Un modello che nasce all'inizio del '900. Di seguito la spiegazione delle leggi, i postulati e i teorici
LA GESTALT
Il termine Gestal sta ad indicare che per la coscienza ciò che è significativo non sono tanto le singole sensazioni quanto degli insiemi, delle configurazioni organizzate e strutturate.
Il caposcuola del "gestaltismo" è lo psicologo austriaco C. von Ehrenfels, autore nel 1890 di un saggio che espone il concetto di "qualità-Gestalt", illustrandolo mediante riferimenti concreti: una musica, ad esempio ha un’individualità che va al di là della semplice successione o giustapposizione dei suoni che la compongono.
Questa teoria nasce all’inizio del 900 e i sui principali esponenti sono Werheimer, Kohler e Koffka.
Le leggi della gestal sono:
- buona forma: la struttura percepita è sempre la più semplice
- prossimità: gli elementi sono raggruppati in funzione delle loro rispettive distanze
- somiglianza: gli stimoli simili si assemblano
- buona continuità: gli elementi sono percepiti come appartenenti ad un insieme coerente e continuo
- destino comune: quando gli elementi sono in movimento vengono raggruppati quelli per cui emerge uno spostamento coerente.
Questa visione si articola in:
- postulato dell’isomorfismo, cioè una corrispondenza di forme o strutture tra mondo fisico e mondo psichico, secondo un procedimento esplicativo di tipo analogico;
- legge della formazione non additiva della totalità: il tutto si comprende solo a condizione che venga abbandonato l’atteggiamento di considerarlo come la risultante di una somma, per progressive aggiunte, di elementi primitivi: questi cessano di essere considerati meri addendi, ma diventano fattori strutturanti che cadono sotto il carattere dell’appartenenza al tutto ("concezione olistica");
- legge della pregnanza: la pregnanza è considerata un fattore strutturante della percezione, per cui forme ambigue, incomplete o leggermente asimmetriche tendono ad essere percepite come più definite, complete e simmetriche.
Uno sviluppo interessante dei principi della "gestalt" è, infine, rintracciabile nella "teoria del campo" (vedi "teorie della personalità") di Lewin.