I germani: storia, società e religione

I germani nel IV secolo: caratteristiche della società, religione, diritto, e organizzazione dei popoli che parlavano la lingua germanica
I germani: storia, società e religione
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1Chi sono i Germani

Ario: teologo cristiano
Ario: teologo cristiano — Fonte: getty-images

Nel corso del VI secolo in Europa ci furono numerosi cambiamenti. In questo periodo si verificarono infatti trasformazioni profonde a livello economico, politico e sociale. Un ruolo di primo piano nell’imprimere la direzione di questi mutamenti fu svolto dai Germani.     

I Germani era composti da popolazioni piuttosto eterogenee che i romani consideravano barbare perché parlanti una lingua diversa e portatrici di una cultura altra, erano provenienti dai territori collocati oltre i fiumi Reno e Danubio.     

Le popolazioni dei Germani erano a loro volta suddivise in tribù, all’interno delle quali i membri erano legati da vincoli di parentela al cui comando vi era un re, coadiuvato da guerrieri che lo consigliavano nelle scelte più importanti. Alla base della piramide sociale vi erano coloro che non combattevano, ma che lavoravano per il mantenimento delle loro tribù: agricoltori, allevatori, artigiani.     

I Germani erano popolazioni dedite all’agricoltura itinerante e legate alla dimensione del villaggio, non era infatti prevista un’organizzazione statale paragonabile a quella presente nell’Impero romano.  

I contatti con i romani furono prolungati e presero molteplici forme: da quella violenta dei conflitti, delle incursioni e delle razzie, a quella degli scambi commerciali e delle collaborazioni, alle vere e proprie migrazioni. I Germani, infatti, soprattutto a partire dalla fine del IV secolo, premuti da Oriente dagli Unni, una popolazione di origine mongolica, valicarono in massa i confini dell’Impero.  

2Le migrazioni e le invasioni dei Germani

L’invasione e l’occupazione di vaste aree dell’Europa da parte dei Germani a partire dal IV-V secolo può essere così sintetizzata:  

  • L’Italia che prima aveva conosciuto l’occupazione da parte dal re germanico Odoacre, colui che nel 476 aveva deposto Romolo Augustolo – ultimo imperatore dell’Impero romano d’Occidente – fu poi toccata dalla dominazione da parte del popolo germanico degli Ostrogoti.
  • I Vandali, popolo di Germani orientali, che già nel 455 aveva condotto una razzia a Roma, mettendola a ferro e fuoco, si spinse fino ai territori dell’Africa settentrionale (in particolare nelle regioni dell’Algeria, della Tunisia, della Tripolitania) e poi anche alle Baleari, alla Sicilia, alla Corsica, alla Sardegna. Furono tra i primi Germani a dotarsi di una flotta per contrastare le forze navali romani. Il loro regno durò fino alla metà del VI secolo.
  • Il popolo germanico degli Suebi o Svevi si insediò nelle aree occidentali della Spagna; le dominazioni sveve furono poi assoggettate dai Visigoti dal 585.
  • I Burgundi occuparono le regioni situate sull’Alto Reno. Alcune tribù dei Burgundi si spinsero fino ai territori dell’odierna Spagna, altre nei pressi del lago di Ginevra. Nel 534 furono vinti dai Franchi.
  • I Visigoti si stanziarono prima nella penisola iberica e poi nella Gallia sudoccidentale; all’inizio del VI secolo si spostarono nuovamente in Spagna e dettero vita al regno di Toledo.
  • Gli Angli e i Sassoni penetrarono in Britannia e qui costruirono sette regni.
  • Il popolo di stirpe germanica dei Franchi riuscì a creare uno dei più importanti regni romano-barbarici. Essi si insediarono lungo la Senna e nell’area del basso Reno. Con il re Clodoveo, nel 486, riuscirono a conquistare l’integrità della Gallia, fatta eccezione per le regioni meridionali.

3I regni romani barbarici

Odoacre depone Romolo Augusto nel 476 d.C.
Odoacre depone Romolo Augusto nel 476 d.C. — Fonte: getty-images

Un aspetto che caratterizza l’assetto geografico, sociale e politico dell’Occidente del VI secolo è rappresentato dalla presenza dei regni romano-barbarici, una realtà nuova, seguita a queste grandi migrazioni e invasioni. Il termine romano-barbarico descrive la presenza nello stesso territorio di componenti etniche differenti e la convivenza di culture particolarmente eterogenee. 

L’insediamento stabile nei territori dell’Impero era basato sul principio dell’hospitalitas, in base al quale i territori venivano suddivisi tra le popolazioni locali e i Germani: tendenzialmente a questi ultimi spettavano un terzo o due terzi delle terre totali. La società delle aree occidentali dell’Impero mutò così profondamente. 

Numerose erano le differenze tra i diversi regni, in alcuni di essi esistevano buone condizioni di integrazione tra l’elemento germanico e quello romano; in altri la convivenza era particolarmente difficile. Gli storici hanno tuttavia individuato alcune tendenze generali:  

  • nei regni romani barbarici si assisteva a una divisione delle competenze e delle funzioni piuttosto marcata: alla componente indigena, latina, spesso venivano affidati compiti relativi all’amministrazione e all’organizzazione politica dello stato; l’uso delle armi era invece un ambito esclusivo della componente germanica.
  • I Germani continuarono a mantenere le loro tradizioni anche in questa nuova realtà socio-politica e i Romani, nei rapporti con la popolazione autoctona, mantennero leggi e organizzazioni preesistenti.

