Giulio Cesare: storia del primo degli imperatori romani, il più importante dopo Ottaviano. Dalla nascita, all'ascesa al potere fino alle Idi di Marzo e la morte.
Gaio Giulio Cesare è stato uno dei più importanti uomini politici, condottieri e autori della storia. Primo imperatore di Roma, nacque il 12 luglio del 100 a.C. da una famiglia illustre, ma non molto ricca di Roma, la gens Iulia. Da giovane Cesare viveva con la sua famiglia in una casa del quartiere popolare di Roma, la Suburra, e fu forse per questo che si schierò sin da subito con i Popolari, la fazione politica che difendeva quanto voluto dal popolo in opposizione agli Ottimati, sostenuti dall'aristocrazia e dal Senato della Repubblica di Roma. Nell'84 a.C. Giulio Cesare sposò la figlia di Lucio Cornelio Cinna, politico alleato del rappresentante dei Popolari nel corso della guerra civile, Gaio Mario. Il nuovo legame con una famiglia di Popolari, causò negli anni della dittatura di Silla problemi a Cesare, che decise di partire per il servizio militare in Asia.
Profilo della testa dell'imperatore romano Giulio Cesare. Opera scultorea d'epoca romana, conservata al Camposanto di Pisa. —
Fonte: ansa
Nel 78 a.C. Silla morì e Giulio Cesare rientrò a Roma dove cominciò a dedicarsi alla carriera di avvocato e di politico attaccando gli Ottimati e divenendo un importante rappresentante dei Popolari. Nel 72 Cesare fu eletto tribuno militare e con questa carica si impegnò nel ripristino dei poteri dei tribuni della plebe che Silla aveva ridimensionato durante il suo governo. Nel 69 a.C. Giulio Cesare fu eletto questore e si recò in Spagna dove secondo la leggenda decise di intraprendere una grande carriera politica. Mentre osservava una statua di Alessandro Magno, Cesare disse infatti:
Tornato a Roma, Giulio Cesare si impegnò per ottenere più potere. Nel 65 a.C. partecipò alla prima congiura organizzata da Catilina, un nobile romano, alla fine della quale Cesare avrebbe dovuto ottenere un ruolo importante e che fallì. Quando nel 63 a. C. la seconda congiura di Catilina fu scoperta dall'avvocato Marco Tullio Cicerone, tra i congiurati comparve anche Cesare che venne scagionato dalle accuse.
Nel 62 a.C. Giulio Cesare fu eletto pontefice massimo, carica con la quale diveniva il protettore del diritto e del culto a Roma e nel 61 governatore della provincia di Spagna ulteriore.
Giulio Cesare mirava a divenire console e per ottenere l'appoggio economico e politico necessario a conquistare la carica nel 60 a.C. stipulò un'alleanza strategica, detta dagli storici primo triumvirato, con due tra i maggiori capi politici dell'epoca:
Gneo Pompeo, il generale che aveva al suo attivo il maggior numero di vittorie della Repubblica che sposò la figlia di Cesare
Nel 59 a.C. Giulio Cesare fu eletto console e per conquistare il consenso del popolo fece votare delle leggi agrarie con cui venivano assegnate terre di proprietà pubblica. Si fece inoltre conferire il governo delle province romane di Gallia Cisalpina e Narbonense da dove iniziò la guerre per espandere i territori di Roma.
Tra il 58 e il 50 a.C. Giulio Cesare condusse una serie di campagne militari contro le tribù galliche, germaniche e britanne di cui Cesare stesso ci parla nel De bello gallico. Il Senato inviò Giulio Cesare in Gallia per allontanarlo da Roma perché divenuto troppo potente, ma il giovane console aveva intenzione di sfruttare l'occasione a suo favore: promise al Senato di trionfare sulle tribù nemiche dei Romani e prima di partire fece allontanare da Roma due esponenti di spicco dei senatori Ottimati, Cicerone e Catone Uticense, in modo da evitare problemi. Una volta giunto in Gallia, Giulio Cesare iniziò l'opera di totale conquista della regione e di ulteriore espansione dei territori di Roma.
Busto di Giulio Cesare da bambino: opera conservata al Museo Chiaramonti dei Musei Vaticani —
Fonte: ansa
Nel 58 a.C. sconfisse gliElvezi, popolo stanziato lungo il fiume Reno, che si accingeva ad attraversare il territorio romano della Gallia Narbonense. Tra 57 e 55 a.C. Giulio Cesare sbaragliò i Belgi situati nella Gallia del nord e penetrò in Germania e in Britannia per allargare i territori di Roma. Nel 52 a.C. l'ultimo atto della guerra in Gallia fu la rivolta delle tribù galliche guidate dal re degli Arverni Vercingetorige, che Giulio Cesare riuscì a sedare nel 50 a.C., nonostante l'inferiorità numerica dei Romani. La Gallia diveniva una provincia romana: i domini di Roma si erano espansi in modo notevole, comprendendo l'Europa centrale oltre alla Spagna e all'Oriente.
