Il fu Mattia Pascal | Video spiegazione

Il fu Mattia Pascal: video spiegazione dell'opera di Pirandello che tratta maggiormenete il tema dlela maschera, insieme a Uno, nessuno e centomila

Il fu Mattia Pascal | Video spiegazione
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IL FU MATTIA PASCAL: VIDEO

Mattia Pascal, prortagonista de Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello vive a Miragno, immaginario paese ligure dove il padre si è arricchito con il commercio marittimo e con il gioco d'azzardo. In questo paese, che presenta caratteristiche siciliane, Mattia lavora come bibliotecario.

La famiglia Pascal possiede beni e case, ma quando Mattia, il fratello e la madre vedova subiscono le ruberie di Batta Malagna, amministratore dei beni di famiglia nonchè zio di Romilda, moglie di mattia, le cose volgono al peggio. Ai dissesti familiari si aggiunge la crisi del rapporto tra Mattia e Romilda e dopo alcuni anni in cui si succedono tristi vicende come la morte delle loro gemelle, la morte della madre di mattia ed i contrasti con la famiglia di Romilda, Mattia si rende conto che nulla lo lega a Miragno e decide così di abbandonare il paese per rifarsi una vita in Francia.

Di passaggio a Montecarlo, si ferma al casinò dove diventa ricco in suguito ad una serie di vincite fortunate. Questa mutata condizione economica lo spinge a tornare a casa e riscattare le sue proprietà ma un nuovo fatto lo convince a proseguire nel suo intento di fuga.

Mentre è in treno legge per caso su un giornale che a Miragno è stato trovato nella roggia di un mulino il cadavere di Mattia Pascal. Sebbene sconvolto, si rende conto che ora più che mai può diventare qualcun'altro e così, con il nome di Adriano Meis, comincia a viaggiare assaporando una nuova vita e nuove esperienze. Ben presto si accorge però che senza stato civile, la sua nuova esistenza è misera.

Nel suo peregrinare si stabilisce a Roma in una camera ammobiliata e qui si innamora di Adriana, la figlia del proprietario di casa. Vorrebbe sposarla ma non può perchè la sua esistenza è fittizia e subisce ancora la sua mancanza di identità quando viene derubato da Terenzio Papiano ma non può denunciarlo perchè Adriano Meis per le istituzioni non esiste.

Sente allora che l'unico modo per uscire da questa situazione è quello di distruggere il personaggio che ha cercato di creare, e inscena un finto suicidio, quello di Adriano Meis.
Se ne torna così a Miragno, col proposito di vendicarsi di quanti lo hanno fatto soffrire, ora che è ricco e che non ha nulla da perdere.

Sono trascorsi due anni dalla sua partenza e viene a sapere che sua moglie Romilda si è sposata con Pomino e che i due hanno una figlia.

Decide allora di ritirarsi dalla vita e passa le sue giornate chiuso nella biblioteca dove aveva lavorato e dove scrive la sua triste storia. Si reca ogni tanto al cimitero per collocare fiori sulla sua tomba, consapevole di essere per sempre "il fu Mattia Pascal".

Il paesaggio e l'ambiente di quest'opera pubblicata nel 1904, ricordano la tradizione veristica del Verga. Tuttavia per Pirandello si tratta solo di un punto di partenza: in Mattia Pascal non appare infatti alcuna fierezza né per i possedimenti né per gli agi.

La novità strutturale principale di quest'opera è quella del narratore - protagonista, che ragiona sui suoi propri ricordi.

Siamo nei primi anni del Novecento e l'Europa assiste alla crisi dei principi positivistici e alla discussione della narrativa di tipo oggettivo. Molti giovani autori rifiutano il romanzo tradizionale proponendo miscugli di poesie e prosa. Pirandello usa ancora il meccanismo narrativo, modificandone tuttavia la struttura, dandogli un senso del tutto nuovo.

La narrazione del FMP parte "dalla fine", secondo il procedimento del racconto retrospettivo. E' lo stesso protagonista che ripropone la sua incredibile storia, dalla quale si considera ormai estraneo: tale estraneità - ribadita nei primi due capitoli – viene riaffermata anche nel corso della narrazione, così che abbiamo in realtà "persone" diverse davanti a noi: Mattia Pascal nella prima parte, Adriano Meis nella seconda, e il "fu Mattia Pascal" nella terza ed ultima parte.

Adriano Meis, la personalità costruita artificialmente per dare al personaggio nuova leggerezza e libertà, sarà distrutta quando ne verrà constatato il fallimento, e quindi si verificherà il crollo di tutta la
costruzione narrativa. Lungi dall'avere una maturazione, il protagonista del FMP sarà il simbolo di un itinerario verso la distruzione e l'annientamento.

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