Guido Cavalcanti: vita, opere e poesie

Guido Cavalcanti: vita e poesie del poeta e filosofo italiano, amico e maestro di Dante Alighieri
Guido Cavalcanti: vita, opere e poesie
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1Guido Cavalcanti e lo stilnovismo fiorentino

I sei poeti italiani: Dante, Petrarca, Cavalcanti, Boccaccio, Da Pistoia e D'Arezzo
I sei poeti italiani: Dante, Petrarca, Cavalcanti, Boccaccio, Da Pistoia e D'Arezzo — Fonte: getty-images

Le fonti non danno certezze rispetto all'esatta data di nascita di Guido Cavalcanti, ma si sa per certo che nel 1259 fosse già nato. Membro di un casato dell'antica nobiltà fiorentina di parte guelfa la sua famiglia fu segnata dall'impegno politico: nel 1267 sposa la figlia del capo ghibellino Farinata degli Uberti in un tentativo di riconciliazione tra le due fazioni, e nel 1280 promuove un atto di pacificazione per far terminare i pesanti scontri che stavano devastando la città.    

Dal 1284 Guido Cavalcanti entra a far parte del Consiglio Generale del Comune fiorentino, il principale organismo politico della città toscana. Come molti altri nobili, però, fu vittima delle cosiddette 'leggi antimagnatizie' promosse da Giano della Bella, che escludevano gli aristocratici dalle cariche politiche cittadine principalmente per arginare la violenza politica che le lotte nobiliari scatenavano.    

Infatti, dopo che Giano fu cacciato dalla città per un complotto ordito dagli aristocratici, riprese lo scontro tra le diverse fazioni cittadine che, dopo la definitiva sconfitta dei Ghibellini, si erano divise tra Guelfi Bianchi e Guelfi Neri: la famiglia di Cavalcanti, insieme ad altre, guidava la fazione dei Bianchi, mentre quella dei Neri aveva la propria guida in Corso Donati, un personaggio particolarmente violento che tentò di uccidere Cavalcanti, suo avversario politico.    

Oltre che per essere stato uno degli uomini politici protagonisti della sua epoca, Guido Cavalcanti è principalmente ricordato per la sua attività poetica per la quale viene tradizionalmente inserito nella corrente stilnovista

Della sua opera conosciamo 52 componimenti tra sonetti e ballate, ma la sua attività dovette essere ben più sostanziosa sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, visti gli elogi con cui è ricordato da Giovanni Boccaccio e, soprattutto, da Dante Alighieri che, oltre ad essere un estimatore convinto della poesia di Cavalcanti, ne fu anche carissimo amico, condividendone l'impegno e la fazione politica. 

Battaglia di Montaperti tra Guelfi e Ghibellini, il 4 settembre 1260
Battaglia di Montaperti tra Guelfi e Ghibellini, il 4 settembre 1260 — Fonte: ansa

Dante e Cavalcanti non furono gli unici due letterati che in quegli anni si occupavano della politica fiorentina: quando il secondo divenne parte del Consiglio Generale, trovò al suo fianco altri poeti come Brunetto Latini e Dino Compagni, sintomo del fatto che alla vita politica fiorentina partecipavano davvero i migliori tra i cittadini.   

Dopo l'attentato ordito da Corso Donati nel 1292 Cavalcanti tentò di vendicarsi senza mai riuscirci, ma ritrovandosi invece invischiato sempre di più nelle sanguinose lotte intestine tra le diverse fazioni che si contendevano il controllo sulla città toscana.   

Alla fine, nel 1300, venne costretto all'esilio a Sarzana. Qui si ammalò di malaria e, a causa delle sue pessime condizioni di salute, gli fu concesso di rientrare, ma morì subito dopo il suo ritorno a Firenze il 29 agosto del 1300.   

2Lo stilnovismo fiorentino e l'averroismo di Cavalcanti

Guido Cavalcanti (Firenze, 1258 - 1300)
Guido Cavalcanti (Firenze, 1258 - 1300) — Fonte: ansa

Lo stilnovismo è un movimento letterario che nasce e si sviluppa nel particolare periodo della fioritura della civiltà comunale del medioevo e della nascita delle università; un periodo, quindi, di profondo rinnovamento economico, sociale e culturale dell'intera società.    

I poeti di questa nuova corrente si pongono in rapporto dialettico con la tradizione letteraria del passato riprendendone i temi classici, come quello della donna-angelo, dell'innamoramento, dell'amore come sentimento capace di travolgere la razionalità, e dei suoi rapporti con la gentilezza, e rielaborandoli attraverso il filtro della filosofia aristotelica o scolastica.    