Ritratto di Pompeo, Museo del Louvre di Parigi —
Fonte: ansa
Il triumvirato con Pompeo e Crasso si era sciolto nel 53 a.C. con la morte di quest'ultimo e Pompeo, approfittando dell'assenza di Cesare e grazie all'aiuto del Senato, era divenuto il padrone di Roma. Nel 50 a.C. il Senato ordinò a Cesare di lasciare il comando dell'esercito e di tornare a Roma, ma il conquistatore della Gallia, che mirava a stabilire il suo comando personale e per questo voleva riformare le istituzioni della Repubblica in senso monarchico, decise sì di muoversi verso Roma, ma alla testa dell'esercito a lui fedele. Nel 49 a.C. varcò il fiume Rubicone, che segnava il limite oltre il quale era vietato a un generale di procedere verso Roma seguito dalle sue truppe, dichiarando ufficialmente guerra al Senato e a Pompeo.
Iniziata la guerra, Pompeo fuggì in Puglia e poi in Grecia per riorganizzare l'esercito. Occupata Roma e l'Italia, Cesare si recò in Spagna dove sconfisse le legioni di Pompeo prima di volgersi contro lo stesso Pompeo, che in Oriente aveva allestito un grande esercito, sconfiggendolo nel 48 a.C. a Farsalo. Fuggito in Egitto per trovare protezione, Pompeo fu ucciso da Tolomeo XIII, faraone egizio fedele a Cesare. Tra 47 e 46 a.C. Cesare sbarcò in Africa e in Oriente: pose sul trono d'Egitto Cleopatra, una valida alleata per Roma e pronunciò la celebre frase «veni, vidi, vici» dopo la vittoria a Zela. A Tapso sbaragliò i pompeiani rimasti. La guerra civile, raccontata da Cesare nel De bello civili, terminò con la battaglia di Munda del 45 a.C. durante la quale Cesare distrusse le ultime truppe fedeli a Pompeo e alla Repubblica.
Testa di Ottaviano Augusto, conservata ai Musei Vaticani —
Fonte: ansa
Nel 45 a.C. Cesare si garantì un erede adottando Ottaviano e nel 44 a.C. si fece eleggere dittatore a vita divenendo il più potente tra i Romani. Una volta acquisito il potere assoluto iniziò a trasformare le istituzioni statali in senso monarchico perché era convinto che Roma non potesse più essere governata come una Repubblica e che l'ordine potesse essere mantenuto solo da una forte personalità. Cesare durante il suo governo:
Assegnò terre agli agricoltori e ai soldati
Inserì nel Senato membri fedeli
Riformò il calendario
Estese il numero dei cittadini romani dando più diritti a tutti
Promosse opere pubbliche
Rafforzò i confini e creò nuove colonie
Statua di Giulio Cesare a Parigi —
Fonte: ansa
L'opposizione a Giulio Cesare degli aristocratici e del Senato non era però ancora spenta. Il 15 marzo del 44 a.C., il giorno delle Idi di marzo secondo il calendario romano, trovò compimento la congiura organizzata da sessanta senatori contrari al potere personale di Cesare, che si consideravano custodi e difensori della tradizione repubblicana e che erano guidati da Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio. Si racconta che arrivato al Senato, Giulio Cesare venne circondato dai congiurati che iniziarono a pugnalarlo. Capendo di essere senza scampo e avendo visto il figlio Bruto andargli contro, Cesare si coprì il capo e, prima di morire ai piedi della statua di Pompeo, pronunciò la frase:
Con l'assassinio di Giulio Cesare la Repubblica non venne salvata. Le Idi di marzo avevano messo in evidenza la crisi dei valori del Senato e non potevano cancellare l'eredità lasciata da Giulio Cesare: l'idea di uno Stato guidato da una forte personalità che spianò la strada all'ascesa di Ottaviano e alla nascita dell'Impero.
Dopo l'uccisione di Pompeo, Giulio Cesare giunse in Egitto per raccogliere le ricchezze necessarie per mantenere il potere, interrompendo il temporaneo periodo di pace, e Cleopatra realizzò di poter mantenere il proprio trono solo con l'alleanza con il dittatore. Per convenienza politica i due divennero alleati ed amanti.
Dopo la morte di Tolomeo XIII, Cleopatra divenne moglie del fratello Tolomeo XIV, ma nel giugno del 47 a.C. partorì un bambino conosciuto come Cesarione.
Dopo aver eliminato l’opposizione politica, Cesare nel 46 tornò a Roma a celebrare il proprio trionfo e venne raggiunto dalla regina con il consorte ufficiale e l'erede.
Dopo l'uccisione nel 44 Cleopatra tornò frettolosamente ad Alessandria dove morì il consorte e lei divenne ufficialmente reggente per conto del figlio.