Giulio II: biografia e pensiero politico del Papa guerriero
Indice
1Introduzione
Nella storia della Chiesa Giulio II merita un posto importante per diverse ragioni: il suo pontificato, durato circa dieci anni (1503-1510), iniziò nel mezzo delle Guerre d’Italia, con gli equilibri politici della penisola sconvolti dall’inizio delle invasioni straniere. In questo turbolento periodo la principale missione di Giulio II fu quella di restituire al Papato e al cattolicesimo lustro e autorevolezza, e per farlo non mancò di impegnarsi in prima persona in numerose campagne militari.
Nelle idee di Giulio II non esisteva alcuna distinzione tra potere spirituale e potere temporale, e la Chiesa avrebbe dovuto affermare la sua autorità, se necessario, anche con le armi; per questo, oltre che per il suo carattere irruento, risoluto e poco incline ai compromessi, Giulio II si guadagnò l’appellativo di “Papa terribile”, che ben sintetizza il rispetto e il timore che seppe suscitare, con la sua forte personalità, in alleati e nemici.
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Tuttavia le armi non furono l’unico strumento di cui il pontefice si servì nel suo tentativo di restituire grandezza a Roma: al pari di altri principi italiani, si dimostrò consapevole del valore del Rinascimento e dell’importanza dell’arte per il potere, e per questo motivo si rese disponibile a patrocinare il lavoro di alcuni tra i migliori artisti dell’epoca, che con il loro talento, e grazie al mecenatismo di Giulio II, contribuiranno per sempre alla fama della “Città eterna”.
2La formazione e la carriera ecclesiastica
Giuliano Della Rovere - questo il nome di battesimo del futuro Giulio II - nasce ad Albisola, nei pressi di Savona, il 5 dicembre del 1443. Fino a quel momento la famiglia Della Rovere non è tra le più illustri nel panorama politico italiano, ma lo diventerà successivamente grazie all’elezione a papa dello zio paterno Raffaello della Rovere, asceso al soglio pontificio con il nome di Sisto IV nel 1471. Grazie all’influenza dello zio il futuro Giulio II inizia in tenera età la sua formazione presso i frati francescani, avvicinandosi a sua volta alla carriera ecclesiastica.
Proprio nel 1471, grazie all’elezione di Sisto IV e alla prassi nepotistica, Giulio II riceve la sua prima e importante carica ecclesiastica, venendo nominato vescovo della diocesi francese di Carpentras. Con il corso del tempo le cariche aumenteranno rapidamente di numero: sempre nel 1471 viene nominato cardinale con l’importante titolo di San Pietro in Vincoli, ereditato direttamente dallo zio, e diventerà arcivescovo di Avignone. Nel 1480 Giulio II assume inoltre l’importante ruolo diplomatico di legato papale in Francia, dove rimarrà fino al 1484.
Oltre che per l’importanza dei titoli acquisiti, Giulio II si fa conoscere per la sua abilità politica e per la sua spiccata vocazione militare: ad esempio nel 1473, ricevuto l’incarico da Sisto IV di riportare sotto controllo una ribellione in Umbria, non esita a mettersi al comando delle truppe che riporteranno sotto il controllo della Stato della Chiesa le roccaforti ribelli.
In breve tempo la sua abilità politica e diplomatica gli valgono una grande influenza all’interno dello stesso Collegio dei Cardinali, dove inizia a nutrire una forte rivalità con la famiglia Borgia, che nel frattempo è in ascesa in Italia.
Dopo la morte di Sisto IV e la nomina di Innocenzo VIII nel 1484, nelle vesti di cardinale Giulio II continuerà ad accrescere la sua influenza portando un contributo fondamentale all’elezione del nuovo pontefice, tanto che a Roma si diffonde la voce che sia “papa più che il Papa”. Pochi anni dopo, nel 1492, alla morte di Innocenzo VIII, non riesce però a impedire l’elezione del rivale Rodrigo Borgia - papa Alessandro VI - avvenuta con una compravendita di voti a cui Giulio II si rifiuta di prendere parte.
