Il futurismo: caratteristiche e sintesi

Caratteristiche e riassunto del Futurismo, il movimento artistico e culturale italiano nato nel XX secolo con il Manifesto di Marinetti.

Il futurismo: caratteristiche e sintesi
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FUTURISMO: CARATTERISTICHE E RIASSUNTO

Futurismo: caratteristiche e riassunto
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All’interno della civiltà decadente si sviluppa in Italia il futurismo, manifestazione palese della crisi tra l’800 e il ‘900. Esso riconsidera il ruolo della poesia e la figura dell’intellettuale e del poeta nella società. Il futurismo vede nella poesia lo strumento per esaltare con ottimismo l’era industriale, la bellezza della tecnica e della tecnologia, del movimento, della macchina e della corsa. Esso si organizza intorno a vari manifesti teorici che ne definiscono le caratteristiche in ogni campo. Propone non solo innovazioni nell’ambito letterario o figurativo ma anche un nuovo stile di vita sotto l’influenza delle riviste fiorentine del periodo.

Il futurismo è il rifiuto del presente e della società borghese, si esalta la macchina, la tecnica, la grande industria, la velocità e l’aggressività. I futuristi vogliono abolire la poesia nostalgica, il sentimento romantico e l’ossessione per il passato; inneggiano alle innovazioni, sono prepotenti, dinamici, chiassosi, esaltano il caos e le grandi città, sono sempre protesi verso un domani esaltante. I futuristi vogliono distruggere musei, biblioteche, accademie. Essi non risolvono il rapporto dell’artista con il mondo attraverso la fuga dal reale ma incentrandola sull’aggressività e sull’industrializzazione. Il manifesto principale che pose le basi per lo sviluppo del futurismo fu quello pubblicato su “Le Figaro” nel 1909 da Filippo Tommaso Marinetti (Manifesto del Futurismo), in cui si celebra il movimento, l’azione, il gusto violento, la guerra e la virilità, disprezzando la donna e il femminismo.

Il futurismo di sviluppa dal 1900 al 1945 e si può dividere in tre periodi:

  1. 1909-1912: futurismo in fase di sviluppo dove si sente una certa influenza del decadentismo simbolista. Questo nuovo movimento di espande tramite la pittura, la scultura, la musica, il teatro, l’architettura, le riviste, i manifesti. Il suo criterio principale è l’interasticità.
  2. 1912-1915: i futuristi devono schierarsi politicamente, ci sono due fratture: gli interventisti, la maggioranza, guidati da Marinetti; e gli interventisti moderati, che non appoggiano la modernità futurista di Marinetti. Sono guidati da Papini e Palazzeschi, si distaccano dai milanesi.
  3. Il futurismo entra in politica, aderisce in maggioranza al fascismo fondando associazioni come “Roma futurista”. I futuristi vedevano il fascismo come un modo per realizzare le loro idee violente.

TEMATICHE DEL FUTURISMO

  • Lotta contro ogni forma di passatismo, visto come un nemico di tutte le novità e che deve essere eliminato: si deve guardare solo verso il futuro e verso nuove invenzioni.
  • Ammirazione per la velocità e per la dinamicità, che devono essere percepite da ogni uomo come un nuovo stile di vita che sempre più moderno, gli permette di comunicare e costruire con mezzi sempre più semplici e rapidi grazie alle nuove invenzioni tecnologiche.
  • Ammirazione per la continuità perché il futurismo non deve mai fermarsi, ma deve avanzare all’infinito.
  • Esaltazione della guerra, vista come un modo positivo di scatenare le energie primordiali, di promuovere le nuove macchine per un futuro nuovo.
  • Raggiungimento di un’arte totale dove tutti in temi futuristi aderiscono ad ogni aspetto della vita umana.

FORME DEL FUTURISMO

I temi del futurismo richiedono forme nuove.

Marinetti propone una nuova forma pubblicando il “Manifesto Tecnico della Letteratura Futurista”:

