Giornata della felicità, 20 marzo: come si esprime nelle lingue del mondo

Cos'è la gioia per uno svedese? E per uno spagnolo? Cosa c'entrano i lombrichi con la felicità? Scopriamolo, per la giornata della felicità del 20 marzo

Giornata della felicità, 20 marzo: come si esprime nelle lingue del mondo
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Giornata della felicità, 20 marzo

Giornata della felicità, 20 marzo
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Il 20 marzo è la giornata internazionale della felicità, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ma si può davvero dire che esista un unico tipo di felicità?

In verità no: le sfumature della felicità sono tantissime, e tutte diverse in relazione ai vari paesi del mondo. E così lo sono anche le frasi idiomatiche, che associano il concetto di gioia a diversi elementi, naturali e non.

Vediamo quindi quali sono le espressioni idiomatiche più curiose sulla felicità, e cerchiamo di capire qualcosa di più sui vari paesi del mondo.

La felicità per i popoli del mondo

Il concetto di felicità varia moltissimo in base ai popoli del mondo: non per tutti la felicità è la stessa.

La felicità, nelle diverse culture, viene infatti associata ad elementi diversi: alle occasioni conviviali, alle giornate di sole, ma anche alla buona musica e ad un ambiente accogliente. Babbel ha stilato un elenco dei termini più rappresentativi per diversi popoli del mondo: eccoli qui sotto.

La felicità per gli svedesi

Il termine Mys indica un concetto tipicamente svedese associabile ad un’atmosfera “accogliente” o “confortevole”. Il termine indica un senso di benessere e gioia derivato da occasioni conviviali e amichevoli. “Mys” enfatizza anche la felicità di quei piccoli momenti che danno conforto, come, per esempio, il fatto di indossare un maglione particolarmente morbido o rimanere al caldo sotto le coperte quando fuori fa freddo. E infatti questa parola è tipicamente associata alla rigidità dell’inverno nordico e a tutte quelle attività che permettono di rallegrare le giornate più buie (metaforicamente e non!).

Il termine Fika identifica invece un’istituzione sociale - informale, ma di fondamentale importanza - che caratterizza la cultura svedese, ovvero il tempo che ogni giorno bisognerebbe concedersi per bere un caffè e mangiare qualcosa insieme ad una persona cara. Letteralmente si può parafrasare come una “pausa dedicata a torta e caffè”, ma ciò che si mangia non è fondamentale, l’importante è socializzare! La parola, che si suppone debba la sua forma attuale ad un processo che in linguistica si definisce “metatesi”, ossia uno scambio tra sillabe contigue, dell’antica parola svedese Kaffi, ha assunto il significato odierno a partire dagli inizi del XX secolo.

La felicità per gli islandesi

La parola Sólarfrí in Islanda rievoca le giornate di sole. In quest’isola dal clima particolarmente rigido, infatti, i rari momenti di sole devono essere goduti a pieno: “sólarfrí” - traducibile letteralmente come “vacanza al sole” - è il termine usato dagli islandesi per indicare una giornata libera dagli impegni di lavoro, in cui ci si concede una pausa per vivere a pieno il bel tempo. Non è raro, in queste occasioni, che presso i negozi e gli uffici pubblici si trovi un cartello con scritto “sólarfrí”: non c’è bisogno di nessun’altra spiegazione… ai dipendenti viene concesso del tempo libero per godersi il sole.

La felicità per gli arabi

Taarab è una parola che si traduce con “danzare”, questo termine in arabo è associato alla musica. Il significato è infatti legato alla felicità che l’ascoltatore prova quando gode della buona musica e ci si perde completamente. Questa parola viene usata anche in alcuni stati africani, come la Tanzania e il Kenya, per indicare un genere musicale a sé stante; inoltre, sempre in questi contesti, “taraab” arriva a indicare anche una vera e propria unione tra la persona e le emozioni positive generate dalla musica.

La felicità per i danesi

L'Hygge è la chiave della felicità danese, l’hygge è una forma di intimità che evoca benessere e contentezza. Si tratta di un concetto del tutto danese, associato a particolari semplici ma fondamentali per la felicità quotidiana. Un ambiente sicuro, le persone a cui si è affezionati, una tazza di cioccolata calda, qualche candela: tutto questo è hygge.

Espressioni idiomatiche che indicano la felicità

Ogni lingua associa alla felicità un preciso termine, ma anche uno specifico concetto. Non mancano nelle lingue del mondo paragoni che a noi possono sembrare inconsueti, ma che in verità hanno molo senso se calati nella cultura del paese che li ha coniati. Vediamone qualcuno:

  • As cool as a cucumber: questa espressione idiomatica inglese può essere tradotta letteralmente come “fresco come un cetriolo”. La frase sarebbe stata popolarizzata a metà del XVII secolo in seguito alla pubblicazione di una poesia del poeta e drammaturgo inglese John Gay. All’origine di questa espressione la natura dei cetrioli: a prescindere dalla temperatura esterna, la parte interna di quest’ortaggio rimane sempre fresca grazie alla quantità d’acqua in esso contenuta; da qui la frase, usata spesso in Inghilterra, riferita a chi riesce a rimanere felice e a proprio agio nonostante l’atmosfera (magari negativa) che lo circonda.
  • Ser Feliz como una lombriz: quando vogliono esprimere la propria gioia, gli spagnoli affermano invece di “essere felici come un lombrico”. Non sembra esserci una tradizione specifica legata a questa espressione, ma pare sia attribuibile alla biologia dei lombrichi, che possono avere fino a dieci cuori. La frase farebbe, dunque, riferimento a questa particolarità dell’animale, associando la quantità di cuori alla grandezza della felicità che si può provare. Un’altra delle ragioni dietro la nascita della metafora potrebbe essere collegata semplicemente all'assonanza tra le parole “feliz” e “lombriz”.
  • Sich freuen wie ein Schneekönig: questa espressione tedesca, traducibile letteralmente come “gioire come un re della neve”, non si riferisce, come si potrebbe pensare, ad un misterioso monarca, bensì ad un assiduo frequentatore dei giardini di tutta Europa: lo scricciolo. Diversamente da molti altri uccelli canori, questo piccolo volatile non migra verso sud durante l’inverno, ed è frequente vederlo cantare e saltellare felice anche nei mesi più freddi. Per questo motivo in Germania viene anche chiamato “re delle nevi” ed associato ad uno stato di felicità e spensieratezza.
  • Be like a dog with two tails: gli inglesi utilizzano questa espressione, letteralmente traducibile come “essere come un cane con due code” per indicare estrema felicità e contentezza. Il riferimento, come è facile intuire, è al movimento della coda che questi animali utilizzano per esprimere la propria gioia.
  • As happy as Larry: questa espressione viene utilizzata per indicare una persona molto felice, in particolare qualcuno che è sempre gioioso anche quando le cose non vanno bene. Il primo riferimento scritto è stato trovato in un'opera di un autore neozelandese del 1875 ed è traducibile letteralmente come "felice come Larry". Ma chi è Larry? Le teorie più accreditate per l'utilizzo di questo nome sono due: la prima fa riferimento al pugile australiano Larry Foley, rimasto sempre imbattuto, mentre la seconda indica come origine la parola "larrikin", termine gergale della Cornovaglia e poi dell'Australia e della Nuova Zelanda per descrivere un combinaguai.

Tema sulla giornata della felicità

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Un aiuto extra per il tuo studio

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