Il Partenone: storia e stile del simbolo dell'architettura greca dedicato alla dea Atena
Indice
1Cos'è il Partenone?
Il Partenone è un tempio greco periptero octastilo di ordine dorico. Situato nell’acropoli della città di Atene e dedicato alla dea greca Atena, il Partenone è tanto un’icona moderna quanto una rovina antica, simbolo celebre della civiltà greca e classica.
Nonostante l’enorme importanza che il Partenone ha avuto sia nel passato che nel presente, questo edificio ha attraversato vicende complicate e travagliate. Se abbiamo attualmente la fortuna di visitarlo è perché, nel corso dei due millenni, son sempre comunque emersi fascino e riverenza nei confronti del Partenone.
2Storia antica
2.1Genesi greca
L’edificio attuale del Partenone sorge su un primo tentativo di costruzione del santuario, tra il 490 e il 488 a.C., dedicato ad Atena Parthenos. Ma solo durante il governo di Atene di Pericle, con il suo «programma edilizio pericleo», il tempio fu realizzato per come lo conosciamo oggi.
Sostanzialmente terminato nel 432 a.C., il Partenone fu progettato da Ictino (V secolo a.C.), Callicrate (470-420 a.C.), Mnesicle (V secolo-432 a.C.) e infine da Fidia (490-430 a.C.). Quest’ultimo ne diresse il cantiere, si occupò delle decorazioni scultoree e della realizzazione della statua colossale criselefantina della Atena Parthènos (438 a.C.), collocata nel nàos del tempio.
2.2Età romana
Le testimonianze principali dal mondo antico del Partenone sono quelle di Pausania (110 ca-180 ca) e quelle di Plutarco (46/48-125/127), i quali fornirono notizie importanti sul tempio, sulle sue vicende edilizie e sulle decorazioni scultoree.
Durante la tarda antichità, il Partenone ebbe delle vicende difficili: più volte subì diversi danni a causa di incendi, di terremoti e di conflitti armati. Fortunatamente, gli imperatori romani e le autorità locali si prodigarono nel rifacimento dell’edificio.
Il Partenone sopravvisse al decreto di distruzione dei templi pagani del 435 di Teodosio II (401-450) e fu convertito in una chiesa cristiana presumibilmente nel VI secolo, prendendo il nome di Maria Parthenos (la Vergine Maria) o Maria Theotókos (Maria madre di Dio).
3Medioevo
3.1Periodo bizantino
Durante il periodo bizantino, il Partenone fu comunque una delle mete più importanti del pellegrinaggio cristiano dell’impero, non tanto per le reliquie presenti ma quanto per l’edificio in sé: infatti, una delle visite più rilevanti fu quella del 1018 dell’imperatore Basilio II (958-1025) il quale, a seguito alla vittoria contro i bulgari, venne al Partenone con l’intenzione di pregarci dentro.
Il XII secolo fu il periodo in cui il Partenone ebbe la maggiore importanza come chiesa: in parte era anche dovuta alla festività della Theotokos (Madre di Dio) che probabilmente si festeggiava annualmente. Diversi autori dell’epoca testimoniano anche il miracolo di una luce divina all'interno dell’edificio.
3.2Regno crociato
Dal XII al XV secolo Atene fu soggetta ad una serie di scorrerie mercenarie, occupazioni militari e concordati diplomatici: con la Quarta crociata del 1205, la città greca passò in mano ai Franchi, poi ai Catalani e, successivamente, alla famiglia fiorentina degli Acciaiuoli.
Nonostante lo stato degradante di Atene, una certificazione della bellezza eterna del Partenone la si ha con i racconti del vescovo ortodosso Michele Coniata (1138-1222) dell’erudito Niccolò da Martoni (XIV sec.) e dell’umanista Ciriaco d’Ancona (1391-1452).
4Modernità e contemporaneità
4.1Dominazione turco-ottomana
A seguito della Caduta di Costantinopoli del 1453, per mano del sultano turco Mehmet II (1432-1481), Atene passò sotto il controllo musulmano nel 1458. In questa fase, l’Acropoli fu trasformata in una base della guarnigione ottomana, cambiando anche la destinazione d’uso degli edifici lì presenti.
La conversione del Partenone in moschea non avvenne immediatamente. I primi resoconti più completi con questa nuova destinazione furono quelli di Evliya Çelebi (1611-1684) e quelli di Jacob Spon (1647-1685) e George Wheler (1651-1724), i quali affermarono che la struttura restò sostanzialmente invariata.
