FORMAZIONE PER I NEET
Sono cinque gli open day in presenza o da remoto che Gi Group mette a disposizione dei NEET lombardi per presentare ai ragazzi e alle ragazze tra i 18 e i 29 anni i corsi di formazione post-diploma del Gi Group Training Hub.
Sei i percorsi in partenza il prossimo autunno che si concentrano su settori in espansione - anche in ottica di sostenibilità e digitalizzazione - e che offrono opportunità importanti anche in termini di occupazione: parliamo di meccatronica, logistica, automazione d’impianti, ICT, digital & marketing, Amministrazione, contabilità, paghe e contributi: tutti settori di cui abbiamo già parlato trattando il mondo degli ITS, il cui tasso di occupabilità è molto simile al 90% garantito dalla formazione di Gi Group.
Il progetto di Gi Group va a inserirsi in un tessuto sociale che ha fortemente bisogno di azioni di integrazione e formazione: sono circa 255mila i NEET della Lombardia - giovani, cioè, che non studiano e non lavorano - quasi il 18% del numero nazionale. Il mismatch di competenze - ovvero le competenze che i giovani hanno, a fronte di quelle realmente richieste dalle aziende - è di circa il 40%. Le posizioni aperte da Gi Group, in sostanza, non vengono riempite perché la forza lavoro disponibile non ha le competenze necessarie per ricoprire i ruoli richiesti.
In questi primi mesi di attività del Gi Group Training Hub oltre 500 candidati che hanno ricevuto o stanno ricevendo servizi di orientamento e corsi “su misura” per poter entrare a pieno titolo nel mondo del lavoro.
SKILLS MISMATCH: COS'È
I partecipanti della formazione erogata da Gi Group Training Hub potranno frequentare i corsi in apprendistato duale, e dopo due anni conseguiranno un titolo di studio riconosciuto e spendibile anche in altri paesi europei (IV/V Livello EQF). A questo va aggiunta anche la possibilità di accedere direttamente al terzo anno dell’università. Francesco Baroni, Country Manager Italia di Gi Group Holding, fa sapere che:
"In Lombardia, così come nel resto del Paese, c’è un problema di competenze e di orientamento dei giovani al lavoro. I programmi scolastici non riescono a stare al passo coi tempi del mercato, il dialogo tra scuola e aziende non sempre viene promosso, così come non vengono valorizzati strumenti virtuosi ed esistenti, come gli ITS, IFTS o l’apprendistato di I livello. A pagarne le conseguenze i più giovani, che spesso rimangono inattivi a fronte di un mercato che necessita di profili e non ne trova. Per noi, la via da percorrere è quella di una formazione che risponda alle effettive esigenze delle aziende e che veda, quindi, collaborare i diversi player per colmare lo skills mismatch".
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