  • “Bisogna distruggere la sintassi disponendo i sostantivi a caso, come nascono”.
  • “Si deve usare il verbo all’infinito che può dare il senso della continuità della vita”.
  • “Si deve abolire l’aggettivo, perché il sostantivo conservi il suo colore essenziale”.
  • “Si deve abolire l’avverbio che conserva alla frase una fastidiosa unità di tono”.
  • “Ogni sostantivo deve avere il suo doppio, cioè deve essere seguito, senza congiunzione, dal sostantivo a cui è legato per analogia. Bisogna fondere l’oggetto con l’immagine che esso evoca”.
  • “Abolire la punteggiatura. Per accentuare certi movimenti e indicare le loro direzioni si useranno segni della matematica e segni musicali”.
  • “Analogie sempre più vaste. Le immagini non sono fiori da scegliere e da cogliere con parsimonia, come diceva Voltaire. Esse costituiscono il sangue stesso della poesia. La poesia deve essere un seguito ininterrotto di immagini nuove senza di che non è altro che anemia”.
  • “Non ci sono categorie d’immagini. Per dare i movimenti successivi d'un oggetto bisogna dare la catena delle analogie che esso evoca, ognuna condensata, raccolta in una parola essenziale”.
  • “Bisogna disporre le immagini secondo un maximum di disordine”.
  • “Distruggere nella letteratura tutto l’io, cioè tutta la psicologia. Sostituire la psicologia dell'uomo, ormai esaurita, con l'ossessione lirica della materia”.
  • “Bisogna introdurre nella letteratura il rumore, il peso e l’odore”.
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FILIPPO TOMMASO MARINETTI

Marinetti, poeta e romanziere, nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1876. Trascorre qui i primi anni di vita con i genitori che convivevano. A 17 anni in collegio scrive una rivista, per la quale viene minacciato poiché secondo i gesuiti trattava vicende scandalose. Si diploma a Parigi e si iscrive col fratello maggiore Leone alla facoltà di legge a Pavia. Il fratello muore e ciò fa abbandonare l’università a Marinetti che decide di dedicarsi alla letteratura. Nel 1902 muore la madre, colei che lo aveva sempre incoraggiato come poeta. A Parigi entra in contatto col liberty e con gli intellettuali dell’epoca. Marinetti è sempre stato un amante della velocità: nel 1908 viene trovato in un fossato fuori Milano poiché per evitare due ciclisti era uscito di strada con l’automobile. Quando viene estratto è un uomo nuovo, vuole chiudere i ponti col passato, distruggere musei, biblioteche, accademie, glorificare la guerra, la patria e disprezzare la donna.

Nel 1909 Marinetti pubblica il Manifesto della Letteratura Futurista, letto in tutta Europa. Nel 1910 scrive il suo primo romanzo, Mafarka il futurista. Marinetti trova alleati inattesi: tre giovani pittori (Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo) decidono di aderire al movimento.

Quando scoppia la prima guerra mondiale si arruola dalla parte dell’intesa ma viene ferito. Parteciperà poi alla battaglia di Caporetto. Dopo la guerra fonda il Partito Politico Futurista e aderisce ai fasci di combattimento.

Diventa un seguace di Mussolini firmando anche il Manifesto degli intellettuali fascisti. Parteciperà come volontario alla guerra di Etiopia del 1936 e addirittura a 66 anni, alla spedizione dell'ARMIR in Russia. Torna in Italia stanco e malato; muore a Bellagio nel 1944.

PAROLE IN LIBERTA’

Parole in libertà è uno stile letterario introdotto dal Futurismo in cui le parole che compongono il testo non hanno alcun legame grammaticale-sintattico fra loro e non sono organizzate in frasi e periodi. Viene abolita la punteggiatura, gli accenti e gli apostrofi. I principi e le regole di questa tecnica letteraria sono state scritte da Marinetti nel "Manifesto tecnico della letteratura futurista" nel 1912 e riprese anche nel successivo "Distruzione della sintassi/Immaginazione senza fili/Parole in libertà" del 1913.

«Ora supponete che un amico vostro dotato di questa facoltà lirica si trovi in una zona di vita intensa (rivoluzione, guerra, naufragio, terremoto ecc.) e venga, immediatamente dopo, a narrarvi le impressioni avute. Sapete che cosa farà istintivamente questo vostro amico lirico e commosso? ... Egli comincerà col distruggere brutalmente la sintassi nel parlare. Non perderà tempo a costruire i periodi. S'infischierà della punteggiatura e dell'aggettivazione. Disprezzerà cesellature e sfumature di linguaggio, e in fretta vi getterà affannosamente nei nervi le sue sensazioni visive, auditive, olfattive, secondo la loro corrente incalzante. L'irruenza del vapore-emozione farà saltare il tubo del periodo, le valvole della punteggiatura e i bulloni regolari dell'aggettivazione. Manate di parole essenziali senza alcun ordine convenzionale. Unica preoccupazione del narratore rendere tutte le vibrazioni del suo io» (Parole in libertà di Filippo Tommaso Marinetti in Distruzione della sintassi/Immaginazione senza fili/Parole in libertà). Un esempio di utilizzo di parole in libertà è dato dal libro "Zang Tumb Tumb" di Filippo Tommaso Marinetti.

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