Con l’ascesa di Rodrigo Borgia Giulio II assume un ruolo più defilato nella politica ecclesiastica, cercando nel frattempo di sfruttare la sua influenza per mettere in difficoltà il rivale. Quando nel 1494 il re francese Carlo VIII decide di invadere la penisola, dando inizio al periodo delle Guerre d’Italia, il futuro pontefice appoggia la spedizione nella speranza che Alessandro VI venga deposto. Il risultato non sarà quello auspicato, visto l’omaggio reso al papa dal sovrano francese, che rende più distante Giulio II dalla sua definitiva consacrazione.
3L’ascesa al soglio pontificio e i conflitti militari
Nel 1503 Alessandro VI muore e nel settembre dello stesso anno il conclave elegge papa Pio III, il cui pontificato durerà appena 26 giorni a causa della malattia del pontefice: per Giulio II si apre finalmente la possibilità dell’elezione papale. Per giungere al risultato la rivalità con la famiglia Borgia è momentaneamente messa da parte: in cambio dell’elezione promette infatti a Cesare Borgia di riconoscere i domini personali che questo si è costruito nell’Italia centro-settentrionale. Raggiunto l’accordo, il nuovo conclave che si apre il 31 ottobre 1503 è il più breve della storia, e in appena 10 ore elegge papa Giulio II della Rovere.
Divenuto papa l’obiettivo di Giulio II, nel difficile quadro politico seguito all’inizio delle Guerre d’Italia, è quello di consolidare il dominio territoriale della Chiesa; per perseguire questa strategia è consapevole del fatto che in un momento politico così turbolento occorra disporre di una notevole forza militare. I primi atti amministrativi e fiscali cercheranno di incrementare le finanze papali proprio per sostenere le spese di guerra, anche se necessario attraverso la controversa vendita delle indulgenze e delle cariche ecclesiastiche. Gli sforzi di Giulio II porteranno alla creazione di celebri corpi militari come la Guardia Svizzera, fondata dal pontefice nel 1506.
Con questo obiettivo politico la momentanea tregua con Cesare Borgia è destinata a durare poco: già nel dicembre 1503 Giulio II si impegnò militarmente per riconquistare i territori sottratti dal duca al governo della Chiesa. La rapida vittoria militare, che portò alla reclusione del Borgia a Castel Sant’Angelo, segnò la fine del potere politico della controversa famiglia rivale. Le campagne militari di Giulio II proseguiranno invece ancora per diverso tempo: nel 1506 le milizie papali si rivolgeranno verso Perugia e Bologna, riportandole sotto il controllo della Chiesa, anche grazie all’aiuto della Francia.
Eliminato il pericolo rappresentato da Cesare Borgia per il pontefice il maggiore ostacolo rimaneva la Repubblica di Venezia, che insidiava nella terraferma le roccaforti papali presenti in Romagna. Giulio II si rese così promotore della formazione di una vasta alleanza, nota come “Lega di Cambrai”, con il quale le maggiori potenze europee - Francia, Spagna e Sacro Romano Impero - si alleavano con la Chiesa per fermare l’espansione veneziana. Nel 1509 i veneziani furono sconfitti duramente nella battaglia di Agnaldello, dopo la quale Venezia fu costretta a ritirarsi nella laguna e a rinunciare ai territori fuori da essa.
A questo punto, con una giravolta politica clamorosa, Giulio II si ritirò precipitosamente dall’alleanza perchè preoccupato dalla troppa ingerenza straniera in Italia: per fermare le potenze straniere - in particolare la Francia - l’intraprendente pontefice nel 1511 formò una nuova alleanza, nota come “Lega santa”, che radunò in funzione anti-francese numerose nazioni tra cui Spagna e Inghilterra. Inizialmente la Lega riuscì a ottenere il risultato auspicato; tuttavia due anni più tardi Giulio II, principale garante dell’alleanza, si ammalò di febbre morendo all’età di 70 anni il 21 febbraio 1513, venendo sostituito dal nuovo pontefice Leone X.
