I regni romano-barbarici: cronologia e caratteristiche
Indice
1I regni romano-barbarici: elementi comuni
Con l'espressione regni romano-barbarici definiamo le formazioni politiche formatesi fra V e VI secolo sui territori dell’ex impero romano d’occidente, in seguito alle migrazioni dei popoli barbari dentro i suoi confini, alla loro integrazione come ospiti o federati e alla progressiva disgregazione dell’impero culminata nel V secolo.
I diversi popoli barbari istituirono una molteplicità di regni (i Franchi in Gallia, i Visigoti nella penisola iberica, gli Ostrogoti in Italia ecc.) declinando ciascuno a suo modo l’integrazione con i romani e la gestione del potere militare, amministrativo e giuridico.
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Nei libri di storia questi regni vengono chiamati alternativamente romano-barbarici o romano-germanici. Entrambe le denominazioni sono corrette. I popoli che si stabilirono nei territori dell’ex impero romano d’occidente e costituirono i nuovi regni del V e VI secolo erano chiamati dai romani “barbari”, secondo l’usanza, che risaliva già ai Greci, di indicare genericamente gli stranieri come coloro che non parlano la propria lingua (greco o latino a seconda del caso).
Gli stessi popoli però avevano una storia comune, risalente all’espansione degli Indoeuropei nell’Europa del nord. Fra le popolazioni germaniche si possono distinguere tre grandi gruppi – settentrionale, orientale e occidentale – che si differenziarono sempre di più nel corso dei secoli.
Torniamo al V secolo e alla formazione dei regni romano-barbarici che, pur avendo caratteristiche diverse gli uni dagli altri, avevano anche qualcosa in comune. Per esempio, in tutti i regni romano-barbarici si pose il problema di come conciliare le tradizioni dei popoli barbari con quelle romane. Nella maggior parte dei casi l’aristocrazia romana mantenne la gestione diretta dell’apparato amministrativo, mentre l’aristocrazia barbara deteneva il monopolio sull’apparato militare.
Secondo la tradizione dei popoli germanici, i re dei regni romano-barbarici erano guerrieri e capi militari ed erano legati alla cerchia dei loro “sudditi” tramite rapporti personali di fedeltà. Questa caratteristica costituiva una grande differenza rispetto all’organizzazione del potere della tradizione romana ed ebbe conseguenze rilevanti sulla formazione del sistema feudale durante il Medioevo.
In modi diversi, tutte le popolazioni che diedero vita ai nuovi regni romano-barbarici si confrontarono con il potere territoriale dei vescovi. Nel periodo di crisi dell’impero romano d’occidente e poi con la sua fine, le sedi vescovili rappresentarono infatti un elemento di continuità e contribuirono notevolmente a mantenere vive le città che andavano spopolandosi e impoverendosi. I re barbari che riuscirono a costruire un buon sistema di alleanze con i vescovi spesso riuscirono anche a dare maggior solidità ai loro regni.
2Il regno dei Franchi
I Franchi erano federati dell’impero dal 430 e vivevano fra il basso Reno (Franchi salii) e il medio (Franchi ripuarii), suddivisi in una molteplicità di tribù separate. Nella seconda metà del V secolo Clodoveo riuscì a riunirle sotto un unico regno.
Con Clodoveo e i suoi successori i Franchi conquistarono tutta la Gallia e diversi territori al di là del Reno, sottomettendo o scacciando le popolazioni di precedente insediamento (come i Visigoti in Aquitania).
Clodoveo seppe sfruttare in modo vantaggioso la presenza delle sedi vescovili cattoliche, con le quali si impegnò a costruire solide alleanze. Si convertì al cattolicesimo facendosi battezzare dal vescovo di Reims, legittimando così il proprio potere agli occhi della popolazione gallo-romana.
L’aristocrazia franca e quella gallo-romana riuscirono a integrarsi con successo, assimilando l’una le tradizioni dell’altra. Sul modello dell’ordinamento pubblico romano, il regno fu suddiviso in distretti, ciascuno amministrato da un rappresentante del re (conte). D’altra parte i Merovingi conservarono la concezione patrimoniale dello stato tipica della tradizione germanica, per cui alla morte di Clodoveo il regno fu suddiviso fra i suoi figli.
3Il regno dei Visigoti nella penisola iberica
“Goti” è il nome con cui venivano chiamate le tribù nomadi che dal III secolo si stabilirono nelle regioni comprese fra il Danubio e il Mar Nero. Erano suddivise in due gruppi principali che in seguito furono chiamati Visigoti (Goti occidentali) e Ostrogoti (Goti orientali).
