Guinizzelli e Cavalcanti a confronto

Guinizzelli e Cavalcanti: il confronto tra due sonetti, "Vedut'ho la lucente stella diana" di Guinizzelli e "Biltà di donna e di saccente core"di Cavalcanti

Guinizzelli e Cavalcanti a confronto
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Guinizzelli e Cavalcanti a confronto

Guido Guinizzelli e Guido Cavalcanti, poeti del Dolce stil novo, a confronto.
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Guido Guinizzelli e Guido Cavalcanti, entrambi poeti del Duecento, si inseriscono tradizionalmente nella corrente poetica del Dolce stil novo, nata a Bologna, ma che poi si sviluppa anche a Firenze, tra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento. Tema principale per gli stilnovisti è l'amore. 

Vediamo insieme l'analisi e il confronto tra il sonetto Vedut’ho la lucente stella diana di Guido Guinizzelli e il sonetto Biltà di donna e di saccente core di Guido Cavalcanti.

Vedut'ho la lucente stella diana - Guido Guinizzelli

Ho visto la lucente stella mattutina
che appare prima che il giorno mandi la sua luce
che ha preso forma di figura umana
mi pare che splenda più di ogni altra.

Viso come la neve tinto nelle labbra
occhi lucenti, felici e pieni d’amore
non credo che nel mondo ci sia donna
così piena di bellezza e di virtù.

Ed io sono stupefatto dalla sua virtù
con una così aspra battaglia di sospiri
che non avrei il coraggio di parlare dinnanzi a lei

Magari ella conoscesse i miei desideri!
perché sarei ricompensato senza parlare
per la pietà che avrebbe delle mie sofferenze

Biltà di donna e di saccente core – Guido Cavalcanti

Bellezza di donna e di cuore sapiente
e cavalieri armati che sono gentili
cantare d’uccelli e ragionare d’amore
navi adorne che corrono per il mare

aria serena all’apparire dell’alba
e neve bianca che scende senza vento
fiume ricco d’acqua e prato con ogni fiore
oro, argento e lapislazzuli fatti a gioiello

questo supera la bellezza e la virtù
della mia donna, e il suo cuore gentile
così che questo sembri niente a chi la guarda

ed è tanto più saggia di ogni altro
di quanto il cielo è più grande della terra
Il bene non manca ad una donna del genere

Lo schema metrico delle poesie

Entrambe le poesie sono dei sonetti, componimenti di endecasillabi di quattordici versi. Presentano lo stesso schema metrico ABAB nelle due quartine, mentre nelle due terzine abbiamo schemi diversi: CDC DCD nella poesia di Guinizzelli, CDE CDE in quella di Cavalcanti. Il sonetto di Cavalcanti presenta inoltre il verso 8 decalillabo. Entrambe i poeti fanno largo uso di metafore per descrivere la donna amata.

Le differenze tra Guinizzelli e Cavalcanti

I sonetti si sviluppano entrambi intorno al tema della donna, ma mentre il sonetto di Guinizzelli ruota intorno all'apparizione della donna amata e dello sbigottimento conseguente dell’innamorato, tema trattato in precedenza dal poeta in altri suoi componimenti, il sonetto di Cavalcanti si limita ad una lunga descrizione della donna.

In Vedut’ho la lucente stella diana la donna viene descritta sia attraverso similitudini naturalistiche, come in poesie precedenti, sia attraverso termini reali, nella seconda parte della poesia. Oltre al rifacimento a termini reali, troviamo altre differenze tra questo sonetto e i componimenti precedenti di Guinizzelli: si ha un passaggio da elementi tendenti alla tradizione provenzale a elementi più vicini allo stil novo: la stella diana, già citata in Io voglio del ver la mia donna laudare, passa da termine di paragone a metafora della donna; la struttura di questi stessi due sonetti ci appare rovesciata: mentre nel precedente l’autore manifesta nell’incipit la volontà di lodare la donna per poi passare a descriverla, in questo sonetto invece inizia con la descrizione.

Biltà di donna e di saccente core, invece, si rifà ad uno schema della poesia provenzale, il plazer, ovvero un elenco di situazione o cose piacevoli, e di conseguenza vengono richiamati alcuni elementi tipici della lirica provenzale, quali i cavalieri armati, il cantare degli uccelli e le barche che corrono sull'acqua; questo schema viene comunque piegato nelle due terzine all’esaltazione della donna: si ritorna ad una descrizione stilnovistica della donna, che associa la bellezza e la virtù, la sapienza della donna viene paragonata al cielo, a sottolineare la funzione salvifica esercitata dalla donna.

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