Greta Thunberg, La nostra casa è in fiamme: riflessioni per una traccia sull'ambiente
Greta Thunberg è una giovanissima attivista svedese che ha riportato l'attenzione sulle questioni ambientali, un tema che potrebbe essere una traccia della maturità 2020
LA NOSTRA CASA E' IN FIAMME
La nostra casa è in fiamme è il libro scritto dalla giovanissima attivista Greta Thunberg, sedicenne che un anno fa ha portato l'attenzione dei media e dei governi sul cambiamento climatico con il suo "sciopero della scuola". Il libro scritto da Greta Thunberg è una sorta di denuncia e un invito a tutti a prendere coscienza delle gravi condizioni in cui versa il nostro Pianeta. Per Greta Thunberg e per la rete di attivisti Fridays For Future nata proprio dalla sua iniziativa, cambiare il nostro modo di vivere e di consumare deve essere una priorità di tutta l'umanità. È un appello tanto ai governi quanto alle persone comuni che - ciascuno nel proprio piccolo - devono intraprendere uno stile di vita più sostenibile.
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Con il suo sciopero della scuola e la sua silenziosa presenza davanti al Parlamento svedese ha smosso le coscienze dei suoi coetanei scesi in piazza affinchè la crisi climatica venga affrontata dai governi come affronterebbero qualunque altra crisi. Di Greta colpisce la sua personalità, la determinazione, la forza e la coerenza. Un personaggio ed il suo pensiero che il giorno della prima prova di maturità potrebbe essere al centro di una traccia su ecologia e ambiente. Ecco perchè è importante conoscere le sue idee e le sue motivazioni.
LA NOSTRA CASA E' IN FIAMME: UN ESTRATTO DEL LIBRO DI GRETA
«Non voglio la vostra speranza. Voglio che proviate la paura che io provo ogni giorno. Voglio che agiate come fareste in un’emergenza. Come se la nostra casa fosse in fiamme. Perché lo è.»
Greta Thunberg ha parlato chiaro ai grandi del mondo e ha iniziato così la sua battaglia contro il cambiamento climatico, sostenendo che «nessuno è troppo piccolo per fare la differenza».
Lo «sciopero scolastico per il clima» di una solitaria e giovanissima studentessa davanti al Parlamento svedese è diventato un messaggio globale che ha coinvolto in tutto il mondo centinaia di migliaia di ragazzi che seguono il suo esempio in occasione dei #fridaysforfuture. Greta ha dato inizio a una rivoluzione che non pare destinata a fermarsi, una battaglia da combattere per un futuro sottratto alle nuove generazioni al ritmo furioso dei 100 milioni di barili di petrolio consumati ogni giorno.
L'APPELLO DI GRETA THUNBERG
Sono qui per dire che la nostra casa è in fiamme. Secondo l’IPCC, mancano meno di dodici anni al momento in cui non avremo più la possibilità di rimediare ai nostri sbagli.
In questo intervallo di tempo, dovranno avvenire cambiamenti senza precedenti in tutti gli aspetti della società, compresa una riduzione di almeno il 50 per cento delle emissioni di CO2.
E vi prego di tener presente che queste cifre non considerano il principio di equità, che è assolutamente indispensabile per far funzionare l’Accordo di Parigi su scala globale.
E non considerano nemmeno i punti di non ritorno o i circoli viziosi come il massiccio rilascio di gas metano dal permafrost artico che si sta sciogliendo. In luoghi come Davos, le persone amano raccontare storie di successo. Ma il loro successo finanziario ha avuto un
costo insostenibile. E in tema di cambiamento climatico, dobbiamo riconoscere di avere fallito.
Ci troviamo di fronte a un disastro che causerà sofferenze indicibili a un numero enorme di persone. E adesso non c’è tempo per avere tatto o riflettere su quello che possiamo o non possiamo dire. C’è tempo solo per dire le cose come stanno.
Risolvere la crisi climatica è la sfida più grande e complessa che l’Homo sapiens abbia mai dovuto affrontare. La soluzione principale, tuttavia, è così semplice che persino un bambino è in grado di capirla. Dobbiamo bloccare le emissioni di gas serra. O lo facciamo, o non lo facciamo. Voi dite che nella vita non c’è solo il bianco e il nero. Ma è una bugia. Una bugia molto pericolosa. O evitiamo un aumento della temperatura di 1,5 gradi, oppure no. O evitiamo di innescare una reazione a catena irreversibile che sfuggirà a qualsiasi controllo umano, oppure no.
O scegliamo di voler esistere ancora come civiltà, oppure no. E questo è bianco o nero.
Non ci sono zone grigie quando si parla di sopravvivenza. Dobbiamo compiere una scelta.
Possiamo avviare un’azione trasformatrice che salvaguardi le condizioni di vita delle generazioni future.
Gli adulti continuano a dire: «Dobbiamo dare speranza ai giovani». Ma io non voglio la vostra speranza.
Non voglio che siate ottimisti. Voglio che siate in preda al panico. Voglio che proviate la paura che io provo ogni giorno.
E poi voglio che agiate. Voglio che agiate come fareste in un’emergenza. Voglio che agiate come se la nostra casa fosse in fiamme.
Perché lo è.
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