Attendendo Elena di Gabriele d'Annunzio: analisi del testo
Analisi del testo di un brano tratto dal primo capitolo del famoso romanzo Il piacere di Gabriele d'Annunzio: l'attesa dell'amante
ATTENDENDO ELENA DI GABRIELE D'ANNUNZIO
Il brano L’attesa dell’amante o Attendendo Elena è tratto dal primo capitolo del romanzo Il piacere di Gabriele d’Annunzio, che ha come protaogonista un alter ego dell'autore, il giovane Andrea Sperelli.
Sperelli, esteta raffinato e coltissimo, è completamente estraneo alla barbarie dei tempi moderni e dedito a fare la propria vita come si fa un’opera d’arte.
Nel primo capitolo, il protagonista incontra un importante amore del suo passato: la bella Elena Muti.
L'ATTESA DELL'AMANTE: ANALISI DEL TESTO
Possiamo suddividere il brano in diverse sequenze:
- Nella prima si ha una descrizione di una Roma urbana e malinconica, al tramonto nell’ultimo giorno dell’anno
- Nella seconda l’attenzione è puntata sull’arredamento della casa del protagonista, di cui si descrivono materiale e colore. La casa è pervasa da un odore di legno aromatizzato, che rievoca alla mente di Sperelli i tempi felici in compagnia dell’amante. D'Annunzio ricorda la tensione di ogni singolo muscolo mentre era intenta ad impilare i pezzi di legno nel camino, l’abitudine “ di spargere i petali dei fiori sul tappeto dopo aver fatto l’amore e la grazia con la quale porgeva i piedi all’amante per farsi annodare le stringhe. L’arrivo imminente della donna è atteso ma anche doloroso, proprio perché riporta alla mente del protagonista il momento del loro addio.
IL PIACERE: PROTAGONISTI E STILE
Andrea Sperelli incarna pienamente alcuni aspetti di D’Annunzio, ed è al tempo stesso tutto ciò che lui vorrebbe essere ma non è. Come l’autore, il protagonista è giovane, raffinato e piacente, ma anche nobile e ricco. Inoltre, mentre uno è seduttore talvolta timido, o cinico, l’altro è legato ai vincoli della vita coniugale.
La novità di questo romando è il narratore in terza persona singolare, che sottolinea spesso la debolezza del protagonista, e la sua eterna scissione tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere, tra ciò che sente e ciò che mostra.
Appare evidente come D’Annunzio abbia voluto rimarcare la dualità dell’animo umano nella vita. Il narratore, inoltre, è onnisciente e spesso integra e puntualizza il punto di vista dei personaggi.
Lo stile adottato nel “Piacere” è raffinato ed elegante. Le parole sono ricercate proprio come il protagonista. Molto frequente è l'uso di forme arcaiche, descrizioni, ricchezza di particolari tipicamente estetici. Solo talvolta appare breve e incisivo.
Il registro linguistico è aulico ed eloquente tipico dell’autore, e contribuisce a creare una atmosfera ricercata. La tecnica del flashback viene spesso usata per rendere la narrazione dinamica.
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