Il razzismo negli USA: tesina
Tesina sul razzismo negli USA. Le origini del razzismo in America, la tratta dei neri e i movimenti per i diritti civili degli afroamericani
IL RAZZISMO NEGLI USA: TESINA
Il continente africano è stato sempre la terra più disprezzata dai Paesi sviluppati che, quindi, si sono sempre sentiti in diritto di sottomettere la sua popolazione e di colonizzare le sue terre. Il decadimento della popolazione africana iniziò intorno al ‘600. Infatti un secolo prima era stata scoperta l’America e, di conseguenza, era iniziata l’opera di colonizzazione europea. Per un periodo di tempo per coltivare le piantagioni americane venne impiegata la manodopera delle popolazioni locali; a causa della fame e degli stenti queste popolazioni si estinsero. A quel punto gli europei, avendo bisogno di manodopera, deportarono africani nelle piantagioni americane: iniziò la “tratta dei neri”. In due secoli questo fenomeno provocò 15 milioni di africani deportati e morti nelle piantagioni americane.
Dopo che i paesi africani si liberarono dai loro colonizzatori molti immigrati europei rimasero in Africa e svilupparono una società totalmente divisa da quella nera. Già discriminati nella vita economica e politica, i cittadini di colore potevano “liberamente” circolare nelle zone riservate ai bianchi solo se muniti del “necessario” lasciapassare. Inoltre, per ridurre statisticamente il numero dei neri nel paese e per sfruttarli meglio nel lavoro, il governo bianco aveva istituito 10 bantustans o patrie tribali, territori assegnati a varie etnie nere: erano vere e proprie riserve cui era concessa un’ampia autonomia, solo teorica. In effetti la loro economia e quindi la loro esistenza politica dipendevano dal Sudafrica: gli abitanti di quegli “stati-fantoccio” continuavano a cercare lavoro nel Sudafrica, ma come stranieri: non potevano così godere dei benefici assicurati ai cittadini Sudafricani di qualsiasi colore. Solo nel 1984, in seguito a un referendum riservato ai bianchi, il Sudafrica si dotò di un parlamento di tre camere elette da bianchi, meticci e asiatici: i neri (70% della popolazione) ne erano esclusi. L’effettivo smantellamento dell’apartheid cominciò nel 1990. Furono abolite le leggi pilastro del razzismo. Finalmente nel 1993 minoranza bianca e maggioranza nera elaborarono insieme la nuova costituzione, che stabilisce l’uguaglianza tra bianchi e neri: così le prime elezioni a suffragio universale hanno portato Mandela alla presidenza.
NELSON MANDELA
Nelson Mandela nacque a Umtata nel 1918. Egli si interessò della politica quando era ancora studente; insieme a Olivier Tambo, da allora suo fedele compagno di lotta, partecipò nel 1940 ad alcuni scioperi studenteschi che gli costarono l’espulsione dal college. Nel 1950 diventò presidente dell’African National Congress (ANC). Mandela nel corso della campagna di disobbedienza auspicò l’azione congiunta di tutti i gruppi razziali nella lotta contro la segregazione razziale. Nel dicembre 1952 venne arrestato e condannato a nove mesi di carcere ma la pena fu sospesa. Nel dicembre 1956 fu accusato di tradimento con altre 156 persone: il processo durò fino al 1961, ma nessuno venne condannato.
In seguito al massacro di Sharpeville nel 1960, nel quale la polizia sudafricana uccise 67 civili durante una manifestazione contro l’apartheid, l’ANC venne messo fuorilegge. Mandela andò in Nigeria dove si addestrò alla guerriglia, dopodiché andò a Londra dove incontrò gli altri leader della resistenza politica Sudafricana.
Tornato in Sudafrica fu arrestato per aver lasciato illegalmente il paese. Mandela fu condannato all’ergastolo Nel 1985 Mandela rifiutò la libertà condizionata. Il presidente De Clerk liberò Mandela nel febbraio 1990; nel 1991 il governo revocò l’ultima legge che regolava l’apartheid.
Per l’impegno dimostrato nel processo di democratizzazione del paese e di pacifica convivenza multirazziale, Mandela e De Clerk nel 1993 ricevettero il premio Nobel per la pace. Nel 1994 Mandela divenne il primo presidente nero del Sudafrica. Nel 1996 varò la nuova costituzione del Sudafrica. Nel 1999 Mandela lasciò la scena politica.
