Grammatica latina: come si divide in sillabe

Grammatica latina e divisione in sillabe: ecco come si divide in silla be una parola latina sulla base di un criterio fondamentale: la quantità vocalica

Grammatica latina: come si divide in sillabe
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DIVISIONE IN SILLABE LATINO

Come si divide in sillabe in latino? Ecco una pratica guida per riconoscere la quantità delle vocali e dividere correttamente la parola
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Il latino è una lingua non sempre molto amata dagli studenti, probabilmente perché sentita come molto lontana. Eppure è proprio il latino ad aver dato origine alle moderne lingue romanze parlate oggi - italiano, spagnolo, portoghese, francese, romeno...- al punto che si può quasi dire che le lingue che noi usiamo per comunicare siano praticamente varianti di un'unica lingua. Insomma: è come se - pensandoci bene - oggi parlassimo quasi tutti una sorta di latino modificato nel tempo.

Tuttavia, analizzando i testi latini, qualche difficoltà si può incontrare. Una delle maggiori, per gli studenti che hanno a che fare con il latino a scuola, è proprio quella della divisione in sillabe, così diversa da quella italiana.

GRAMMATICA LATINA: L'ALFABETO

ell'alfabeto latino le lettere sono 24: A, B, C, D, E, F, G, H, I, K, L, M, N, O, P, Q, R, S, T, U, V, X, Y, Z. Attenzione però: le parole che contengono le ultime due lettere, Y e Z, si pensa non siano prettamente latine, ma di probabile origine straniera. Tuttavia anche altre lettere, meno sospettabili, non sono proprie del più antico livello dell'alfabeto latino. Tra queste la G, che è più giovane delle altre, dal momento che originariamente il suono espresso con questa lettera veniva descritto graficamente con la lettera C.

GRAMMATICA LATINA: VOCALI, DITTONGHI E PRONUNCIA

Le vocali sono le stesse che per l'italiano: A, E, I, O, U, e si pronunciano come in italiano. La Y di origine greca si pronuncia comunque I.

Le vocali si possono anche trovare unite insieme, formando quello che viene chiamato dittongo. I dittonghi sono costituiti da una vocale più forte, la A, la E o la O, e una vocale debole, oppure da due vocali dello stesso tipo.

  • Le combinazioni più frequenti sono: "AE", "AU", "EU", "OE".
  • Rari sono "EI", "UI" ed "YI".
  • I dittonghi "AE" e "OE" si pronunziano E. Ma Poeta si legge Poèta, come in italiano, poiché comprendendo il latino la dieresi, i due puntini sulla lettera E, ci dicono che O ed E non formano dittongo.

Anche per le consonanti ci sono dei casi i cui la differenza tra grafie antiche e consuetudini moderne è un po' più rilevante. Ad esempio il gruppo "PH" si pronuncia f, e il gruppo "TI" + vocale si pronuncia zi.

Ci sono delle eccezioni. Si pronuncia ti:

  • Se il gruppo "TI" + vocale è preceduto da S, T, X
  • Se la sillaba "TI" è accentata
  • Se il gruppo è all'interno di un nome greco

COME SI DIVIDE UNA PAROLA IN SILLABE IN LATINO

Il latino, come l'italiano, divide in sillabe la parola, anche allo scopo di definirne correttamente l'accento. Le sillabe sono l'unità fonetica minima indispensabile alla pronuncia delle parole.

Una cosa di cui devi tener presente è che le sillabe in latino possono essere brevi o lunghe, perché le vocali del latino non sono davvero 5, ma 10: 5 brevi e 5 lunghe. Ma come si possono riconoscere?

  • Una vocale seguita da due consonanti è lunga (es e nella parola acceptum). Per indicare una vocale lunga, vi si pone sopra un simbolo simile a un piccolo trattino.
  • I dittonghi sono sempre lunghi
  • La y è generalmente breve, tranne quando trascrive nomi greci

Perché è importante sapere se una vocale (e di conseguenza una sillaba) è breve o lunga? Perché a seconda della lunghezza vocalica cambia completamente il significato di una parola, come in questo caso:

  • Populus (prima o breve): popolo
  • Populus (prima o lunga): pioppo

Ma come si fa quindi a stabilire se una sillaba è lunga o breve?

  • Sono brevi le sillabe che contengono una vocale breve, dopo la quale non ci sia una consonante che fa parte della stessa sillaba. La consonante che segue fa capo alla sillaba successiva.
  • Sono lunghe le sillabe che contengono vocali lunghe, un dittongo o che contengono una vocale seguita da una consonante che fa parte della stessa sillaba (in questo caso si parla di sillaba chiusa).

Da qui discende l'accento di una parola, che segue tre leggi (con le dovute apparenti eccezioni che in questa sede non tratteremo):

  1. Legge del trisillabismo: l'accento non può risalire oltre la terzultima sillaba
  2. Legge della baritonesi: l'accento non può cadere sull'ultima sillaba
  3. Legge della penultima: in una parola di più di due sillabe, l'accento cade sulla penultima sillaba se questa è lunga, e sulla terzultima se invece è breve.

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