Henri de Saint-Simon: pensiero, sociologia e positivismo
Indice
1Biografia di Saint-Simon
Claude-Henri De Rouvroy, conte di Saint-Simon, nacque nel 1760 a Parigi, in una nobile famiglia di proprietari terrieri. Un suo avo, Louis de Rouvroy de Saint-Simon, era stato uomo di corte di Luigi XIV e fu autore di diari, i Mémoires, dedicati alla vita dei nobili nell’età di Re Sole.
Saint-Simon trascorse una vita estremamente interessante: pare che fosse stato un allievo di Jean Baptiste Le Rond D’Alembert, il noto enciclopedista illuminista ed ebbe modo di viaggiare molto.
Nel 1779 partì alla volta dell’America, nel contesto della guerra di indipendenza americana, dopo che i Francesi avevano deciso di partecipare al fianco degli Americani contro gli Inglesi.
Tornato nel suo paese natale durante la Rivoluzione francese, decise di fondare una società per la speculazione sui beni del clero. Nonostante si fosse mostrato fedele ai valori della Rivoluzione – aveva anche ottenuto una sorta di battesimo rivoluzionario, ottenendo il nome di Claude Bonhomme - nel 1793 subì un arresto da parte del Comitato di salute pubblica.
Liberato un anno dopo, fondò prima una industria tessile e poi una ditta di trasporti, ma la sua carriera di imprenditore non ebbe fortuna. In seguito, egli perse tutte le sue ingenti ricchezze e dovette affidarsi alla generosità degli amici per poter far fronte alla sua difficile situazione economica.
La complessa situazione finanziaria non lo frenò dal dedicarsi allo studio e alla scrittura: a partire dai primi anni dell’Ottocento, egli diede alle stampe numerosi testi e opuscoli che gli permisero di divenire uno dei riferimenti principali per ciò che concerne il positivismo sociale, il socialismo utopistico e la sociologia.
Tra il 1818 e il 1824 Auguste Comte, personalità di rilievo nel panorama del positivismo francese, fu un suo collaboratore. Comte fu fortemente influenzato dall’opera di Saint-Simon.
In questi anni, tuttavia, le difficoltà finanziarie e lo scarso riconoscimento delle sue idee lo portarono a compiere un gesto estremamente grave. Nel 1823, infatti, egli tentò il suicidio. Sopravvissuto, nel medesimo anno ebbe modo di conoscere un uomo particolarmente facoltoso che mostrò di apprezzare le sue idee e che decise di sostenerlo economicamente. Saint Simon poté così continuare a studiare e a scrivere le sue opere fino alla sua morte, occorsa nel 1825 a Parigi.
Dopo la sua morte, il suo pensiero ebbe largo eco. I suoi discepoli organizzarono una scuola saintsimoniana e fu addirittura fondata una chiesa saintsimoniana, sciolta però negli anni Trenta dell’Ottocento.
2Le opere di Saint-Simon
L’attività speculativa e teorica di Saint-Simon si concretizza nella scrittura di una serie di opere molto note e nella direzione di due periodici: L’industrie e L’organisateur. I titoli principali dei suoi lavori sono:
- Lettere di un abitante di Ginevra ai suoi contemporanei, 1803;
- Schizzo di un nuovo piano di organizzazione sociale, 1804;
- Lettere all’Ufficio delle longitudini, 1808;
- Introduzione ai lavori scientifici del XIX secolo, 1808;
- Nuova Enciclopedia, 1810;
- Memoria sulla scienza dell’uomo, 1813;
- La Riorganizzazione della società europea, 1814;
- Catechismo degli industriali, 1823;
- Dell’organizzazione sociale, 1824;
- Nuovo cristianesimo, 1825.
Le sue opere pongono al centro una riflessione sulla storia, sul ruolo della scienza ed esprimono la sua convinzione nella necessità di dover rifondare la società secondo criteri scientifici per lo sviluppo della produzione, dell’economia, dell’industria, a favore di un progresso che possa coinvolgere tutti gli strati sociali.
3Il pensiero di Saint-Simon
3.1La scienza e la fisiologia sociale
Ponendo il progresso scientifico al centro dello sviluppo umano e sociale, egli riconosce un ruolo fondamentale alla scienza anche nel caso dello studio, dell’interpretazione e dell’organizzazione della società. Egli chiama fisiologia sociale la disciplina scientifica che ha come oggetto i fatti sociali e la società.