Anche se la nascita della corrente stilnovista in Italia viene identificata con l'opera poetica del bolognese Guido Guinizzelli, è in Toscana che questa nuova ed originale esperienza letteraria raggiunge le sue più alte vette espressive e che vede in Guido Cavalcanti, Lapo Gianni, Dante Alighieri i principali esponenti cittadini della corrente.    

Statua di Averroè da Cordova, XII secolo
Statua di Averroè da Cordova, XII secolo — Fonte: getty-images

Se la coniugazione di temi poetici tradizionali con impianti filosofici di tipo aristotelico era una caratteristica di tutto lo stilnovo, è vero che per l'opera di Cavalcanti s'individua nell'averroismo latino la corrente di maggior peso. Con averroismo latino s'intende una corrente filosofica che riprendeva le tesi del filosofo arabo Averroè, che aveva tentato un'unione tra le tesi aristoteliche e la dottrina islamica, approcciandosi ad esse attraverso l'ottica cristiana; nata nell'ambiente universitario parigino, questa particolare lettura si era poi rapidamente diffusa negli ambienti universitari del resto d'Europa. 

E, l'influenza delle tesi averroiste appare evidente soprattutto nella canzone 'Donna me prega', in cui l'autore compie un’indagine sulla natura dell'Amore utilizzando le categorie filosofiche della scolastica aristotelica

3Le opere di Guido Cavalcanti

Nonostante le opere attribuibili a Cavalcanti siano solamente 52, bastano per inserirlo nel numero degli stilnovisti fiorentini più importanti. Il tema principale affrontato nei suoi sonetti è l’amore, visto e raccontato come un sentimento violentemente irrazionale, capace di stravolgere lo spirito e la mente dell’amante; l’irrazionalità non è pero una caratteristica delle sue poesie nelle quali, attraverso una rigorosa operazione di astrazione che avviene tramite l’uso delle categorie filosofiche, il concetto stesso di amore ed il fenomeno dell’innamoramento vengono analizzati, mentre l’immagine della donna-angelo diventa l’idea stessa della bellezza

In Cavalcanti la filosofia incontra quindi la tradizione lirica producendo soluzioni inedite sia a livello stilistico che concettuale, ne sono prova sonetti come ‘Avete ‘n vo’ li fior e la verdura’ che riprende l’associazione della donna-angelo con i fiori producendo però un’immagine in cui non è la donna a cogliere i fiori, dando così un’immagine di bellezza tutta apparente, ma in cui la donna amata ha in sé i fiori, mutando completamente di senso alla metafora ed inaugurando una modalità espressiva che Petrarca porterà alle massime vette espressive. 

Particolarmente interessante è anche il sonetto ‘Chi è questa che vien, ch’ogn’om la mira’ in cui il poeta riconosce la perfezione della donna-angelo e porta questo concetto alla sua conseguenza più estrema in cui la donna, poiché perfetta, diventa inconoscibile, impossibile da comprendere intellettualmente e, quindi, da descrivere anche usando i tradizionali paragoni con la natura e le sue bellezze: questo approccio, assolutamente nuovo, segna una cesura nettissima con la lirica precedente.

Più rispettosa della tradizione lirica è ‘In un boschetto trova’ pasturella’, che riprende il tradizionale tema pastorale caro alla poesia d’amore provenzale, ma lo arricchisce di raffinati riferimenti letterari evitando esiti grossolani e scontati.

Un discorso a parte merita la già citata canzone ‘Donna me prega’, sia per la solennità con cui è stata redatta e scritta, che per il suo impianto ideologico. Come testo s’inserisce in una tradizione lirica in cui i diversi autori cercavano di dare una definizione dell’amore e dell’innamoramento. Cavalcanti riprende il tema e lo affronta secondo un procedimento razionale che ricorda quello delle quaestiones filosofiche, cioè degli argomenti che venivano sviluppati attraverso un ragionamento speculativo. E infatti, ad esclusione della prima ed ultima stanza che hanno valore introduttivo e conclusivo, le restanti stanze affrontano le diverse questioni d’Amore in maniera ordinata, così com’erano state enunciate nella stanza introduttiva.

4Guarda il video sul dolce stil novo

    Domande & Risposte
  • Quando è nato Guido Cavalcanti?

    Le fonti non danno certezze sull'esatta data di nascita di Guido Cavalcanti, ma si sa per certo che nel 1259 fosse già nato.

  • Quando è morto Guido Cavalcanti?

    Il 29 agosto del 1300.

  • Chi ha inventato il dolce stil novo?

    La nascita del dolce stil novo viene identificata con l'opera poetica del bolognese Guinizzelli, ma raggiunge la sua massima espressione in Toscana con Guido Cavalcanti, Lapo Gianni e Dante Alighieri.

  • Dove viene esiliato Cavalcanti?

    Cavalcanti venne costretto all’esilio a Sarzana, in Liguria.