Girolamo Savonarola: vita, pensiero e opere
Indice
- Girolamo Savonarola: l'avvicinamento alla religione
- Girolamo Savonarola a Firenze
- Firenze alla fine del Quattrocento: Carlo VIII e la cacciata di Piero de’ Medici
- Savonarola alla guida della Repubblica di Firenze
- Girolamo Savonarola e il conflitto con il papato
- La morte di Savonarola
- Concetti chiave
1Girolamo Savonarola: l'avvicinamento alla religione
Girolamo Savonarola è stato un frate domenicano al cui nome è legata la storia di Firenze tra il quindicesimo e il sedicesimo secolo, soprattutto durante gli anni seguenti alla discesa di Carlo VIII in Italia nel 1494 e alla successiva cacciata della famiglia Medici da Firenze.
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Girolamo Savonarola nacque nella città di Ferrara, nel 1452. Il suo primo insegnante fu suo nonno, un medico. Anche Girolamo intraprese gli studi per avviarsi alla professione di medico. Lo studio della medicina, campo nel quale la sua famiglia si era distinta, venne però ben presto abbandonato.
Girolamo in quegli anni aveva infatti mostrato una maggiore inclinazione e un più vivo interesse per lo studio della filosofia.
Nei suoi vent’anni, Girolamo diede prova di un profondo senso religioso e di una acuta capacità di analisi attraverso la scrittura di due testi:
- De ruina mundi, scritto nel 1472;
- De ruina Ecclesiae, scritto nel 147.
La scelta di una vita dedicata alla religione e alla predicazione assunse, nel caso di Girolamo, un carattere radicale. Infatti a ventitré anni decise di scappare di casa e dirigersi a Bologna per aderire all’ordine domenicano.
Dopo aver vissuto presso il convento bolognese di San Domenico, decise di trasferirsi nuovamente, questa volta a Ferrara, per dedicarsi allo studio della teologia.
2Girolamo Savonarola a Firenze
Dopo aver soggiornato in numerose città del centro e del Nord Italia e aver cominciato a dare prova delle sue notevoli capacità di predicatore e del suo rigore morale, nel 1489 si trasferì a Firenze. Egli era stato chiamato in città da Lorenzo il Magnifico, su intercessione del noto filosofo Pico della Mirandola.
In questa città le sue predicazioni e le sue invettive intrise di critica fermissima e virulenta alla corruzione della chiesa e della società divennero estremamente note. Egli sosteneva che solo un cambiamento nei costumi e un vero e proprio rinnovamento della società avrebbero evitato il castigo divino. I suoi discorsi erano particolarmente efficaci anche perché Savonarola arricchiva le sue predicazioni con minacce e profezie.
Nell’imminenza della discesa in Italia di Carlo VIII, nel 1494, la profezia di Savonarola secondo la quale l’Italia sarebbe stata presto punita per la sua corruzione con l’arrivo di un nuovo Ciro, destò grande clamore.
3Firenze alla fine del Quattrocento: Carlo VIII e la cacciata di Piero de’ Medici
Il fervore religioso dimostrato da Savonarola va contestualizzato in un momento particolarmente complesso vissuto dalla città di Firenze. Morto nel 1492 Lorenzo il Magnifico, il grande cultore delle arti e promotore della cultura e della letteratura, gli succedette Piero de’ Medici. Questi concesse alcune piazzeforti al re francese Carlo VIII e per questa ragione la città insorse e lo scacciò.
A Firenze si aprì così una nuova stagione politica: venne instaurata nel 1494 una Repubblica che sarebbe sopravvissuta fino al 1512, anno in cui la famiglia Medici fece ritorno in città. Inizialmente, la Repubblica ebbe come guida proprio il frate Savonarola.
4Savonarola alla guida della Repubblica di Firenze
Savonarola mise in atto una serie di riforme volte a trasformare profondamente la vita di Firenze e dei suoi cittadini. Agli obiettivi polemici delle sue predicazioni, la corruzione e la ricchezza dei Medici e della Chiesa, egli unì l’azione pratica e politica di rinnovamento della città.
Savonarola mise in atto una serie di riforme:
- creò alcuni consigli cittadini per la gestione della città e per la sua riorganizzazione amministrativa e politica. In particolare, alcuni consigli furono aperti a un numero ristretto di fiorentini, i notabili della città; il Consiglio grande, invece, fu aperto a strati più larghi della popolazione e accolse fino a tremila cittadini;
- Il Consiglio grande ebbe una grande rilevanza con Savonarola, poiché ad esso era riconosciuto il potere legislativo.
Tra i provvedimenti messi in atto vi furono anche leggi volte a colpire il lusso e lo sfarzo, per colpire la ricchezza e l’attaccamento ad essa, in nome del rigore morale e di una vita più sobria e non ancorata ai beni materiali e al denaro.