Fra il IV e il V secolo, i Visigoti percorsero un lungo tragitto attraverso l’Europa per poi arrivare nella penisola iberica e costituire lì un regno che sarebbe durato fino all’arrivo degli Arabi. Nel IV secolo avevano ottenuto il permesso dell’imperatore d’oriente Valente di attraversare il Danubio, ma in seguito si erano scontrati con lo stesso imperatore nella battaglia di Adrianopoli (378), infliggendo una inedita e straordinaria sconfitta all’esercito romano.
All’inizio del V secolo i Visigoti arrivarono in Italia e guidati da re Alarico saccheggiarono i quartieri più ricchi di Roma nel 410, per affermare il proprio potere di fronte all’aristocrazia romana. Ottennero di potersi stanziare in Aquitania, nella Gallia meridionale, ma furono poi scacciati dai Franchi all’inizio del VI secolo.
Trasferitisi dalla Gallia nella penisola iberica, i Visigoti istituirono un regno con capitale a Toledo che durò fino all’arrivo degli Arabi i nel 711. Le tradizioni gallo-romane e ispaniche si integrarono bene con quelle dei Visigoti, che pure non si convertirono subito al cattolicesimo, come i Franchi, bensì mantennero più a lungo la fede ariana.
Come in altri regni romano-barbarici, anche nel regno dei Visigoti l’attività legislativa dei sovrani si ispirò alla tradizione romana, producendo codici di leggi scritte. Alla fine del V secolo, re Alarico II raccolse le norme giuridiche vigenti nella Lex Romana Visigothorum.
4Il regno degli Ostrogoti nel nord-est Italia
Il regno ostrogoto in Italia – durato dalla fine del V secolo alla metà del VI – fu segnato dalla figura di re Teodorico. Teodorico era stato cresciuto a Costantinopoli, presso la corte imperiale di Leone I ed era poi stato mandato in Italia con il suo popolo per volontà dell’imperatore d’oriente.
In Italia dunque Teodorico era sia re degli Ostrogoti sia patrizio per conto dei Bizantini, cioè comandante dell’esercito imperiale. Anche quando istituì in Italia un regno ostrogoto, la sua duplice appartenenza si rifletté nell’organizzazione politico amministrativa. I funzionari romani mantennero il governo dell’apparato amministrativo, mentre i Goti occuparono le cariche militari e giuridiche.
Teodorico riunì presso la sua corte alcuni dei più importanti “intellettuali” del tempo, che avrebbero avuto un’immensa influenza sui secoli successivi, tanto da poter essere considerati i «padri culturali dell’Europa» (J. Le Goff).
Tra questi era Cassiodoro, autore delle Institutiones divinarum et saecularium, un’enciclopedia delle scienze profane ad uso dei monaci. Cassiodoro contribuì ad aprire la strada all’elezione dello studio come attività principale della vita dei monasteri.
L’altro grande intellettuale al servizio di Teodorico era Severino Boezio, che tradusse alcune opere logiche di Aristotele, le sole che il Medioevo conoscerà fino al XII secolo. Coinvolto in una congiura, Boezio finì in prigione e lì scrisse la sua opera più famosa, la Consolatio philosophiae. Si tratta di un testo in versi e prosa, in cui l’autore dialoga con la personificazione della Filosofia su una molteplicità di argomenti filosofici.
5I regni anglosassoni
Nella parte orientale penisola britannica, nello stesso V secolo in cui si costituivano i regni di cui abbiamo già detto, un insieme di popolazioni di origine germanica chiamate Anglosassoni fondarono una molteplicità di regni regionali (Northumbria, East Anglia, Mercia, Essex, Sussex, Wessex, Kent), spingendo le popolazioni britanniche a migrare verso ovest.
Le popolazioni Anglosassoni mantennero inizialmente le proprie tradizioni religiose, reintroducendo il paganesimo in una Britannia che era stata cristianizzata in epoca romana. La prima operazione di cristianizzazione fu avviata da un monaco di nome Agostino, per volere del re del Kent Etelberto, alla fine del VI secolo. Risale ad allora la fondazione della sede vescovile di Canterbury (di cui Agostino fu il primo vescovo), che avrebbe giocato un ruolo tato importante nella storia del cristianesimo britannico dei secoli successivi.
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Domande & Risposte
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Quali erano le caratteristiche dei regni romano-barbarici?
Erano guerrieri e capi militari ed erano legati alla cerchia dei loro “sudditi” tramite rapporti personali di fedeltà.
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Quali sono i popoli barbarici?
I Franchi in Gallia, i Visigoti nella penisola iberica, gli Ostrogoti in Italia.
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Cosa sono i regni romano-barbarici?
I regni romano-barbarici sono le formazioni politiche formatesi fra V e VI secolo sui territori dell’ex impero romano d’occidente, in seguito alle migrazioni dei popoli barbari dentro i suoi confini.
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Perché si chiamano regni romano-barbarici?
Perché sono i popoli che si stabilirono nei territori dell'ex impero romano d'occidente.