Il treno ha fischiato di Luigi Pirandello: analisi, personaggi, tempi
Il treno ha fischiato di Luigi Pirandello: analisi della novella. Personaggi, figure retoriche, tempo del racconto, punti di vista
Il treno ha fischiato
La novella Il treno ha fischiato di Luigi Pirandello narra un avvenimento apparentemente assurdo ed incomprensibile: l’improvviso scatto di follia di un pacato e laborioso impiegato, Belluca, chiuso in una monotonia di giorni sempre uguali, curvo sotto il peso di sacrifici ed umiliazioni e zimbello di un capo ufficio e di colleghi insensibili.
Belluca, il protagonista della novella, aveva ormai dimenticato che la vita era fatta anche di emozioni, gioie, sensazioni, fantasia e desideri. Così un giorno, all'improvviso, nella sua vita in cui nulla sembrava potesse cambiare, avviene qualcosa di incredibile.
Una notte, stremato per la stanchezza, non riesce però a addormentarsi e gli pare di sentire il fischio di un treno che corre lontano nel buio e distrugge la cappa opprimente sotto la quale si trascina da anni e che gli fa riaprire gli occhi sul mondo.
L’improvvisa felicità, ovviamente, trasforma Belluca in un pazzo agli occhi dei suoi colleghi.
Il treno ha fischiato: personaggi
Belluca è il personaggio principale della vicenda ed è caratterizzato sia direttamente attraverso dialoghi e descrizioni sia indirettamente, attraverso i comportamenti.
Belluca appare come un inetto, incapace di provare le gioie della vita, dedito unicamente all'adempimento dei propri doveri, succube degli ambienti che fanno da sfondo alle sue azioni: il lavoro, la famiglia, lo spazio esterno inteso come "mondo" al di fuori di lui. In quest’ambito Belluca è incapace di agire secondo i desideri personali, ma si limita a mettere in atto, sebbene meticolosamente, quanto gli altri pretendono da lui, o riescono ad imporgli.
Belluca è passivo e apatico, pur essendo sempre e instancabilmente in attività: il fischio del treno arriva come punto di rottura. Si tratta di un episodio in sé insignificante che fa riaffiorare alla sua memoria e gli fa desiderare, se pure in un sogno fantastico, quel mondo che lo aveva sfiorato "un tempo" e che la vita lo aveva costretto a dimenticare.
Il personaggio che all'interno del racconto ha il ruolo del narratore è un vicino di casa di Belluca, che va a trovare il protagonista dopo il ricovero all'ospizio. Nei fatti è un testimone esterno ai fatti, eppure non sentimentalmente estraneo: attraverso le sue parole e la sua guida il lettore capisce e interpreta la vicenda cogliendone le motivazioni profonde, e, più ancora, la sente e la soffre insieme a lui.
Il capoufficio, i colleghi, i familiari sono tutti personaggi secondari, utili non tanto alla storia in sé quanto alla conoscenza dell'ambiente in cui Belluca vive.
Tempo della storia e tempo del racconto
Tempo della storia
La vicenda si svolge nell’arco di tre giorni. La storia ha inizio in una notte in cui si verifica l'evento principale: Belluca sente il treno fischiare. Il giorno seguente il protagonista si reca, come di consueto, al lavoro, ma questa volta non è disposto a subire le angherie del capoufficio. Ha inizio così la presunta pazzia. Belluca in serata viene internato nell'ospizio dove riceverà il giorno dopo le visite dei conoscenti e del vicino di casa, che ha il ruolo di voce narrante.
Tempo del racconto
La narrazione ripercorre tutta la vicenda mediante un'ampia analessi e un'inversione temporale. Il lettore apprende la storia di Belluca attraverso una lenta ricostruzione della sua vita, che va a ritroso nel tempo.
La scena iniziale introduce il ricovero di Belluca in ospedale e le supposizioni dei colleghi d'ufficio sulle cause della "pazzia". Si apre qui la prima regressione analettica, dove alla retrospezione temporalmente definita si affianca una specie di excursus, una parentesi narrativa sulla vita e sulla personalità del protagonista.
Il racconto riprende successivamente la prima retrospezione, arricchendola con una seconda, con la quale si copre l'arco di un'intera giornata. Segue una scena dialogata tra Belluca e il capoufficio che si termina con il ricovero all'ospedale dell'impiegato che aveva sentito fischiare il treno, e la narrazione torna all'inzio del tempo del racconto.
Da questo punto in poi il narratore-testimone si presenta anche come personaggio della vicenda e, mentre va in clinica a trovare Belluca, i suoi pensieri si soffermano sul nuovo Belluca, mettendolo a confronto con quello che aveva sempre conosciuto, protagonista di una vita "impossibile". La parte finale del racconto riporta il discorso sul "presente" della vicenda, quando il narratore-testimone, dopo aver stilato una breve sintesi dei giorni precedenti fornisce una spiegazione logica e razionale alla presunta pazzia dell'uomo.
Il treno ha fischiato, punto di vista
Nell'arco della narrazione il punto di vista si alterna spesso. La novella inizia con l'annuncio che il protagonista sia impazzito. In questa fase del racconto, la prospettiva, espressa soprattutto attraverso il dialogo, è quella dei personaggi secondari: i medici, che parlano di febbre cerebrale, e i colleghi, che ipotizzano si tratti di pazzia, encefalite, meningite.
Già nella seconda sequenza però, emerge la voce del narratore, che puire ancora non conosciamo. Questi ipotizza che, "date le specialissime condizioni in cui quell’infelice viveva da tanti anni" il caso di Belluca "poteva anche essere naturalissimo" e il suo farneticare poteva non esserlo affatto, anzi, poteva essere la "spiegazione più semplice di quel naturalissimo caso".
Nella quarta sequenza ancora un mutamento della prospettiva: il narratore si fa portavoce delle valutazioni dei colleghi su Belluca ("Circoscritto… chi l'aveva descritto così? Uno dei suoi compagni d'ufficio.") e qui il suo giudizio si confonde con il loro.
Nella settima sequenza ("Chi venne.") ritorna il punto di vista del narratore: è a lui che Pirandello affida il compito di rivelare la verità, spiegando al lettore chi sia davvero Belluca.
Nella nona sequenza il narratore,che ora scopriamo essere un vicino di casa di Belluca, riferisce quanto lo stesso protagonista gli ha detto durante l'incontro all'ospizio: in questa sequenza narrativa, attraverso l'uso dell'indiretto libero, il narratore riporta il punto di vista, coincidente col proprio, del protagonista. Nella decima e ultima sequenza, racconta i propositi di Belluca per il futuro.
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