Proprio in virtù di questa visione egualitaria, Savonarola fu autore di ulteriori misure che però gli costarono l’ostilità dei maggiorenti della città. Egli infatti introdusse una riforma della fiscalità volta a ridurre lo sperequazione sociale. In particolare, tra i suoi provvedimenti considerati più incisivi e innovatori va ricordata l’introduzione di una tassa progressiva sul reddito e una imposta sulle proprietà fondiarie.
La società fiorentina era profondamente divisa rispetto all’operato del frate domenicano. Tra i suoi oppositori figuravano gli Arrabbiati (i cittadini più facoltosi della città) e i Palleschi (a favore del ritorno dei Medici). A sostegno di Savonarola e delle sue riforme erano invece i Piagnoni, quei cittadini che richiedevano un rinnovamento della società fiorentina e denunciavano, insieme a Savonarola, la corruzione e il malcostume dei Medici e del papa.
I Piagnoni si distinsero inoltre per essere tra gli autori e gli organizzatori dei cosiddetti “roghi delle vanità” durante i quali i beni di lusso dei fiorentini più ricchi venivano bruciati nelle piazze cittadine.
5Girolamo Savonarola e il conflitto con il papato
Papa Alessandro VI contrastò apertamente Savonarola e le sue predicazioni. Per bloccare l’attività del frate, Alessandro VI nel 1495 richiese per lui un processo che, tuttavia, non venne celebrato. Alessandro VI impose allora che egli sospendesse le sue predicazioni. Il frate non solo dimostrò di non avere alcuna intenzione di trattenersi dalle sue predicazioni, ma moltiplicò le invettive contro il papato.
Nel 1497 il papa procedette con la scomunica di Savonarola. Questi, nonostante la gravissima ed estrema misura presa dal pontefice con la quale egli veniva escluso dalla comunità religiosa dei fedeli, continuò la sua attività e non tenne conto delle direttive papali. Le tensioni e le divisioni in città intanto aumentavano, acutizzate dal rischio concreto del ritorno dei Medici in città. Il papa minacciò intanto di colpire Firenze con l’interdetto. Un provvedimento così grave ridusse notevolmente il consenso e la protezione che fino ad allora avevano circondato la figura di Savonarola.
6La morte di Savonarola
La fine di Savonarola è legata alla mancata “prova del fuoco”. Per dimostrare di non essere inviso a Dio, nonostante la netta opposizione da parte del papa, egli avrebbe dovuto camminare su dei carboni ardenti. Tutti i fiorentini, e soprattutto i Piagnoni, riponevano numerose aspettative in questa prova. Essa, infatti, nel caso in cui Savonarola fosse riuscito a portarla a termine, sarebbe stata l’attestazione inconfutabile della bontà e della giustizia degli intenti di Savonarola. Tuttavia, il sopraggiungere della pioggia ne impedì l’esecuzione. La delusione per i suoi sostenitori fu cocente.
Gli Arrabbiati colsero l’occasione e attaccarono fisicamente il frate. Questi si consegnò alle autorità. Celebrato il processo, Savonarola fu condannato a morte. Il 23 maggio 1498 il frate domenicano venne così impiccato nella centrale e prestigiosa Piazza della Signoria, nel cuore di Firenze, insieme ad altri due frati. I loro corpi vennero poi bruciati sul rogo.
6.1Savonarola, servo di Dio
Il 30 maggio 1997, nel quinto centenario della morte, la Postulazione Generale dei Domenicani ha chiesto all'Arcidiocesi di Firenze di poter considerare la possibilità di iniziare una causa di beatificazione e canonizzazione per Girolamo Savonarola. La commissione storica e quella teologica, istruite dal cardinal Silvano Piovanelli, arcivescovo di Firenze, hanno dato un parere positivo ma il nulla osta per l’avvio della causa non è mai stato concesso dalla Santa Sede. Oggi Savonarola è considerato dalla Chiesa “servo di Dio”, titolo che viene assegnato dalla Chiesa Cattolica dopo la morte a persone che ritiene si siano distinte per “santità di vita”, e per le quali è stato avviato il processo di beatificazione. Il titolo successivo, qualora il Servo di Dio abbia mostrato particolare “eroicità delle virtù”, è "Venerabile".
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Domande & Risposte
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Cosa accadde a Firenze dopo la morte di Savonarola?
Fu assunto come segretario della Seconda Cancelleria della Repubblica di Firenze Niccolò Machiavelli.
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Come è morto Girolamo Savonarola?
Girolamo Savonarola venne impiccato e poi bruciato il 23 maggio del 1498.
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Dove morì Savonarola?
Piazza della Signoria, Firenze.