Il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi | Video

Il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi: guarda l'abalisi e la spiegazione del celebre componimento. A cura di Emanuele Bosi

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IL SABATO DEL VILLAGGIO DI GIACOMO LEOPARDI

Il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi: analisi e spiegazione a cura di Emanuele Bosi
Fonte: redazione

Siamo in un piccolo borgo vicino alla campagna. È il tardo pomeriggio di sabato, il paese è ormai già pronto a godersi la festa domenicale. In queste ore non succede nulla di particolare, se non che tutti i paesani portano avanti le proprie abitudini. Una ragazza torna a casa felice, mentre una vecchietta un po’ petulante resta seduta sulle scale ricordando la propria gioventù.

Forse l’hai riconosciuta, ma se non l’hai fatto ti aiutiamo noi: è l’ambientazione del Sabato del villaggio, una delle poesie più famose di Giacomo Leopardi. Questo componimento è carico di significati simbolici che andremo pian piano a vedere: insomma, una poesia tutta da scoprire.

Abbiamo parlato di due figure: una giovane felice e una donna anziana, piuttosto triste. Il motivo è molto semplice: la ragazza ha davanti a sé la giovinezza, così la domenica, ovvero il giorno della festa, è un’occasione per farsi bella ed essere corteggiata. Diverso è il caso della donna anziana, che per ogni giorno passato ricorda che il tempo scorre e la sua vita è sempre più breve.

Questa poesia probabilmente non è tra le più allegre di Leopardi. Ma anche qui c’è un lato ottimista: sì, perché la poesia leopardiana è sempre legata alla vita concreta, e offre sempre un insegnamento per affrontarla. Alla fine del componimento, infatti, Leopardi fa una raccomandazione ai giovani: godetevi oggi la vita, gioite, esultate, fate follie. Domani penserete alla vostra realtà adulta e sarete disillusi e disincantati, ma non è questo il tempo.

La poesia si compone di endecasillabi e settenari, raggruppati in quattro strofe di lunghezza differente. Le figure retoriche sono moltissime: tante metafore soprattutto riferite alla giovinezza…”età fiorita”…” stagion lieta”, e i sempre presenti enjambements, come “tristezza e noia / recheran l’ore”.

La ragazza viene definita donzelletta. Specularmente, abbiamo la vecchiarella: sono due vezzeggiativi, che rendono molto semplice il linguaggio. Perché leopardi sceglie termini così semplici? Beh, per rendere credibile il quadro che ci sta disegnando: ci sono i fanciulli, il legnaiuol, il garzoncello, e la ragazza tiene in mano un mazzolin di rose e di viole. Insomma: se chiudi gli occhi puoi vedere precisamente il villaggio che Leopardi ci descrive, non è vero?

Nel testo capiamo che il giorno sta lentamente degradando verso la notte. Ma quando il buio arriva, tutti dormono, tranne il falegname: lui continua a battere il martello come se fosse un metronomo che scandisce il tempo che passa. È un po’ come se Leopardi ci ricordasse che le feste, che danno un senso al tempo, sono però anche delle convenzioni illusorie, che l’uomo si è dato per regolare il suo ciclo di vita, ma che non sono proprie della natura. Hai mai visto un gatto festeggiare la domenica?

Ma c’è un altro simbolismo da tenere a mente: Leopardi mostra la gioia di un borgo nel giorno di attesa della festa.

Il sabato, insomma, è carico di quella proiezione del piacere che è proprio della visione filosofica di Leopardi. Si attende la domenica, ma quando questa arriva, la gioia svanisce. Perché? Perché si inizia a contare il tempo in attesa del lunedì, il giorno che segna l’inizio di una nuova settimana lavorativa. Pensaci un attimo: cosa preferisci tra il sabato e la domenica, pensando che il lunedì dovrai tornare a scuola?

Ma c’è di più: se il sabato è la giovinezza, la domenica è allegoria della fase adulta della vita, quella in cui si affacciano le preoccupazioni e la pesantezza dei doveri. Ecco perché il sabato è un giorno carico di piacere, quello in cui i giovani possono ancora sognare, mentre quelli un po’ più grandi iniziano ad essere più stanchi e meno felici.

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