelta e non far credere a qualcuno di non poter fare Ingegneria solo perché aveva 5 in Matematica. È importante considerare in cosa si è portati ma anche cosa piace”.
LA PASSIONE PER LE STEM
In famiglia la sognavano avvocato o economista ma Ilaria ha scelto di seguire le sue passioni senza perdersi d’animo e senza farsi intimorire dall’ambiente prevalentemente maschile che avrebbe trovato all’università e nel mondo del lavoro: “Non credo che ad oggi sia limitante essere un ingegnere donna. Ne conosco moltissime e anche molto affermate in ambito lavorativo”.
Ilaria è in cerca di un’azienda presso la quale scrivere la tesi di laurea magistrale, un’opportunità in più per guardare al mondo del lavoro e orientarsi tra le società che si occupano di manutenzione, assistenza e collaudo di apparecchiature biomediche. Per il suo futuro si augura di approfondire un’altra passione, quella per l’Economia e occuparsi della previsione della vendibilità di un’apparecchiatura biomedica in via di sviluppo o del bilancio di un ospedale. L'importante è trovare qualcosa per cui si è portati e per mettere in pratica tutti gli studi di questi anni: "sto cercando di unire ciò che mi piace, ciò per cui credo di essere portata e ciò per cui ho tanto studiato".
Dopo la laurea, il lavoro, magari anche all'estero ma solo "a patto però di farlo per una cosa che mi piace davvero e che mi possa dare quello che sto cercando". Anche se l'ideale è rimanere a Roma, per stare vicino a famiglia, findanzato e amiche. E sono proprio le persone quelle da cui trae maggiore ispirazione: "Non ho un personaggio di riferimento. Le mie fonti d’ispirazione sono i miei genitori e tutte le persone come loro che, pur partendo dal basso, hanno sempre lavorato sodo".
UN FUTURO NELLE STEM
Fra dieci anni Ilaria si vede con la stessa determinazione di ora e "a lavorare per una società che produce apparecchiature biomediche, in particolare mi vedo addetta o al bilancio della società oppure alla valutazione statistica di quali saranno le richieste future" ma senza trascurare la sua famiglia.
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