Gennaio e buoni propositi: sì, ma solo se sono raggiungibili
Stabilire dei “buoni” propositi per il nuovo anno è un’attività molto comune, tuttavia il farlo senza tener conto della propria situazione reale e di un periodo che ha tutte le carte in regola per far sentire molti di noi giù di morale, può farci sentire frustrati e tristi oltre che demotivati. Gli obiettivi devono essere raggiungibili ed efficaci
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Gennaio, un mese a rischio per l’umore
Gennaio è ormai arrivato e, nonostante l’euforia del nuovo inizio, questo mese porta con sé l'irrimediabile e duro confronto con una sensazione di svogliatezza, mancanza di motivazione per i mesi di duro lavoro che si preannunciano, a cui si aggiunge il carico notevole di un meteo avverso. Per molti infatti rappresenta un mese difficile da superare, ricco di pensieri negativi, di stanchezza e di uno stato emotivo che rende apatici, perennemente preoccupati e alla ricerca di qualcosa alla quale non si è in grado di dare un nome.
Secondo Serenis, centro medico online per il benessere mentale, stabilire dei propositi troppo ambiziosi per il nuovo anno contribuisce a sentirsi infastiditi, demotivati e tristi, emozioni che trovano terreno fertile in questo periodo di rientro alla solita routine di studio o lavoro. Tutto ciò risulta particolarmente vero in chi, complici le giornate che si accorciano e le numerose ore di buio, è più predisposto a soffrire di depressione affettiva stagionale (SAD).
Il punto di partenza: stabilire davvero dei buoni propositi
Prima di fissarsi dei buoni propositi, occorre individuare prima di tutto la differenza tra valori e obiettivi personali. I valori sono il metro ideale, capace di orientare le scelte pratiche e la definizione degli obiettivi. Come la stella polare, hanno il dovere di guidare nel percorso ma non possono essere raggiunti poiché non sono obiettivi pratici che si possono realizzare in breve tempo.
Una volta stabiliti i valori, è possibile passare alla definizione degli obiettivi, dei traguardi concreti che possono essere raggiunti svolgendo determinate azioni. Questi macro-obiettivi vanno poi a suddividersi in micro-obiettivi raggiungibili nel breve periodo. Questi ultimi, nel lungo periodo andranno a sommarsi portando alla realizzazione del macro-obiettivo e aderendo al valore fondamentale. A monte di tutto, è importante saper valutare come ci si sente e le difficoltà che si stanno attraversando per capire fin dove è possibile arrivare concretamente.
Come affrontare i buoni propositi mancati
"Quando parliamo di buoni propositi mancati, non dobbiamo essere pronti all’autocritica feroce per mancanza di motivazione o determinazione: porsi aspettative irrealistiche o troppo ambiziose è il modo più semplice per percepire un controllo sulla propria realtà. D’altra parte porsi degli obiettivi, senza tener conto dei limiti effettivi dati dal nostro stato psicofisico attuale e del contesto in cui siamo immersi, ci espone a delusione, critica e un fallimento annunciato. In questo modo qualsiasi azione che verrà fatta non potrà altro che fallire, andando a generare in noi stessi un senso di impotenza, bassa autostima e altre problematiche" afferma Martina Migliore, psicologa psicoterapeuta e Direttrice Formazione e sviluppo di Serenis.
Le armi a disposizione per gestire l’inizio dell’anno
Una volta stabiliti gli obiettivi, non è sempre facile essere costanti proprio perché le serate fredde e piovose e le poche ore di luce durante il giorno suscitano malinconia e un senso di apatia. Esistono però dei piccoli accorgimenti che permettono di gestire al meglio la tristezza tipica di gennaio:
- Eliminare le aspettative: concentrarsi sul momento presente ed evitare di essere troppo duri con sé stessi sono ottimi metodi per allentare la tensione generata da traguardi troppo ambiziosi, che portano irrimediabilmente ad abbandonare i buoni propositi o a tralasciare alcune buone abitudini precedentemente imposte.
- Sorridere: numerosi studi hanno scoperto che l’allegria può aiutare ad alleviare lo stress e l’ansia. La clownterapia o lo yoga della risata sono tecniche che dimostrano quanto una semplice risata o un sorriso, verso noi stessi o altri, può sollevare istantaneamente l’umore, influenzare in modo significativo la percezione, l'atteggiamento e il giudizio delle persone.
- Utilizzare il reframing: si tratta di una tecnica che aiuta a contestualizzare una situazione cambiando la prospettiva in cui questa stessa viene affrontata. Se i mesi invernali, ad esempio, ci fanno sentire tristi e stressati, non dobbiamo far altro che cambiare il modo in cui vediamo questo periodo dell’anno. Invece di concentrarci sul freddo e sul grigiore invernali, potremo trovare i punti di forza di questo periodo: un piatto caldo dopo il lavoro, il relax nel tepore di casa, un gioco da tavolo con cui divertirsi tutti insieme dopo cena.
- Applicare la tecnica della gratitudine: ringraziare per le cose che fanno star bene non è un esercizio vuoto o forzato perché, tra le righe, nasconde la capacità di eliminare i pensieri intrusivi e le voci interiori scomode. Individuare due o tre cose per le quali essere grati vuol dire concentrarsi esclusivamente sul qui e ora.
"Se, nonostante queste pratiche e i numerosi tentativi, ci si trova in difficoltà a realizzare i buoni propositi o ad affrontare il temuto gennaio, è consigliabile cercare di andare in profondità per capire le motivazioni che ci tengono legati alle solite abitudini - afferma Martina Migliore - Tra queste ragioni può esserci la paura del cambiamento, la bassa autostima, blocchi mentali ed emotivi. Dinamiche di autosabotaggio e attaccamento al dolore sono solo una piccola parte di quei meccanismi disfunzionali che impediscono di raggiungere un determinato obiettivo attraverso processi inconsci che esulano dal controllo personale. Per questo motivo, riconoscere di avere bisogno di un aiuto è il primo passo verso il cambiamento".
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