I principi fondamentali dell'Illuminismo
Illuminismo: descrizione dei principi fondamentali di questo movimento politico, culturale e sociale nato nella seconda metà del Settecento
Indice
Introduzione
L'Illuminismo è stato un movimento politico, culturale e sociale oltre che filosofico che si è sviluppato in Europa intorno al XVIII secolo.
Sebbene i germi culturali di questa rivoluzione abbiano visto la loro nascita in Inghilterra, il movimento illuminista ebbe il massimo sviluppo in Francia, nazione in cui ha attecchito maggiormente e portato alle conseguenze più importanti.
Il nome deriva dal fatto che gli esponenti di questo movimento cercarono di illuminare la via dell'umanità, allontanando le tenebre dell'ignoranza e soprattutto della superstizione che per secoli avevano ammorbato il pensiero e la società, impedendole di svilupparsi a pieno.
In questa lista vi spieghiamo i principi fondamentali dell'illuminismo.
Critica della ragione
L'illuminismo ha cercato di adattare alla filosofia il metodo newtoniano, affidando alla ragione il compito di determinare i propri limiti e i propri strumenti.
Un'idea deve essere verificabile sul terreno e non solo derivante da una speculazione astratta. Secondo gli illuministi tutti gli uomini sono in grado di sviluppare il loro pensiero, ma tendono a non farlo per pigrizia e per paura, restando così incapaci di maturare le loro capacità.
L'esperienza è alla base di tutto e solo dall'osservazione diretta si può scoprire la vera realtà. La nascita delle superstizioni è proprio dovuta alla pigrizia degli uomini che preferiscono affidarsi al mito piuttosto che spendere del tempo a cercare la verità.
Ruolo propedeutico del filosofo
Gli intellettuali illuministi chiamano se stessi filosofi e il loro compito è l'uso coraggioso della ragione come strumento per liberare l'uomo dalla metafisica, dalla tirannia e dalla monarchia assoluta e soprattutto dall’oscurantismo religioso.
Tutto questo per riportarlo allo stato naturale, prima cioè di tutte le condizioni vincolanti legate alla paura, costruite solo ed esclusivamente per impedire al pensiero di svilupparsi pienamente.
Il filosofo deve quindi guidare le persone attraverso lo sviluppo della loro stessa conoscenza, affinché possano costruire strumenti per se stessi per dissipare le superstizioni e le convinzioni erronee.
Ragione e natura
Nella visione illuminista ragione, natura e spontaneità sono coincidenti e secondo questi filosofi la natura ha dotato l'uomo della capacità di comprendere che è alla base della necessità dell'uguaglianza.
Secondo gli illuministi, infatti, tutti gli uomini sono uguali in quanto tali e non c'è un diritto di natura per una posizione superiore. Il potere è soltanto un vincolo ed un incrostazione che impedisce all'uomo di pensare indipendentemente, tenendolo ancorato alle catene della paura e dell'ignoranza.
Il buon selvaggio
Il buon selvaggio è l'uomo privo degli orpelli della società e quindi allo stato naturale. Secondo la visione illuminista l'uomo lontano dalla sua civiltà è intrinsecamente buono e sono soltanto i vincoli legati al potere a renderlo capace di azioni negative.
In realtà questo mito è stato alimentato dei Gesuiti, che proprio in questo periodo avevano iniziato la loro azione di evangelizzazione delle popolazioni del Sud America, riportando rapporti entusiasti sulla mitezza e la bontà di queste popolazioni lontane dalla civiltà europea.
Visione della storia
Nella visione illuminista la storia è stata alterata da innumerevoli menzogne ed è possibile suddividerla in epoche ben distinte, alcune delle quali vengono considerate assolutamente negative come il medioevo, visto come un'era di oscurantismo e di superstizione.
La visione illuminista della storia sarà osteggiata nel periodo romantico, in cui si farà notare che il tentativo di razionalizzarla le ha impedito una visione unitaria escludendola dalla comprensione dei passaggi tra un periodo storico e l'altro.
L'enciclopedia
L'enciclopedia è l'opera principe del periodo illuministico e sicuramente la più rappresentativa.
Si tratta di 17 volumi monumentali, in cui autori come D'Alembert e Diderot, hanno cercato di racchiudere tutto lo scibile umano in una forma compatta, in modo tale da fornire delle risposte rapide.
L'opera fu osteggiata in ambienti accademici come la Sorbona ed ecclesiastici, tant'è che gli ultimi due volumi uscirono clandestinamente.
Quest'opera fu anche un veicolo della diffusione del francese come lingua colta per gli intellettuali in tutta l'Europa e il principale strumento per far arrivare le idee illuministe in tutti i salotti e i centri del sapere del vecchio continente e anche del nuovo.
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