ABRAHAM LINCOLN
Abraham Lincoln nasce a Hodgenville, Kentucky, nel 1806. Nato da una famiglia di pionieri, intraprese gli studi giuridici, guadagnandosi ben presto una solida reputazione per la sua onestà. Nel 1833 fu eletto deputato al Parlamento dell'Illinois nelle file del Partito Whig. Ben presto divenne uno dei leader del partito e propose il trasferimento della capitale dello stato a Springfield, dove si stabilì nel 1837. Eletto al Congresso nel 1846, si oppose fermamente ma senza successo alla guerra con il Messico. In materia di schiavitù, pur essendo un antischiavista convinto, non condivise mai appieno la posizione degli abolizionisti: ciò cui egli aspirava era soprattutto la prevenzione di un'ulteriore diffusione della schiavitù, ma era un fermo assertore del diritto dei singoli di gestire i propri affari interni.
Nel 1856 entrò nel Partito repubblicano e nel 1858 ne divenne il candidato al Senato contro il democratico Douglas. Nel 1860 i repubblicani lo designarono come candidato alla presidenza, proponendo un programma politico fondato sulla restrizione della schiavitù, la concessione delle terre ai privati e la riforma dei dazi doganali. Lincoln ottenne la maggioranza dei voti elettorali ed entrò alla Casa Bianca. Subito dopo la vittoria, il South Carolina, seguito da altri sei stati del Sud, intraprese i primi passi per staccarsi dall'Unione. Lincoln si mostrò aperto al dialogo ma rifiutò di prendere in considerazione un'eventuale estensione della schiavitù. Il Crittenden Compromise, la soluzione di compromesso da lui proposta, non ottenne risultati favorevoli e nel febbraio del 1861 sette stati sudisti si separarono formalmente dall'Unione e costituirono la Confederazione degli Stati Uniti d'America.
Il 22 luglio del 1862, sia in risposta alle richieste più radicali, sia per esigenze diplomatiche, il presidente informò il Gabinetto della sua intenzione di emettere il proclama di emancipazione. Il proclama fu emanato tre mesi più tardi, il 22 settembre, dopo la battaglia di Antietam. L'emancipazione, che entrò in vigore il 1° gennaio 1863, liberò gli schiavi nelle regioni controllate dai ribelli e autorizzò la creazione di unità militari di colore. Lincoln, però, era determinato a porre l'emancipazione su una base permanente e nel 1864 propose l'introduzione di un emendamento contro la schiavitù nella Costituzione. Tale emendamento venne accettato dopo la sua rielezione, quando egli stesso utilizzò tutti i suoi poteri per assicurarne l'approvazione da parte della Camera dei rappresentanti (31 gennaio 1865).
Poche settimane dopo l’inizio del suo secondo mandato, Lincoln annunciò pubblicamente il suo sostegno al suffragio limitato per i neri in Louisiana.
Tale aperta presa di posizione contro i conservatori non poté che rafforzare i piani del fanatico sudista John Wilkes Booth, famoso attore che da tempo tramava contro il presidente. Preoccupato dall'eventualità che i neri potessero ottenere il diritto di voto, egli decise di procedere e il 14 aprile del 1865 ferì mortalmente Lincoln nel Ford's Theatre a Washington.
JOHN FITZGERALD KENNEDY
John Fitzgerald Kennedy (Brookline, Massachusetts 1917 - Dallas 1963), 35° presidente degli Stati Uniti (1961-1963). Nato in una ricca famiglia dell'alta borghesia cattolica, si laureò ad Harvard nel 1937; combatté con valore nella seconda guerra mondiale e al termine del conflitto aderì al Partito democratico, candidandosi con successo alla Camera dei rappresentanti nel 1946. Nel 1952 ottenne un seggio al Senato e nel 1960, quando ormai aveva assunto la leadership del partito, si candidò alla presidenza del paese in coppia con il vice Lyndon B. Johnson. Alle elezioni sconfisse il candidato repubblicano Richard Nixon e si insediò alla Casa Bianca.
Sul piano della politica interna il neoeletto presidente si impegnò nella lotta alla disoccupazione con un imponente programma sociale di sussidi e aumenti salariali; vennero incrementati anche gli investimenti nella ricerca scientifica e nei programmi spaziali e le spese per la difesa militare, con la conseguente crescita delle commesse per le industrie belliche.
