Il Gattopardo: scheda libro
Scheda libro de Il Gattopardo, celebre romanzo scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa tra la fine del 1954 e il 1957. Ambientazione e tematiche principali
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Il Gattopardo: scheda libro
Nel 1954 Giuseppe Tomasi di Lampedusa iniziò a scrivere il romanzo Il Gattopardo, oggi considerato un classico senza tempo, un vero e proprio capolavoro della letteratura italiana, diventato celebre anche grazie alla riproduzione cinematografica di Luchino Visconti.
L’autore, nato nel 1896 e scomparso nel 1957, di origini nobili e con il titolo di duca di Palma e principe di Lampedusa, si ispirò alle vicende e alla storia del suo bisnonno per la stesura del romanzo. Il titolo Gattopardo si riferisce al felino raffigurato sullo stemma dell’illustre famiglia siciliana Salina, a cui appartengono i protagonisti dell’opera. Il romanzo inizialmente venne rifiutato dalle principali case editrici, infatti, l’opera sarà pubblicata postuma nel 1958. La trama intreccia le vicende della famiglia Salina con le trasformazioni sociali e politiche del periodo del Risorgimento, offrendo un'analisi profonda della società siciliana in quel contesto storico.
Il Gattopardo: genere letterario
Il Gattopardo si inserisce nella tradizione del romanzo storico: l’opera è ambientata in Sicilia, esattamente nel Regno delle due Sicilie, sotto il dominio Borbonico, stravolto dal Risorgimento e dall’arrivo dei Mille. Gli eventi personali dei personaggi, come l’amore di Tancredi per Angelica, si intrecciano agli avvenimenti storici come lo sbarco dei garibaldini a Marsala. La storia si sviluppa lungo un arco temporale che va dal 1860 al 1910.
Il Gattopardo: ambientazione
La scelta di ambientare la storia in Sicilia è mirata a presentare il punto di vista del principe Salina, che coincide con quello dell'autore-narratore. L'immobilismo della Sicilia nell'Ottocento assume un ruolo fondamentale nel dipingere una visione del mondo estremamente pessimistica e priva di speranza.
La citazione "tutte le manifestazioni siciliane sono manifestazioni oniriche, anche le più violente: la nostra sensualità è desiderio di morte, desiderio di immobilità voluttuosa. Questa violenza del paesaggio, questa crudeltà del clima, questa tensione continua di ogni aspetto" riflette la percezione del mondo del principe Salina.
Il Palazzo Salina a Palermo e la Tenuta di Donnafugata
Il palazzo dei Salina a Palermo diventa un simbolo della situazione precedente ai cambiamenti politici, mentre la tenuta di Donnafugata rappresenta il cambiamento stesso, ma anche una nostalgia per i ricordi passati. L'opposizione tra questi due luoghi riflette la separazione tra la vecchia nobiltà e le forze del cambiamento che caratterizzano il contesto storico descritto nel romanzo.
Questa opposizione si percepisce nella descrizione dei due pranzi avvenuti nelle due dimore. Il pranzo nella villa di Palermo è dipinto con scrupoloso dettaglio, seguendo tutte le regole che prescrivono un banchetto principesco. Tuttavia, questa sontuosità segna la conclusione dell'era in cui la nobiltà deteneva un'importanza predominante. La cena a Villa Salina è descritta con uno sfarzo sgualcito, in linea con lo stile del Regno delle Due Sicilie di allora.
Il numero imponente dei commensali da solo conferiva grandiosità alla tavola, coperta da una tovaglia finemente rattoppata. Il principe stesso si occupava di servire la minestra, un'attività che, seppur faticosa, simboleggiava la responsabilità autorevole del capofamiglia. Al contrario, durante il pranzo a Donnafugata, oltre alla famiglia Salina, vi partecipava anche quella del sindaco Sedara, segnalando l'unione tra un nobile e un contadino arricchito e, di conseguenza, il cambiamento nella situazione politica.
Le descrizioni del paesaggio, in particolare il sole e la polvere che bruciano e appassiscono l'ambiente circostante, assumono un valore simbolico, esprimendo l'immobilismo del mondo siciliano.
Il Gattopardo: tematiche principali
Il tono pessimistico del romanzo emerge attraverso il punto di vista dell'autore, espresso principalmente attraverso i monologhi interiori e i discorsi del principe Fabrizio Salina. Il tema principale del romanzo ruota attorno al rifiuto dei Siciliani di accettare i cambiamenti, un concetto esplicitato nel dialogo tra il principe e Chevalley. Questa conversazione riflette l'impossibilità reale di modificare la situazione siciliana: il cambiamento si traduce soltanto nella cessione del potere alla borghesia arricchita, con cui l'aristocrazia è costretta ad allearsi.
Tuttavia, questa trasformazione non costituisce un progresso, poiché i borghesi subentrano agli aristocratici senza portare con sé valori migliori. Al contrario, si rivelano essere individui avidi di denaro, destinati anch'essi a soccombere. Il tema principale diventa quindi una riflessione sulla vita e soprattutto sulla morte, considerata dall'autore come unica speranza.
La risposta del principe a Chevalley evidenzia il fatto che i Siciliani non cambieranno; continueranno a rimanere immobili, poiché le varie dominazioni straniere nel corso del tempo hanno bloccato la loro iniziativa, generando solo inerzia, immobilismo e annientamento. Dopo la morte del principe, il romanzo si conclude con un'immagine delle figlie ormai anziane che svuotano il solaio degli aggetti, diventati ormai inutili ricordi.
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