La Repubblica di Venezia, aiutando l’impero asburgico, assediò Atene nel 1687. Per difendere la città, i turchi collocarono la loro polveriera all’interno del Partenone. Le truppe veneziane bombardando il sito, colpirono il Partenone, sfregiandolo prima e facendolo esplodere poi.
4.2Il Partenone e le incursioni britanniche
A seguito del bombardamento e dell’esplosione rimasero in piedi poche colonne e parte del frontone ovest più o meno intatto: il Partenone divenne una rovina. Non essendo più un edificio di uso quotidiano, i suoi resti divennero una fonte di approvvigionamento di materiale di costruzione o di saccheggi di conoscitori.
Bisogna inquadrare in questo contesto la raccolta delle antichità greche presenti nell’Acropoli ateniese, soprattutto del Partenone, effettuata dal diplomatico inglese Lord Elgin (1766-1841). L’operazione di estrazione e di trasporto dei reperti, seppur molto criticata, durò dal 1801 al 1811. I marmi furono inviati in Inghilterra, ora custoditi al British Museum di Londra.
4.3Attualità
A seguito della proclamazione dell’indipendenza della Grecia nel 1832 si provvide a risistemare l’area dell’Acropoli ateniese. Si tentò di ricostruire filologicamente il possibile, con i materiali lì a disposizione, ed eliminando gli edifici medievali e rinascimentali presenti.
I cantieri di restauro furono avviati con l’architetto tedesco Leo von Klenze (1784-1864) a cui succedettero gli ephori dell’Acropoli Ludwig Ross (1806-1859), Kyriakos Pittakis (1798-1863) e Panayotis Eustratiades (1815-1888). La prima fase di restauri terminò nel 1902, sotto la supervisione di un comitato internazionale.
Il cantiere di riedificazione del Partenone fu diretto dall’ingegnere greco Nikolaos Balanos (1860-1943) il quale lo ricostruì integralmente conseguendo risultati controversi: se, da una parte, negli anni Trenta del Novecento si poteva ammirare il tempio nella sua interezza; dall’altra il rifacimento non seguì la filologia e furono anche adottati materiali di costruzione ferrosi che con il tempo spaccò la muratura che dovevano invece consolidarla.
Nel 1970 intervenne l’UNESCO per la salvaguardia del Partenone. Fu istituito un nuovo comitato internazionale di supervisione alla conservazione e al restauro dell’intera Acropoli ateniese. Tuttora il grandioso progetto di restauro è in corso con ottimi risultati.
5Caratteristiche del Partenone
5.1Struttura
Il Partenone, costruito con marmo pentelico, è un tempio greco di tipo periptero octastilo, quindi con il colonnato esterno di ordine dorico, che poggia sopra lo stilobate, composto da otto colonne sul lato corto mentre ne ha diciassette su quello lungo.
Anche i colonnati interni sono dorici, i quali chiudono i due lati corti, creando così due ambienti porticati: a est il pronao e a ovest l’opistodomo. Tra quest’ultimo e il naos c’è una stanza rettangolare che ospita quattro colonne ioniche. Infine il naos contiene un altro colonnato dorico disposto ad U che circonda l’Atena Parthènos.
La progettazione e la costruzione del Partenone seguono il canone del rettangolo aureo che esprime la sezione aurea. Infatti, ciascuna parte dell’edificio è legata dal rapporto matematico di 4/9. Inoltre, sono state applicate delle correzioni ottiche per correggere le deformazioni visive che ha l’occhio umano.
5.2Decorazione
La decorazione scultorea in altorilievo del Partenone era affidata a Fidia, coadiuvato dai suoi allievi. Le novantadue metope del fregio dorico esterno ospitavano i seguenti temi: la Gigantomachia a est, la Iliou persis a nord, l’Amazzonomachia a ovest e la Centauromachia a sud.
Sempre realizzata in altorilievo da Fidia e collaboratori, il fregio ionico, lungo 160 metri di cui però sopravvivono 130 metri, è collocato lungo le pareti esterne del naos. Vi sono diverse interpretazioni delle raffigurazioni del fregio: quello più accreditato è che fosse la messa in scena di un avvenimento comunitario solenne legato al culto della dea Atena.
Infine le sculture di Fidia, realizzate in una sequenza di arsi e tesi, nei frontoni rappresentavano: a ovest, la storia della nascita di Atena uscita dalla testa di suo padre Zeus; mentre a est la disputa tra Atena e Poseidone per il possesso di Atene e dell’Attica.