Genz Z e mobilità del futuro: green e sicurezza al primo posto. 1 giovane su 4 è Independent Navigator secondo la survey di Webboh
Genz Z e mobilità del futuro: il sondaggio di Webboh in occasione della Giornata mondiale della Terra che ha coinvolto circa 9.300 giovani
Indice
Genz Z e mobilità del futuro: l'indagine di Webboh
In occasione della Giornata Mondiale della Terra, ricorrenza che si festeggia ogni anno il 22 aprile, Webboh Lab, il primo osservatorio digitale permanente della Gen Z, ha condotto un sondaggio sui temi legati alla mobilità del futuro.
Lo studio è stato condotto secondo l’approccio psicometrico, prendendo in considerazione le percezioni, le motivazioni e gli aspetti valoriali legati alle emozioni, al fine di analizzare e comprendere il coinvolgimento dei giovani riguardo alle tematiche di sostenibilità e di mobilità.
Sostenibilità e mobilità: i 5 profili
Dall’indagine sulla generazione Z, he ha coinvolto circa 9.300 intervistati di giovani italiani compresi tra i 12 e i 20 sono emersi 5 identikit:
- Independent Navigators (27%): Sono giovani urbani che prediligono convenienza personale e autonomia nella mobilità. Preferiscono i parcheggi economici, sono favorevoli agli incentivi per scooter e auto elettriche e supportano l’uso del sistema di sharing. Appoggiano l’accessibilità economica dei trasporti pubblici e sostengono l’insegnamento della gestione del denaro nelle scuole. Infine, promuovono servizi inclusivi e linguistici.
- Green Pathfinders (20%): Sono giovani progressisti, orientati all’integrazione sociale e sostenibili. Preferiscono la mobilità collettiva e si interessano maggiormente a politiche correlate a sostenibilità e formazione, come trasporti pubblici gratuiti per gli studenti, che vedono come parte del tessuto sociale ed educativo cittadino. Rifiutano gli incentivi per scooter, auto e l’espansione dello sharing, optando, invece, per soluzioni di mobilità sostenibile e investimenti nel trasporto pubblico. Infine, promuovono l’istruzione finanziaria nelle scuole.
- Urban Optimizers (19%): Sono favorevoli a una più vasta gamma di misure per migliorare la mobilità urbana. Supportano l’uso dei trasporti pubblici per attività sportive e culturali, ne promuovono la gratuità e vorrebbero che fossero più attivi dopo il tramonto. Sono a favore degli incentivi per auto e scooter elettrici, ma sostengono anche l’utilizzo di trasporti in sharing per soluzioni di trasporto più eco-compatibili. Infine, valorizzano i servizi di mobilità accessibili, inclusi quelli con supporto linguistico.
- Local Booster (18%): sono sostenitori dell’economia locale, delle piccole imprese e dell’accessibilità dei servizi pubblici. Essi propongono biglietti gratuiti per i trasporti pubblici e con supporto linguistico per una comunità inclusiva. Si oppongono all’educazione finanziaria nelle scuole e ai mezzi di trasporto in sharing. Per i Local Booster non sono prioritarie politiche come i trasporti pubblici post- tramonto o l’accesso a parchi e piste ciclabili.
- Community Curators (16%): rientrano nella categoria dei giovani urbani, ma sono orientati verso una mobilità più sostenibile, comunitaria e inclusiva. Sostengono la mobilità in sharing, promuovono l’accesso a parchi e piste ciclabili, oltre a favorire l’uso dei trasporti pubblici per attività culturali e sportive. Sono coinvolti nel supporto ai negozi locali e alle piccole imprese e appoggiano le politiche di insegnamento scolastico sulla gestione del denaro.
I risultati della ricerca
Dall'indagine è emerso che 2 intervistati su 3 non hanno dimestichezza con la bici e il 43% di loro ha ammesso di non usarla mai o meno di una volta alla settimana per spostarsi.
La situazione sarebbe differente se venisse assicurata maggior sicurezza ai ciclisti in città, migliorando le piste ciclabili (39%), riducendo la delinquenza (30%) e sistemando le strade dalle buche (38,5%).
Furio Camillo, Direttore Scientifico del Webboh Lab e Professor of Business Statistics all’Università di Bologna , ha commentato: “Una visione, quella dei giovani, che, seppure in molti casi dovrà essere liberista e individualista, parte da un approccio che mette al centro di tutto il bene comune e la crescita di una società rispettosa delle diversità e positiva rispetto alla spesa pubblica, tornando forse, finalmente, a parlare di investimenti pubblici per il futuro delle nostre giovani generazioni”.
I 5 profili mostrano una generazione che chiede un cambiamento nella mobilità e nella vivibilità della città, fatta da persone più che da mezzi in relazione fra loro.
Nonostante i mezzi pubblici siano la soluzione preferita, risultano altrettanto necessarie soluzioni più flessibili per il trasporto, come ad esempio le soluzioni in sharing. I giovani che prediligono queste scelte incarnano un approccio individualistico alla vita di città, scegliendo soluzioni che consentano indipendenza personale e convenienza economica, ma sempre in ottica di massimizzazione dell’efficienza ambientale e sociale.
Per altri il mezzo pubblico è fondamentale, ma sempre in un’ottica di efficienza nella mobilità, oltre che di sostenibilità collettiva. Il richiamo al territorio specifico, inoltre, è molto interessante: una tipologia in particolare si candida a booster delle attività commerciali e produttive locali, a incentivare un modo di vivere che consente inclusione e multiculturalità.
Le analisi di affinità semantica con le policies locali di tutta Italia potrebbero rilevare quali iniziative, programmi, idee e campagne si sposano meglio con le 5 tipologie di giovani.