Guerra del Vietnam: riassunto degli eventi

Riassunto della guerra del Vietnam: storia, combattenti, cause e conseguenze di uno dei conflitti più cruenti del secondo dopoguera

Guerra del Vietnam: riassunto degli eventi
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Guerra del Vietnam: riassunto

Con guerra del Vietnam si intende quel terribile conflitto tra statunitensi e vietnamiti iniziato nel 1960 e terminato il 30 aprile del 1975. Combattuta soprattutto nel territorio del Vietnam del Sud, allora amministrato da un governo autoritario filo-statunitense costituitosi dopo la Conferenza di Ginevra del 1954, la guerra in Vietnam segnò una delle pagine più tristi e sanguinose nella storia del secondo dopoguerra.

Si trattò di un conflitto ingiusto e brutale, che costò al Vietnam – secondo le cifre rilasciate dal Governo – oltre 5 milioni di vittime, in grandissima parte civili; gli Stati Uniti persero invece circa 60mila uomini appartenenti alle forze armate.

Considerata come la guerra più rilevante combattuta dagli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale, la guerra del Vietnam segnò un’epoca ed entrò nella cultura di quegli anni come emblema dell’ingiustizia, della prevaricazione di un esercito – quello statunitense – su un popolo innocente.

Guerra del Vietnam: perché scoppio?

Ma quali furono i motivi che portarono, negli anni Sessanta del Novecento, alla guerra in Vietnam? Per comprenderlo bisogna fare un passo indietro nel tempo. Il Vietnam faceva parte, fino alla Seconda Guerra Mondiale, dell’impero coloniale francese. Con la decolonizzazione, prese piede un sentito movimento indipendentista, che diede luogo dal 1945 al 1954 a quella ad oggi conosciuta come la guerra d’Indocina, combattuta da un lato dall’esercito francese e dall’altro dai militanti del movimento Vietminh, legato alle potenze comuniste cinese e sovietica e guidato da Ho Chi Minh. Pur se appoggiata dagli Stati Uniti d’America, che con la cosiddetta dottrina Truman si erano posti l’obiettivo di contenere l’avanzata comunista nel globo, la Francia dovette ben presto soccombere al movimento indipendentista vietnamita dopo la dura sconfitta del 7 maggio 1954 a Dien Bien Phu.

MOTIVI DELLA GUERRA IN VIETNAM

Guerra del Vietnam: riassunto

Libero dal dominio coloniale, il Vietnam sarebbe dovuto diventare uno Stato autonomo guidato da colui che aveva reso possibile l’indipendenza, il condottiero Ho Chi Minh. Gli Stati Uniti, però, preoccupati di consegnare un intero Stato nelle mani di un filo-comunista decisero di intraprendere delle trattative di pace per giungere ad una soluzione provvisoria: con la Conferenza di pace di Ginevra, che si concluse nel luglio 1954, si prese la decisione di dividere il Vietnam in due Stati. Nel Vietnam del Nord venne instaurata una repubblica popolare affidata ad Ho Chi Minh, sotto la sfera d'influenza sovietica; nel Vietnam del Sud venne invece posto un esponente della casta militare statunitense, il cattolico Ngô ?ình Di?m, che instaurò un governo autoritario filo-americano.
Il governo sudvietnamita iniziò ben presto ad attirare le antipatie del popolo del Vietnam, ostile a una tale ed ingiusta divisione.

Focus: Guerra in Vietnam, la sintesi

Guerra del Vietnam: orrori

Le prime incursioni terroristiche e di guerriglia in opposizione al governo Diem iniziarono negli anni Cinquanta, in piena guerra fredda, ma fu solo nel 1960 che la Guerra in Vietnam ebbe davvero inizio. Nel maggio 1959 venne creata l’Unità 559, che aveva l’incarico di spianare e potenziare il cosiddetto sentiero di Ho Chi Minh, l’impervia strada che dal Vietnam del Nord portava in Vietnam del Sud.

Guidata direttamente dal Governo, l’attività terroristica nei confronti del governo sudvietnamita venne notevolmente incrementata e si costituì il Fronte di Liberazione Nazionale, più conosciuto come Viet Cong. La situazione, agli occhi degli Stati Uniti e dell’allora presidente Lyndon Johnson, divenne sempre più delicata e si diffuse il terrore che il Vietnam del Sud potesse cedere ai continui attacchi dei Vietcong, cadendo per intero sotto la sfera d'influenza sovietica.

GUERRA DEL VIETNAM IN BREVE

Fu così che il presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson – e in seguito i suoi successori – decise di impiegare progressivamente sempre una maggiore quantità di forze militari per tentare di contrastare le insurrezioni dei Vietcong: secondo le previsioni, la guerra in Vietnam sarebbe dovuta essere una guerra rapida, ma così non fu. Si trattò di un conflitto in un certo senso asimmetrico, che vide fronteggiarsi da una parte un esercito ben attrezzato come quello statunitense, dall’altra un gruppo di guerriglieri non abituati allo scontro frontale, quanto piuttosto alle incursioni clandestine. Impiegando nuove armi chimiche altamente nocive, come il napalm e l’Angent Orange, l’esercito americano si rese colpevole di un’enorme quantità di vittime, soprattutto civili.

La fine della Guerra del Vietnam: riassunto

Negli Stati Uniti, intanto, cominciarono i primi movimenti pacifisti contro la guerra in Vietnam che si fecero via via più intensi. A ciò va collegata la crescente impopolarità del Presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, che toccò il suo apice con lo scandalo del Watergate, che lo costrinse alle dimissioni. Approfittando di questa contingenza storica, il Vietnam del Nord intensificò gli attacchi e il 30 aprile del 1975 i Vietcong riuscirono a conquistare la capitale sudvietnamita Saigon, mettendo fine alla Guerra del Vietnam e giungendo così alla tanto ambita riunificazione del Paese.

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