I diritti dell'uomo | Video
Tra i diritti dell'uomo ci sono il diritto alla libertà individuale, il diritto alla vita, all'autodeterminazione, ad un giusto processo, ad un'esistenza dignitosa. Scopri di più sui diritti dell'uomo
Traccia di alcuni di questi diritti li troviamo nel primo codice legale del 2.050 a.c. ad opera del re Ur-Nammu. Nei secoli successivi in Mesopotamia si crearono numerosi altri codici, tra cui il famoso Codice di Hammurabi. Ma i primi ad affrontare propriamente l'argomento dei diritti naturali furono Aristotele e gli stoici i quali affermarono l'esistenza di diritti che l'uomo ricava dallo studio delle leggi naturali.
In tutte le società antiche i principi dei diritti umani sono stati fissati nei testi religiosi. I Veda induisti, il Tanàkh ebraico, la Bibbia cristiana, il Corano islamico e gli Analecta confuciani sono tra gli scritti più antichi che affrontino la questione dei diritti e doveri dell’uomo. Ma per trovare una manifestazione concreta dei diritti dell'uomo bisogna arrivare al Medioevo. Nel XIII secolo San Tommaso D'Aquino descrive i diritti naturali come un "insieme di primi principi etici, generalissimi che condizionano il legislatore nel diritto positivo; i diritti umani, in somma, non vengono più visti come qualcosa che può essere concesso dall'alto e rivendicare la propria libertà è un diritto di ogni essere umano. A partire dal 1305 in Inghilterra entra in vigore l'Habeas Corpus - diritto già sancito nella Magna Charta approvata nel 1215 dal re Giovanni Senza Terra- che impone la conduzione di un suddito imprigionato di fronte ad un tribunale per un giusto processo o la sua scarcerazione.
Il diritto di habeas corpus è stato a lungo considerato il più efficiente atto di salvaguardia della libertà dell’individuo. Dalla legislazione inglese l'Habeas corpus ha trovato posto in tutte le costituzioni occidentali, fino ad approdare alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che all'Articolo 9 recita: Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato. Durante il giusnaturalismo razionalistico moderno tra gli autori che hanno affrontato la questione del diritto naturale ci sono Hobbes (col suo Leviatano), Grozio, Locke, Rousseau e Kant i quali sostenevano che al di la' dello Stato di diritto gli uomini restano titolari di alcuni diritti naturali inalienabili.
La prima dichiarazione dei diritti dell’uomo dell’epoca moderna è quella dello Stato della Virginia da cui prese poi spunto Jefferson per realizzare la dichiarazione dei diritti dell’uomo contenuta nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America. Ma è solo nel 1789 con la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino elaborata durante la Rivoluzione Francese, che arriva la prima e vera carta formale, i cui principi furono esportati negli altri paesi europei da Napoleone Bonaparte. Durante il XX secolo in Europa occidentale e in America settentrionale molti movimenti riuscirono a ottenere profondi cambiamenti sociali in nome dei diritti umani: i sindacati dei lavoratori lottarono per il riconoscimento del diritto di sciopero, per garantire condizioni dignitose di lavoro e per proibire o limitare il lavoro minorile. Il movimento per i diritti delle donne guadagnò il suffragio universale esteso alle donne.
Contemporaneamente alcuni movimenti di liberazione nazionali affrancarono i paesi colonizzati dalle potenze occidentali ed in questo contesto un ruolo fondamentale l'ebbe il movimento non violento di Ghandi che portò l'India all'indipendenza dal potere inglese.
Un'ulteriore grande affermazione dei diritti umani si ebbe dopo la fine della Seconda guerra mondiale con la costituzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e la redazione della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, siglata a New York nel 1948. Con questa Carta si è stabilito l'universalità di questi diritti, basati su un concetto di dignità umana intrinseca, inalienabile, ed universale.