Georg Simmel: biografia, sociologia e pensiero
Indice
1Biografia di Georg Simmel
Georg Simmel nacque nel 1858 a Berlino. Il padre, di religione ebraica, si era poi convertito al cristianesimo. Simmel frequentò l’università nella sua città natale e si laureò in filosofia, con una tesa su Immanuel Kant.
1.1L’università e la carriera accademica
Nel 1885 ottenne l’abilitazione all’insegnamento, ma questo importante titolo non gli permise di avere sin da subito una riconosciuta carriera accademica. L’antisemitismo diffuso e le critiche rivoltegli per una impostazione eccessivamente eclettica furono due freni importanti alla sua ascesa professionale. Infatti, nonostante la larga diffusione dei suoi scritti e il favore che incontrava tra gli studenti, egli riuscì a divenire professore ordinario solo decenni dopo, nel 1914, a Strasburgo.
In questi anni, egli alternò le lezioni alla scrittura di numerose monografie e numerosissimi saggi, dimostrando una molteplicità di interessi che spaziavano dalla sociologia, alla filosofia della cultura, all’estetica e alla filosofia della storia.
Nel 1890 si unì in matrimonio con la filosofa Gertrude Kinel. Nel 1901, quando venne nominato professore straordinario all’università di Berlino, fu il primo ad aprire le porte della sua aula anche alle donne, come libere uditrici.
1.2Il riconoscimento internazionale
Le sue lezioni erano seguite da diversi studiosi, tra cui Robert E. Park che fece circolare il pensiero e gli scritti di Simmel anche negli Stati Uniti. L’opera di Simmel ebbe qui larga fama, divenendo un punto di riferimento essenziale per la sociologia statunitense, in particolare per la scuola di Chicago. Fu anche invitato a insegnare negli Stati Uniti, ma egli declinò tale invito, preferendo restare nel suo Paese natale.
I suoi scritti, sin dall’inizio del Novecento, si imposero nel dibattito internazionale: non solo negli Stati Uniti, ma anche in Francia e in Italia. Il nome di Simmel divenne così particolarmente noto in ambito sociologico.
Nel 1910 partecipò al primo congresso organizzato dall’Associazione tedesca di sociologia, nata un anno prima. Insieme a lui intervennero Ferdinand Tönnies, Max Weber, Werner Sombart, Leopold Von Wiese, personalità fondamentali per la nascita e lo sviluppo della sociologia come disciplina autonoma.
1.3Gli ultimi anni
Nel 1914 fu chiamato all’università di Strasburgo come docente ordinario. Scoppiata la Prima guerra mondiale, egli assunse una posizione nazionalista e a favore del conflitto.
Egli si dedicò all’insegnamento e alla stesura delle sue opere fino alla morte, avvenuta nel 1918 a Strasburgo.
2Le opere di Simmel
Simmel fu un autore molto prolifico: egli scrisse diverse monografie e saggi. Tra le sue opere principali, possono essere ricordate:
- Sulla differenziazione sociale, 1890
- I problemi della filosofia della storia, 1892
- Il problema della sociologia, 1894
- Filosofia del denaro, 1900
- La metropoli e la vita dello spirito, 1903
- Sociologia, 1908
- Individuo e società, 1917
- Intuizione della vita
- Il conflitto della cultura moderna, 1918
3Pensiero e sociologia in Simmel
Pur non avendo creato una scuola, Simmel è considerato tra i padri fondatori della sociologia, insieme a Max Weber e a Émile Durkheim. Secondo questo filosofo e sociologo, la sociologia è un campo di studi aperto: non è infatti una disciplina che può fornire schemi, modelli o leggi universali, perché non esistono né fatti sociali, né società che possano essere considerati entità valide universalmente o realtà date.
Compito della sociologia è indagare le società come realtà storiche determinate dalle relazioni sociali. Il sociologo, nella sua indagine, deve essere in grado di cogliere le manifestazioni concrete per poterne astrarre le forme, individuare cioè quelle strutture tramite le quali un contenuto trova espressione. La sociologia è una disciplina il cui metodo è legato strettamente a colui che osserva, al suo punto di vista e alla distanza che separa questi dal fenomeno preso in esame.
Considerare la sociologia come un campo di studi il cui metodo è legato alla prospettiva dell’osservatore e come una disciplina che non deve e non può fornire leggi universali ha segnato una netta distanza tra questa scienza e il positivismo, corrente entro la quale la sociologia era nata.
