Il covid sta mutando: cosa succede e quali sono le conseguenze
Il Covid-19 sta mutando: questa è l'ultima scoperta sul virus, che potrebbe compromettere gli studi avviati sui vaccini
COVID-19
Sta facendo scalpore nelle ultime ore una notizia che proviene dalla Danimarca, dove il governo danese ha annunciato che milioni di visoni verranno abbattuti, perché responsabili di trasmettere all'uomo una versione "mutata" del coronavirus, che renderebbe la malattia più contagiosa, e indebolirebbe gli anticorpi contro la malattia.
Ma cosa sappiamo finora su questa mutazione? Si tratta di una notizia certa? E quali conseguenze potrebbe avere sullo sviluppo di un eventuale vaccino? Cerchiamo di fare chiarezza.
MUTAZIONE COVID: LO STUDIO
Lo scorso 3 novembre Wired pubblicava la notizia di un primo studio peer reviewed da parte di:
Un team di ricercatori statunitensi [che] ha analizzato il genoma del coronavirus in oltre 5mila pazienti Covid-19 identificando fino a 285 punti di differenza rispetto al virus originale di Wuhan.
Cosa implica questa mutazione? A detta dei ricercatori, un maggior indice di contagiosità, ma non di mortalità. Nessuna delle differenze rilevate, infatti, darebbe un reale vantaggio alla sopravvivenza del virus, tranne una, la D614G, che a detta degli scienziati è proprio quella che lo renderebbe più contagioso.
Ma c'è un'altra questione, che riporta sempre Wired:
c’è anche una mutazione sempre nella proteina spike che dai loro esperimenti preliminare pare conferire al virus la capacità di eludere una certa tipologia di anticorpi neutralizzanti che il nostro organismo produce a seguito dell’infezione.
Gli scienziati stanno puntando l'attenzione proprio sullo sviluppo di queste mutazioni, per non rischiare di avere brutte sorprese nel rilascio del vaccino che, assicurano, per il momento non dovrebbe essere compromesso.
COVID: COSA SUCCEDE IN DANIMARCA COI VISONI
Cosa sta succedendo quindi in Danimarca? E perché questo preoccupa?
In Danimarca è accaduto qualcosa che era già accaduto in Olanda nel corso della prima ondata: è stato registrato un fenomeno inizialmente negato dagli scienziati, ovvero il passaggio della malattia non dall'uomo all'animale o da animale ad animale, ma dall'animale all'uomo. All'interno degli allevamenti di visoni, anche stavolta, come fu in Olanda alcuni mesi fa, il virus si è diffuso tra gli animali, e una sua versione mutata starebbe passando all'uomo attraverso di loro, compiendo il tanto temuto salto di specie.
Scrive il Corriere che:
Le autorità danesi hanno affermato che una variante del virus rilevata in 12 persone che avevano recentemente contratto l’infezione da visoni nel nord della Danimarca era così preoccupante da sollevare dubbi su quanto avrebbe funzionato bene in tutto il mondo un potenziale vaccino.
E aggiunge:
Lo Statens Serum Institute danese, il ministero per la salute pubblica e le malattie infettive, stima che il cinque per cento delle infezioni virali da Covid-19 tra persone nello Jutland settentrionale appartengano al nuovo tipo di mutazione del virus.
Il rischio, quindi, sarebbe che questa nuova mutazione comprometta quanto fatto finora per la ricerca di un vaccino, facendo nei fatti "ricominciare" la pandemia in Danimarca.
Ma abbiamo dati abbastanza certi che confermino questo salto di specie? A detta di Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell'Università Campus BioMedico, no. Ecco cosa scrive Globalist:
"Tutto è possibile, e il 95% delle malattie infettive ci arriva dagli animali, attraverso mutazioni.
Ma per poter dire che ceppi di coronavirus dai visoni, mutati, abbiano infettato l'uomo occorre isolare la sequenza genetica e confrontarla con quella degli animali e dell'uomo. Solo così si può individuare la mutazione. Al momento non è stato pubblicato un lavoro che dimostri questo fenomeno".
Di mutazione si era parlato qualche settimana fa anche per un'altra questione: la possibilità che la seconda ondata di Covid arrivasse, in forma mutata, dalla Spagna: la mutazione sarebbe stata poi identificata in altri 12 paesi europei.
Insomma: parlare a tutti gli effetti di una mutazione che possa compiere un salto di specie e possa compromettere l'efficacia degli studi su un vaccino, allo stato attuale è prematuro. L'unica cosa da fare per il momento è non lasciarsi prendere dal panico e restare in attesa di ulteriori studi.
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