4Il diritto

Germani e Latini avevano due concezioni del diritto estremamente differenti: 

  1. I latini fondavano il loro diritto sul principio della territorialità: coloro che abitavano nella medesima area erano sottoposti alle medesime leggi.
  2. Per i Germani, invece, il diritto era fondato sul principio della personalità: non era il luogo in cui si viveva a determinare a quali leggi si dovesse rispondere, ma l’appartenenza a un determinato gruppo etnico. Tale modalità di fondare il diritto era legata al fatto che molti popoli germanici erano originariamente nomadi e quindi il principio fondante della legislazione non era dato dai confini entro i quali si viveva, ma dalla specificità della comunità alla quale si apparteneva, ovunque essa si trovasse. I Germani facevano ricadere la giustizia in una dimensione privata: erano infatti considerate lecite e venivano praticate faide e vendette. In seguito, si sostituì la vendetta con il pagamento di una somma in denaro il cui ammontare era stabilito dai giudici. La fonte del diritto era rappresentata dalla consuetudine.

5La religione dei popoli germanici

5.1Il politeismo dei Germani

I Germani erano in origine politeisti. La dimensione della guerra è quella che più riflette il sistema di valori riconducibile al loro pantheon, costruito attorno all’identità e alle vicende di numerosi dei. Tra questi: 

  • la figura principale era quella di Odino, dio della guerra e arbitro delle battaglie, protettore degli eroi che sapevano distinguersi e primeggiare nei conflitti.
  • Figlio di Odino è il dio del fulmine e del tuono, Thor; questi combatteva con il martello ed era considerato un dio protettore della fertilità.
  • Loki era un dio dalla natura almeno in parte ambigua. I Germani ritenevano Loki sia un compagno fedele di Thor, sia un dio in grado di sfidare e ingannare gli altri dei. Dai cristiani verrà paragonato a Satana.
  • Frigg era la dea della fecondità, della casa, dell’amore. I Germani credevano fosse la moglie di Odino.

I Germani erano soliti onorare i loro dei compiendo dei sacrifici a cui seguivano dei pasti consumati insieme. 

5.2L’arianesimo e la conversione di Clodoveo

Battesimo di Clodoveo, 496
Battesimo di Clodoveo, 496 — Fonte: getty-images

Una tappa che segnò un mutamento radicale nel rapporto tra i Germani e la religione si registrò nel corso del IV secolo quando molti di essi si convertirono all’arianesimo

L’arianesimo era una dottrina che aveva trovato la sua origine nell’elaborazione di Ario, prete di Alessandria d’Egitto morto nel 336, in base alla quale era riconosciuta natura divina solo al Padre. Il Figlio, invece, non poteva essere giudicato pari a un dio ed era considerato una figura di mediazione tra la divinità e il mondo. 

Sebbene l’arianesimo fosse stato condannato al concilio di Nicea, il primo concilio ecumenico convocato nel 325, proprio nel IV secolo esso si diffuse ampiamente tra le popolazioni germaniche

Ulfila spiega i Vangeli ai Goti
Ulfila spiega i Vangeli ai Goti — Fonte: getty-images

Un ruolo di primo piano ebbe in questo senso Ulfila, un goto nato nel 311 in Cappadocia e divenuto vescovo nel 341. Questi tradusse la Bibbia in goto, facilitando la diffusione tra la dottrina ariana tra le popolazioni germaniche e in particolare tra i Visigoti

Nel corso del VI secolo, dunque, tra i Germani era predominante la componente ariana, mentre le popolazioni autoctone romane erano in prevalenza cattoliche. Tale differenza spesso rendeva difficili i rapporti tra dominati e dominatori e indeboliva il regno. L’importanza della religione come fattore di potenziale unità è, per opposizione, dimostrato dal caso dei Franchi.  

Questi erano ancora in prevalenza politeisti quando, sul finire del V secolo, il loro re Clodoveo si fece battezzare. Da questo momento i Franchi si convertirono al cattolicesimo ed ebbe inizio una reale integrazione tra i Franchi, le istituzioni ecclesiastiche, le popolazioni gallo-romane autoctone. Tale situazione rese il regno dei Franchi particolarmente forte e fu uno dei fattori che ne garantì la longevità.    

    Domande & Risposte
  • Chi erano i Germani?

    I Germani erano popolazioni, piuttosto eterogenee, parlanti di lingue germaniche e provenienti dai territori collocati oltre i fiumi Reno e Danubio.

  • Come vivevano i Germani?

    I Germani vivevano in villaggi ed erano suddivisi in tribù, all’interno delle quali i membri erano legati da vincoli di parentela.

  • Qual era la religione dei Germani?

    In origine i Germani erano politeisti ma nel corso del IV secolo molti di loro si convertirono all’arianesimo.

  • Quale tipo di agricoltura praticavano i Germani?

    I Germani praticavano l’agricoltura itinerante.