4L’interazione sociale o effetto di reciprocità
Simmel evidenzia come ogni fatto sociale sia frutto di relazioni, stabili o passeggere, profonde o superficiali, tra gli individui. Uno dei punti essenziali del suo pensiero è rappresentato dal concetto di interazione sociale o effetto di reciprocità. Con questa espressione, Simmel identifica le relazioni tra gli individui e il meccanismo di reciprocità che esse comportano e innescano. La società è l’insieme di queste relazioni e di tali effetti di reciprocità. L’uomo può allora essere visto, in senso sociologico, come il punto in cui si intersecano le differenti relazioni che coinvolgono lui e gli altri individui con i quali entra in relazione, che influenza egli stesso e dai quali è influenzato.
L’oggetto della sociologia trova così una ulteriore definizione: la sociologia studia la società, cioè le associazioni umane originate dalle azioni degli uomini in relazione con gli altri e con i quali si instaurano legami di reciprocità.
Simmel introduce in merito alla definizione di società, il concetto di sociazione. La sociazione è il processo per mezzo del quale una forma delle interazioni reciproche diviene, con il passare del tempo, stabile. La società è infatti costituita dall’insieme delle forme di relazione reciproca che son divenute oggettive e fisse.
La sociologia è, usando le parole di Simmel, una scienza formale, è cioè una scienza che studia le forme che assumono le relazioni sociali e reciproche nel corso del tempo.
5L’individuo e la società: differenziazione sociale e individualizzazione
Simmel ha notato come l’uomo viva sempre all’interno di cerchie sociali. Nei suoi studi egli ha evidenziato due tendenze opposte: tanto più il gruppo sociale all’interno del quale l’uomo si muove è ristretto, tanto più i legami al suo interno sono forti, stabili. Al contrario, tanto maggiore è la cerchia sociale alla quale fa riferimento l’uomo, tanto più i legami si fanno superficiali e allentati. Nelle società moderne, e in particolare nelle metropoli, l’uomo spesso appartiene a diverse cerchie sociali: ad esempio, la cerchia lavorativa spesso non corrisponde a quella amicale o famigliare. In questo caso, l’uomo è certamente più libero, ma al tempo stesso i punti di riferimento sono più fuggevoli o difficili da individuare, i suoi legami rischiano di essere in numero maggiore, ma meno profondi.
Inoltre, più la cerchia sociale è ampia, maggiori sono la differenziazione sociale e l’individualizzazione, la realtà infatti è più complessa, differenziata e l’uomo, per quanto libero, può andare incontro a una perdita di identità e patire una crisi che mette in luce le contraddizioni di una vita massificata dell’età moderna.
Simmel individua nel cittadino blasé, il cittadino tipo della moderna metropoli, l’emblema della modernità. Egli è annoiato e indifferente, frastornato dalla molteplicità di stimoli ricevuti dalla società nella quale vive, sradicato e individualista.
6Simmel e lo studio sul denaro
Simmel, occupandosi della vita moderna, della metropoli, dell’individuo nella società moderna, dedica anche un importante studio allo scambio economico e al denaro, elementi fortemente legati alle realtà appena citate. A Simmel interessa in particolare cogliere e analizzare le ripercussioni che il denaro ha sull’individuo e sul modo di relazionarsi con gli altri.
Il denaro è uno strumento con cui l’uomo può raggiungere degli obiettivi ed è la concretizzazione, l’oggettivazione, di una funzione, quella di permettere lo scambio economico. Il denaro non ha valore in quanto tale; al tempo stesso, il prezzo di un oggetto non indica il valore reale della merce; il denaro infatti permette alla mediazione di funzionare, ma non gode di qualità intrinseche che esulano dalla sua funzione.
Il denaro occupa un posto centrale nelle interazioni tra gli uomini e ha contribuito a mutare profondamente le relazioni tra loro. Da un lato, la sua circolazione ha permesso di ridurre i fenomeni di diretta subordinazione personale, ma al tempo stesso, in particolare nelle metropoli, ha contribuito al diffondersi di rapporti impersonali e alla valutazione dell’uomo non in base alle sue qualità, ma alle sue funzioni. Tramite il denaro si è infatti diffusa una mentalità che guarda alla realtà in termini quantitativi e strumentali e non qualitativi.
Lo scambio economico diviene metafora degli scambi umani - improntati sul calcolo, sulla funzione e sulla utilità – e anche di questo mutamento è intrisa la tragicità della vita moderna, sempre più massificata e impersonale.