Hate speech: in molti lo vedono, in pochi reagiscono. L'ultima ricerca fra gli adolescenti

Sanno riconoscere i contenuti violenti, ma solo il 2% li segnala. L'ultima ricerca di EU Kids Online fotografa gli adolescenti del web. E i dati sono preoccupanti

Hate speech: in molti lo vedono, in pochi reagiscono. L'ultima ricerca fra gli adolescenti
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HATE SPEECH E CYBERBULLISMO

Sempre più ragazzi sono in grado di riconoscere contenuti violenti, ma in pochissimi si attivano per eliminarli dal web
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Il 97% degli adolescenti tra 15 e 17 anni e il 51% dei bambini di 9-10 utilizza quotidianamente il proprio smartphone per navigare in internet. L'uso del cellulare è limitato soprattutto all'intrattenimento, alla comunicazione o allo svolgimento dei compiti a casa, ma la continua esposizione non protetta alla navigazione online fa crescere i rischi. Se nel 2013 era il 3% la percentuale di bambini che navigando era entrata in contatto con contenuti che l'avevano fatta sentire a disagio, nel 2017 questo dato aumenta fino al 13%: +10 punti percentuali.

Lo afferma la ricerca EU Kids Online realizzata su un campione di 1006 ragazzi da OssCom – Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore - in collaborazione con La Direzione Generale per lo Studente, la Partecipazione e l’Integrazione del MIUR, nell’ambito del Protocollo di Intesa fra il MIUR e l’ATS Parole Ostili.

VIOLENZA SUI SOCIAL E INDIFFERENZA

Se i numeri sul bullismo non aumentano, è anche vero però che secondo la ricerca il 19% degli intervistati è stato testimone di episodi di cyberbullismo nell’ultimo anno. Di fronte a una violenza fatta ad un compagno, i ragazzi intervengono? In parte: il 49% ha dichiarato di aver cercato di aiutare la vittima, il 50% di non aver fatto nulla.

Il 31% dei ragazzi di 11-17 anni ha visto online messaggi d’odio o commenti offensivi (hate speech) di stamnpo razzista contro un individuo o un gruppo. I sentimenti più comuni fra i ragazzi sono tristezza, disprezzo, rabbia e vergogna, ma il 58% dichiara di non essere intervenuto per fermare le violenze. È cresciuta nell'ultimo anno anche l’esposizione ai contenuti pornografici, con il 31% di ragazzi di 9-17 anni (ma il 51% degli adolescenti di 15-17 anni) che si è imbattuto in contenuti sessuali. La reazione più comune di fronte alla pornografia è l’indifferenza.

Se il bullismo e i contenuti sessuali sono facilmente riconoscibili come tali, e quindi identificabili, più difficile è il discorso per i contenuti di stampo violento che circolano liberamente sui social media: immagini violente o cruente di persone che fanno del male ad altre persone o animali, siti e discussioni a stampo razzista e discriminatorio, discussioni su autolesionismo, anoressia o bulimia.

Come reagiscono i giovani di fronte a questo tipo di contenuti, quando se li trovano di fronte? Secondo la ricerca, il 22% di chi ha avuto un’esperienza negativa su internet ha reagito bloccando un contatto sui social network. Solo il 10% ha modificato le proprie impostazioni di privacy in seguito a un’esperienza negativa, e solo il 2% ha segnalato contenuti o contatti inappropriati ai gestori delle piattaforme.

ADOLESCENTI E WEB: I RISCHI

La ricerca mette in chiaro anche quali possono essere i rischi legati ad un uso improprio del web:

  • Rischi legati alla privacy: il 5% dichiara che le proprie informazioni personali sono state usate in un modo che li ha infastiditi, e il 2% ha avuto esperienza di persone che fingevano di essere loro, o di finte pagine e immagini create a loro danno.
  • Rischi legati alla sicurezza informatica: il 12% dichiara di aver avuto un virus sul proprio computer o sul telefono.
  • Rischi economici: cresce il rischio di perdere soldi a causa di truffe; i maschi tra 9 e 12 anni rischiano spese eccessive a causa degli acquisti in-app.

ADOLESCENTI E PRIVACY

L'indagine evidenzia anche un fattore particolarmente rilevante: lo sharenting (da share + parenting), ovvero le condivisioni da parte dei genitori di contenuti che riguardano i loro figli, spesso senza il loro consenso.

  • Il 15% dei ragazzi (percentuale più alta fra gli adolescenti) ha affermato che i genitori hanno pubblicato contenuti che li riguardassero senza prima chiedere il loro consenso
  • Il 12% ha chiesto almeno una volta ai suoi genitori di rimuovere un contenuto che lo riguardasse
  • Il 4% ha dichiarato di aver ricevuto commenti negativi o offensivi a causa di contenuti pubblicati dai genitori
  • Il 5% è rimasto infastidito da quanto avevano pubblicato.

La privacy dei ragazzi viene minata anche dai coetanei: il 13% del campione afferma che i suoi amici hanno condiviso contenuti o informazioni sul loro conto senza chiedere se fossero d’accordo. La percentuale è più alta fra gli adolescenti, e soprattutto fra le ragazze (18%).

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