Gap Year come affrontarlo e a cosa può servire: tutti i pro e i contro
Il gap year può rappresentare una grande opportunità di crescita. Scopriamo insieme come affrontare questa esperienza e quali sono i pro e i contro.
Indice
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Gap Year come affrontarlo e a cosa può servire: tutti i pro e i contro
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Che cos’è il gap year
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Gap year: tutti i pro dell’anno sabbatico
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I contro del gap year
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Come affrontare il gap year in modo costruttivo
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Gap Year come affrontarlo e a cosa può servire: tutti i pro e i contro
Studiare è un arricchimento umano e culturale, ma la conclusione di un percorso scolastico, lo sappiamo bene, può rivelarsi particolarmente intensa e stressante. Non è un caso infatti che molti studenti valutino proprio al termine della scuola secondaria superiore di concedersi un gap year.
Noto anche come anno sabbatico, il gap year è un anno di pausa dagli studi che alcuni studenti, soprattutto all’estero, si concedono per tutta una serie di motivi. I più comuni? Darsi del tempo per valutare e capire se e come continuare con gli studi, lavorare, dedicare un anno alle proprie passioni, al volontariato, ai viaggi e agli scambi culturali. Queste sono solo alcune delle motivazioni alla base di una scelta che se affrontata nella maniera giusta, può decisamente rafforzare il bagaglio esperienziale e personale di ogni studente.
Che cos’è il gap year
Nel nostro Paese il termine gap year è spesso sostituito dal termine "anno sabbatico". Come si può evincere facilmente dal nome, l’anno sabbatico è un periodo di 12 mesi in cui lo studente sceglie scientemente di prendersi una pausa dagli studi e di valutare alternative a cui dedicarsi durante il break. All’estero, soprattutto in Paesi come gli Stati Uniti e il Canada, quella di concedersi il gap year è una scelta particolarmente frequente.
Avviene soprattutto nel post diploma, che in questi Paesi si ottiene verso i 17/18 anni. Prima di iniziare il college alcuni studenti decidono di concedersi un anno in pausa in cui potersi dedicare ad attività che esulano quelle scolastiche e che in alcuni casi sono propedeutiche alla scelta di continuare con gli studi o optare per un piano alternativo. Sono tante le variabili che entrano in gioco quando ci si trova di fronte alla decisione di iniziare o meno un anno sabbatico. Ecco i maggiori pro e contro da tenere in considerazione.
Gap year: tutti i pro dell’anno sabbatico
Stai valutando l’idea di optare per un gap year? Potrebbe risultare una scelta davvero arricchente sotto tanti punti di vista! Decidere di prendersi un anno sabbatico può rivelarsi un’esperienza estremamente costruttiva, soprattutto se ponderata, valutata e gestita a dovere. Il più grande pro di questa scelta è sicuramente quello di potersi dedicare ad attività che possono impreziosire notevolmente il bagaglio umano, personale e culturale di ogni studente. I mesi di pausa dallo studio possono infatti essere impiegati in tanti modi diversi, molti dei quali possono aiutare a sviluppare competenze importanti e ampliare nettamente i propri orizzonti scoprendo lati di sé e attitudini che prima non si conoscevano. Ma quali sono le attività migliori da svolgere durante il gap year? Tra le più formative spiccano:
- Viaggi all’estero
- Volontariato
- Lavoro e stage
- Realizzazione di progetti personali
- Imparare una nuova lingua
Queste sono solo alcune delle attività che si possono svolgere durante il gap year. Attività estremamente costruttive capaci di rafforzare tutte le esperienze che chi si concede il gap year deciderà di fare al termine dell’anno di pausa.
Ma come in ogni cosa, c’è anche il risvolto della medaglia. Per fare una valutazione completa del gap year non possiamo infatti non tener conto dei suoi contro.
I contro del gap year
Le opportunità e le sfide del gap year sono davvero tante e come abbiamo avuto modo di vedere, anche i suoi pro sono notevoli. Ma l’anno sabbatico non è e non può essere privo di lati negativi. Tra i maggiori contro del gap year vi è la perdita dell’anno accademico. Nel nostro Paese l’idea di concedersi un anno sabbatico avviene, in particolare, dopo la maturità. In questo periodo gli studenti si trovano a dover valutare il proseguo del proprio percorso e capire se optare per l’inserimento nel mondo del lavoro o se continuare con gli studi e quindi con l’iscrizione all’università.
Chi sceglie di optare per l’iscrizione all’università e al contempo decide di concedersi un anno sabbatico, dovrà fare i conti con la perdita di un anno universitario, iscrivendosi l’anno successivo. Nel caso delle facoltà a numero chiuso locale e/o nazionale, che prevedono test d’ingresso, si dovrà trovare anche il tempo di dedicarsi allo studio durante il gap year in modo da non rischiare di non essere ammessi e di veder vanificati i propri sforzi. E a proposito di test, dai un’occhiata ai Test Orientamento universitario: scopri per quale facoltà sei più portato!
Altri contro da valutare sono:
- Perdita della motivazione
- Costi per viaggi, vitto e alloggio all’estero
- Ritardo nel raggiungimento dei propri obiettivi
- Rischio di inattività prolungata
Una volta valutati i maggiori pro e contro che una scelta di questo tipo comporta, andiamo a vedere come poter affrontare in maniera costruttiva il gap year.
Come affrontare il gap year in modo costruttivo
Abbiamo stilato la lista dei pro e dei contro, abbiamo analizzato l’impatto che l’anno sabbatico potrebbe avere sul piano personale, professionale e culturale, siamo consci delle variabili che potrebbero incidere sull’esperienza del gap year e siamo convinti di voler fare questa scelta. Bene, è il momento di capire come affrontarla in modo costruttivo. È facile farsi prendere dall’entusiasmo di un anno dedicato ai viaggi, alle esperienze all’estero e alle proprie passioni, ma è altrettanto facile vanificare l’intento nobile di questa scelta.
Per evitare di trasformare un anno che potrebbe rivelarsi estremamente arricchente per la nostra crescita, in mesi di ozio, inattività e monotonia, bisogna investire del tempo sull’organizzazione meticolosa di questi 12 mesi. In che modo? Pianificando prima dell’inizio del gap year ogni attività che decideremo di svolgere. Possiamo ad esempio pensare di dedicare alcuni mesi ad uno stage formativo, altri ad un’attività di volontariato o alla definizione di un progetto personale che ci sta particolarmente a cuore.
Oppure possiamo decidere di dedicare un intero anno ai viaggi, andando alla scoperta di nuove culture e tradizioni e imparando una lingua straniera che ci darà una marcia in più nella vita e nella carriera.
Insomma per godersi al meglio il gap year e trasformarlo in una vera opportunità di crescita, bisogna programmarlo per tempo, non lasciando nulla al caso e avendo la consapevolezza che un’esperienza del genere può avere un impatto importantissimo sul nostro sviluppo personale, professionale e umano.
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