Nell'autunno del 1963 il presidente cominciò a organizzare la campagna per la propria rielezione; l'impegno per favorire l'integrazione razziale e garantire il diritto di voto ai neri aveva suscitato un crescente malcontento e gruppi di ispirazione razzista avevano provocato gravi episodi di violenza. Il 22 novembre, mentre attraversava la città di Dallas a bordo di una limousine scoperta, Kennedy venne colpito e ucciso da un colpo di arma da fuoco sparato da lunga distanza.
La notizia del suo assassinio suscitò un'immensa emozione sia nel paese sia nel mondo intero. Poche ore dopo la sua morte, venne arrestato un ex marine, Lee Harvey Oswald, che due giorni più tardi fu a sua volta assassinato mentre veniva trasferito da un carcere ad un altro. Nel settembre del 1964 il presidente della Corte Suprema Earl Warren pose fine alle indagini stabilendo che il presidente era stato ucciso da Oswald, che aveva agito da solo, ma la sentenza non mancò di sollevare molti dubbi, tuttora insoluti. Fra le varie ipotesi, confermate anche dalle dichiarazioni di numerosi testimoni, si fece strada quella di un complotto a fini politici ordito forse dalla mafia o da esuli cubani.
MARTIN LUTHER KING
Martin Luther King (Atlanta 1929 - Memphis 1968), pastore battista e uomo politico statunitense, uno dei più importanti leader del movimento dei neri americani per i diritti civili e principale sostenitore della resistenza non violenta alla segregazione razziale. Ordinato pastore nel 1947, durante gli studi si imbatté nelle opere di Gandhi, le cui idee divennero il nucleo della sua filosofia di protesta non violenta. Nel 1954 accettò la nomina di pastore di una chiesa battista a Montgomery (Alabama). In quello stesso anno, la Corte Suprema degli Stati Uniti decretò illegittima la segregazione razziale nelle scuole statali e, in attesa di quella decisione, la segregazione venne sfidata in tutti i luoghi pubblici degli stati del Sud.
Nel 1955 King guidò il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery: lo scopo era quello di protestare per l'arresto di Rosa Parks, una donna di colore che si era rifiutata di cedere il proprio posto a un passeggero bianco. Nel corso della protesta, durata 381 giorni, King fu arrestato e imprigionato, e fu minacciato di morte più volte. Il boicottaggio terminò nel 1956 con la sentenza della Corte che dichiarava illegale la segregazione razziale sui trasporti pubblici della città: l'evento rappresentò una grande vittoria per il movimento di protesta non violenta e il prestigio di Luther King aumentò notevolmente.
Recatosi in India nel 1959, egli comprese più chiaramente la satyagraha, il principio della persuasione non violenta sostenuto da Gandhi, che King era deciso a utilizzare quale principale strumento di protesta sociale. L'anno seguente rinunciò al suo incarico a Montgomery per diventare pastore della chiesa battista di Ebenezer, ad Atlanta, ciò che gli permise di dedicarsi più attivamente alla direzione del nascente movimento per i diritti civili. In quello stesso periodo la leadership nera, che in precedenza si era limitata a promuovere cause e a proporre la riconciliazione, stava subendo una profonda trasformazione e chiedeva il cambiamento "con ogni mezzo possibile". Emersero nuovi movimenti e gruppi più radicali, come i Black Muslims di Malcolm X, il Black Power e le Black Panthers, portatori di differenti ideologie e metodi di lotta contro il razzismo. Tuttavia il prestigio di King garantiva che la non violenza, per quanto non universalmente accettata, restasse il metodo ufficiale di resistenza.
Nel 1963 Luther King condusse un'intensa campagna per i diritti civili a Birmingham, in Alabama, e altre in tutto il Sud, che aveva come obiettivi l'iscrizione dei neri nelle liste elettorali, l'abolizione della segregazione razziale, il miglioramento della qualità dell'istruzione e degli alloggi. Durante queste dimostrazioni non violente, il leader fu arrestato più volte. Il 28 agosto 1963 guidò la storica marcia su Washington e pronunciò il famoso discorso che iniziava con le parole "I have a dream" (Ho un sogno). Nel 1964 fu insignito del premio Nobel per la pace. Il 4 aprile del 1968 venne assassinato a Memphis, nel Tennessee, da un sicario; le circostanze della sua morte sono ancora oscure.