La società, per Saint-Simon, non è la somma dei singoli individui, delle singole personalità, volontà e intelligenze, ma è un agglomerato, un tutto, il cui funzionamento è garantito dalla stretta e interdipendente collaborazione tra tutte le sue parti. La società, al pari di un corpo umano, è funzionante e in “buona salute”, se tutte le sue parti, come gli organi di un essere umano, svolgono in maniera efficace la loro funzione, contribuendo così a un benessere generale. La società è così da studiare con gli stessi criteri e metodi che gli scienziati applicano quando studiano gli organismi.
La fisiologia sociale, la scienza della società, è funzionale non solo alla comprensione e alla descrizione della società stessa, ma deve costituire il fondamento per stabilire le leggi che governano la vita degli uomini nelle collettività e per permettere la fondazione di una nuova società.
3.2Saint-Simon e la filosofia della storia
In tutte le sue opere, egli sottolinea il ruolo centrale dell’economia, della scienza e della tecnica, della produzione come fine di una società avanzata e che progredisce. Nel suo progetto di rifondare una società basata su criteri scientifici, egli traccia anche una filosofia della storia. Il progresso è un processo che non segue un percorso lineare: il passato infatti è un alternarsi di epoche organiche e di epoche critiche.
EPOCHE ORGANICHE: sono le fasi in cui dominano società equilibrate, armoniche, costruite su sistemi coerenti e principi saldi e condivisi. Secondo Saint-Simon, il Medio Evo è l’ultimo periodo storico che possa essere definito come epoca organica.
EPOCHE CRITICHE: durante queste epoche, la società risulta frammentata e in fase di disgregazione. Non esiste un unico sistema di credenze, ma differenti visioni del mondo appaiono in contrasto tra loro. Dalla fine del Medio Evo, l’uomo sta vivendo in una epoca critica. Il giudizio espresso sull’Illuminismo e sulla società moderna è dunque anche negativo. Se grazie all’Illuminismo l’antico regime è stato abbattuto, tuttavia gli illuministi hanno operato solo una critica serrata del presente, senza però riuscire a proporre una società alternativa, né a gettare le basi per una sua riorganizzazione. La Rivoluzione francese stessa si è trasformata in autoritarismo e violenza.
3.3Saint-Simon e la fondazione di una nuova società
Per fondare una nuova società, basata sulla tecnica e sulla scienza e finalizzata al progresso e alla produttività dell’economia, Saint-Simon sostiene che debba essere superata l’organizzazione sociale propria del suo tempo.
Egli nota che nella sua epoca il mondo sia suddiviso tra gli industriali e gli oziosi.
- Gli industriali sono tutti coloro che lavorano, producono, garantiscono all’economia di funzionare e permettono la vita stessa della società e dei suoi membri. Rientrano in questa categoria gli imprenditori, gli operai, i tecnici, gli scienziati, gli agricoltori, gli artisti. È necessario che gli industriali prendano coscienza della loro funzione indispensabile all’interno della società.
- Gli oziosi sono invece coloro che detengono il potere, pur non avendone il merito e le capacità, vivendo sulle spalle degli industriali e del loro lavoro, al pari dei parassiti. Tra gli oziosi, Saint-Simon, annovera i membri del clero, coloro che vivono grazie alle rendite, i proprietari terrieri, i nobili.
Nel suo progetto di società, alla base di una nuova epoca organica, i rapporti di potere dovrebbero mutare: agli scienziati competerebbe il potere spirituale, responsabili invece del potere temporale dovrebbero essere coloro che lavorano e producono, cioè gli industriali. La scienza dovrebbe essere la disciplina posta a guida nella fondazione della società, da organizzarsi come una impresa e dunque ponendo economia e produzione alla base del suo funzionamento.
3.4La visione mistica dell’ultimo periodo
Il Nuovo cristianesimo è l’ultima opera di Saint Simon, scritta nell’anno della sua morte. Questa opera apre una riflessione venata di misticismo e di afflato religioso. Saint-Simon giudica necessario sostenere chi, all’interno della società, è più povero. Egli, da acuto osservatore, sa bene che i poveri sono la parte più cospicua della popolazione.
Sostenendo la necessità di combattere la miseria e la l’impoverimento dei lavoratori, in particolare nel settore industriale, egli sottolinea l’importanza dei valori di fratellanza e solidarietà. Fratellanza universale, economia organizzata sul principio del lavoro pianificato, del primato dell’industria e della produttività, una divisione dei beni in base al lavoro svolto, sono le basi per la fondazione di una nuova società in grado di integrare anche le sue parti più deboli.