3.1Giulio II e Il Principe
Giulio II è stato un punto di riferimento ne “Il principe”, il saggio di dottrina politica scritto da Niccolò Machiavelli. Il papa "guerriero" per lo storico fiorentino è il modello di principe fortunato, perché la sua "virtù" (la caratteristica della sua leadership era l’impetuosità) si accordava al contesto strategico in cui si trovava ad agire, producendo sempre conseguenze felici a fronte di una medesima ripetuta strategia. Il contesto è inteso da Machiavelli come l'insieme dei rapporti di potere e delle situazioni contingenti, il quale determina il successo o l'insuccesso di un'azione politica. Per lui le azioni umane dipendono metà dalla fortuna e metà dalle capacità dell’uomo. Machiavelli rileva inoltre come la durata del pontificato di Giulio II (10 anni) sia stata la causa delle sue fortune: “... perché, se fussino sopravvenuti tempi che fussi bisognato procedere con rispetti, ne seguiva la sua rovina”.
4Il mecenatismo a Roma sotto Giulio II
Come detto l’importanza di Giulio II non fu solamente politica e militare ed è testimoniata dal suo impegno nel patrocinare le arti rinascimentali durante il periodo del suo pontificato: nelle intenzioni del pontefice l’arte doveva essere uno strumento per veicolare l’idea del potere temporale della Chiesa e dare lustro e prestigio al suo governo. Fin dal principio della sua carica intraprese quindi un ambizioso piano artistico e architettonico pensato per abbellire Roma riportandola alla grandezza di un tempo, grazie al patrocinio di alcuni tra i più celebri artisti attivi nel ‘500.
Il primo artista a lavorare sotto la protezione del pontefice fu Donato Bramante, che giunto a Roma nel 1503 ricevette l’incarico di sovrintendente alle fabbriche papali e il compito di rendere più funzionale l’assetto della città. Il lavoro dell’architetto si concretizzerà nel nuovo assetto della basilica di San Pietro, che sarà quasi interamente abbattuta e ricostruita: il lunghissimo cantiere, che avrà una prima fase diretta personalmente da Bramante dal 1505 al 1514, verrà finanziato, non senza scandalo, dai soldi delle indulgenze raccolti da Giulio II.
Del grandioso progetto del Bramante per la basilica rimane oggi l’imponente cupola, simbolo stesso del Vaticano e di Roma, realizzata successivamente grazie all’opera di Michelangelo.
Proprio Michelangelo Buonarroti sarà l’altro grande artista al servizio del pontefice: nel 1505 Michelangelo venne convocato da Giulio II a Roma con l’incarico di realizzare un imponente monumento funebre per il pontefice stesso. Tuttavia il rapporto tra i due uomini sarà burrascoso e altalenante: l’annullamento della commissione per il monumento in favore di altri progetti fece infuriare l’artista, che ritornerà a Roma solo 2 anni più tardi a causa delle pressanti e minacciose richieste dello stesso Papa, intenzionato ad affidare a Michelangelo delle nuove e importanti commissioni per suo conto.
Dal 1507 Michelangelo si dedicò infatti alle decorazioni della volta della Cappella Sistina: l’estenuante lavoro dell’artista porterà tra il 1508 e il 1512 alla realizzazione, nei nove riquadri centrali, degli affreschi noti come Storie della Genesi, tra cui spicca il riquadro nel quale Michelangelo realizzò il celebre Diluvio Universale. Nel 1511 inoltre il lavoro di Michelangelo culminerà nella realizzazione del principale capolavoro presente nella cappella, ovvero la Creazione di Adamo, affresco divenuto icona senza tempo della grandiosità artistica di Michelangelo e di Roma stessa.
Un altro grande artista reclutato in quegli anni dal pontefice sarà Raffaello Sanzio; nel 1506 Giulio II aveva preso la decisione di fondare il primo nucleo dei Musei Vaticani, un polo dove concentrare le bellezze artistiche possedute dalla Chiesa: tra il 1508 e il 1509 l’artista urbinate giungerà a Roma per lavorare alle decorazioni di quattro sale interne al complesso. Il lavoro dell’artista e dei suoi discepoli terminerà molti anni dopo la morte dello stesso Giulio II, e darà vita alle celebri Stanze di Raffaello, ancora oggi uno degli ambienti artisticamente più importanti del famoso complesso museale.
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Domande & Risposte
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In che anni è stato papa Giulio II?
1503-1513.
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Di quali artisti fu mecenate Giulio II?
Bramante, Michelangelo e Raffaello.
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Per cosa viene ricordato Giulio II?
Per essere stato un papa combattivo e aver fondato i Musei Vaticani.