Il battello ebbro: analisi e significato
Il battello ebbro: analisi e significato della celebre poesia di Rimbaud, scritta in prima persona e che racconta le vicende di un battello trascinato dalle onde
IL BATTELLO EBBRO DI RIMBAUD
Il Battello Ebbro di Arthur Rimbaud narra le visioni di un battello privo di equipaggio, abbandonato al suo destino e alle correntizi un maestoso fiume di un'esotica quanto lontana America. Il poeta sceglie il battello come impersonificazione guidandolo lungo il percorso poetico. L’imbarcazione ha la caratteristica di essere solo (privo del suo equipaggio) come se i bardotti indicassero il legame o ancor meglio i legami dell’uomo (nel caso specifico il poeta) con la società.
Non a caso Rimbaud sceglie un fiume incontaminato nella allor primitiva America simbolo di libertà e istinto naturale ad evadere dalla innaturale seppur rassicurante realtà sociale, ed è qui che il battello-uomo si lascia trasportare dalla nuova dimensione fatta di sensazioni intense ed estenuanti che vengono affrontate dallo scrittore come una barca che anela il mare eppur lo teme.
All’interno del testo inoltre il poeta riconosce e sottolinea il caos (fratello e sinonimo dell’inciviltà intesa come stato naturale) attraverso la visione di isole che vanno alla deriva evidenziando l’involontarietà di un processo che nel caso specifico è il percorso del poeta.
ANALISI
Molto importante inoltre è il processo di purificazione che è ben enunciato nel testo; l'autore infatti (come il battello privo di guida) non si degna della realtà e delle sue leggi per andare avanti nel suo viaggio (il viaggio del battello nel fiume) ma si lascia abbracciare e trascinare dal viaggio stesso per non contrastarne l'evoluzione. Probabilmente il testo poetico è riferito almeno in parte alle sue notorie esperienze con la droga. Rimbaud lasciandosi sopraffare dagli effetti delle sostanze allucinogene ne esalta le sensazioni negando ogni legame con la realtà. In questo abbandono poi sono state le acque a ripulire il battello dal vomito (intesa come i ricordi che sporcano l'animo del poeta) lasciato dagli uomini dell'equipaggio (intesa come realtà o meglio ancora come la moderna società capitalista). Per pulizia lo scrittore intende appunto quel procedimento di evasione dalla dimensione temporale e quindi dal ricordo, o meglio ancora dall'insieme di ricordi che creano in un ciclo infinito lo stato d'animo nel presente. Quindi l'uomo per purificarsi non deve pensare collocandosi nel tempo ma all'interno di una dimensione eterna, sospensiva, surreale.
Grazie a questi due processi (rottura della realtà e purificazione dell'animo) l'autore giunge all'ignoto, confuso ed affascinante ma allo stesso tempo imprevedibile, pieno di sensazioni aspre e forti più di ogni realtà. Molto importanti sono i versetti che descrivono in maniera fisica il mare (che sostituisce il fiume con l'avvento dell'ignoto cogliendo appieno il senso logico metaforico) e il paesaggio che lo circonda. Rimbaud infatti descrive fisicamente il paesaggio immedesimandosi nel pensiero comune quasi a contrastare e quindi evidenziare le sensazioni tutt'altro che fisiche da lui provate nel suo modo di vedere (inteso come vivere) la realtà; egli paragona l'ammirar del paesaggio con il veder il tempo che ai nostri occhi scorre. Nel seguire dei versi è da sottolineare come il poeta sia stato in grado di esprimere attraverso descrizioni di tipo visivo sensazioni e stati d'animo tutt'altro che visibili (e quindi ben descrivibili).
Egli infatti con descrivere il paesaggio non fa altro che descrivere il suo paesaggio interiore fatto di terrori, bellezze inquietanti e paure togliendo alle figure la loro dimensione fisica.
Parte cruciale del componimento probabilmente è la descrizione del seguitare di queste visioni-sensazioni che aumentano man mano la loro intensità emotiva ma soprattutto rendendo sempre più importante ma succube il viaggiatore ( lui stesso ) che inconsciamente sente il peso di tale intensità e sente il bisogno di tranquillità , elemento possibile solo con un brusco ritorno alla tanto odiata realtà (“Io rimpiango l’Europa dai balconi antichi”).
Da questo punto in poi il testo evidenzia il ritorno del poeta alla realtà. Rimbaud descrive appunto il ritorno stesso con l’assunzione di un tempo ben definito (il passato) in cui vengono espresse le considerazioni di un evento già avvenuto e che comunque ha una collocazione temporale. L’autore esprime in maniera chiara la caratteristica del viaggio nell’irrealtà privo di compromessi, che tutto di offre ma che comunque più prenderai e più chiederà in cambio; è un reciproco avvicinarsi che porta l’uomo a una totale sottomissione nei confronti del viaggio stesso ( “Ho veduto siderali arcipelaghi! Ed isole i cui deliranti cieli sono aperti al navigatore”).
STILE E COMMENTO
Ma l’evento del viaggio è troppo denso di emozioni fortissime a volte contrastanti tra loro e prima o poi stordiscono i sentimenti umani (o nel caso specifico quelli dell’autore) e creano nel navigatore una sensazione di panico che sfocia nel desiderio di realtà o in alcuni frangenti alla morte come soluzione di questo eterno disagio. In realtà comunque il poeta capisce che il bisogno che sente non quello di uscire dalla realtà (ambizione troppo forte per l’uomo comune) ma quello di eliminare il tempo o meglio ancora il ricordo, frutto del passato che rende invivibile il presente e angoscioso il pensiero rivolto al futuro.
Fondamentale all’interno del componimento poetico per quanto appena enunciato è l’esaltazione della gioventù, simbolo di speranza che pur se in mezzo all’orrido della vita e della società (specialmente quella capitalista) e quindi consapevole della realtà che lo circonda riesce per qualche strana alchimia a giocare in un fragile equilibrio, come una farfalla che nel pieno del suo splendore brilla incosciente della prossima morte quasi convinta che il tempo non esista ma vi sia l’eterno, e ciò si ricollega a quanto prima citato.(“Se desidero un’acqua d’Europa, è la pozzanghera nera e fredda dove verso il crepuscolo odoroso un fanciullo inginocchiato e pieno di tristezza lascia un fragile battello (se stesso) come una farfalla di Maggio”).
Nell’ultima strofa lo scrittore suggerisce qual è il quadro generale delle sue sensazioni, dei suoi viaggi e del suo pensiero:”L’uomo vuole fuggire e cerca il nulla come entità ideale”.
Infatti si può notare che l’autore oscilla dal desiderio di realtà e di evasione (viaggio) condizioni che si alternano di volta in volta fino a confondersi in un eterno e reciproco rincorrersi. Questo elemento di contrariazione e sovrapposizione è caratterizzante della poetica di Rimbaud, scrittore maledetto che forse più di tutti ha sviscerato gli elementi fondamentali della sofferenza dell’animo umano.
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