Analisi del testo del componimento Novembre di Giovanni Pascoli
Novembre di Giovanni Pascoli: l'analisi, il significato, la spiegazione delle figure retoriche e il testo del componimento tratto dalla raccolta poetica Myricae
GIOVANNI PASCOLI
Giovanni Pascoli è uno dei poeti più importanti vissuti in Italia a cavallo fra '800 e '900. Simbolista, ha realizzato una serie di opere incentrate sul racconto delle "piccole cose", accanto ad ampie riflessioni sul dolore, sulla solidarietà e sul senso della morte.
La sua raccolta più famosa è senza dubbio Myricae che contiene, tra gli altri, anche il componimento Novembre.
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NOVEMBRE, PASCOLI
Il testo della poesia:
Gemmea l'aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l'odorino amaro
senti nel cuore...
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. È l'estate
fredda, dei morti.
Novembre, come già detto, è tratta da Myricae, prima raccolta di poesie pascoliane.
La lirica parla dei giorni antecedenti a quelli di San Martino. L’aria si fa più calda e ci sembra quasi estate. Guardandoci intorno speriamo di trovare qualche albicocco in fiore, ma guardando più attentamente vediamo solo foglie secche.
Pascoli allude ad una situazione di fragilità: l'illusione di un'estate fredda, quella dei morti.
La poesia di Pascoli è composta da tre strofe di endecasillabi che diventano quinari nell’ultimo verso di ogni strofa.
Le rime seguono lo schema tipico della rima alternata: ABAB.
Stilisticamente possiamo individuare:
- Enjambement nella 3°-5°-7°-9°-10°-11° strofa, per sottolineare l’accostamento tra vita e morte.
- Paratassi: in tutta la poesia troviamo solo cinque periodi. La paratassi aumenta il ritmo della narrazione.
- Iperbato, visibile nel penultimo verso.
- Assonanza: sole-fiore.
- Consonanza: chiaro, fiore, amaro, cuore.
- Ossimoro: è l’estate fredda, dei morti.
- Sinestesia: cadere fragile.
- Allitterazioni: la S per parole come stecchite, segnano, sereno, secco, sonante, sembra; la V per parole come cavo e vuoto; e la N e la T per nere trame.
I suoni cupi (r, s, t, v) della seconda strofa ricordano la cupezza dei temi: il poeta ricorda ancora una volta il padre morto quando lui era ancora un bambino.
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