Funzione sociale della religione
Indice
1Cos'è la religione? Definizione
I sociologi hanno proposto diverse definizioni per ciò che chiamiamo religione. Si può osservare come nelle religioni vi sia un gruppo di credenze, di norme e di pratiche rituali a cui aderisce e crede una comunità di fedeli. La religione presuppone anche la definizione di ciò che è sacro, quindi da venerare e isolare rispetto a ciò che quotidiano e profano.
La sociologia indaga questo ambito in particolare per illuminare il tipo di relazione che si instaura tra religione e società e quali motivazioni intervengano per la diffusione di un certo tipo di religione in una determinata comunità.
2Funzione sociale della religione: i diversi approcci
2.1Teorie funzionaliste
Son l’esito di quegli approcci che cercano di rispondere alle domande: “Quale è la funzione della religione nelle società?” “a che cosa servono le religioni?”. Tra i teorici che conducono le loro ricerche ponendosi questi interrogativi, i più importanti sono:
Émile Durkheim. Il sociologo francese nel 1912 pubblicò Le forme elementari della vita religiosa, frutto dei suoi studi sugli aborigeni australiani. In questo testo egli individuò i caratteri fondanti e universali delle religioni. Alla base vi è la distinzione tra sacro e profano. Il sacro è ciò che è antitetico rispetto all’ordinario e al normale e quindi nettamente separato dal profano. Il sacro è ciò che è oggetto di venerazione, percepito con timore e rispetto.
Muovendo da questa contrapposizione, Durkheim sottolinea come la funzione della religione sia quello di dare ordine alla società, di rafforzare i legami sociali e di incentivare la solidarietà sociale. Gli uomini, attraverso la religione, partecipano a una comunità morale che rinsalda i legami e contribuisce al mantenimento della società stessa. La religione è un fatto sociale non solo perché è creata dalla società, ma perché le sue funzioni ne permettono il consolidamento.
Bronislaw Malinowski. Basandosi sui suoi studi condotti alle isole Trobriand, egli considera la religione uno strumento attraverso il quale l’individuo riesce a placare le proprie ansie e a contenere le paure. La religione ha una funzione decisamente affine a quella esercitata dalla magia.
2.2Teorie conflittualiste
In base a questo approccio, la religione trova la sua funzione contribuendo a perpetuare dinamiche di potere o sostenendo il cambiamento sociale. In particolare:
Secondo Karl Marx, la religione è espressione di una falsa coscienza ed è una ideologia che permette alle classi dominanti di mantenere il proprio potere. Attraverso la religione, il proletariato è consolato nelle sue sofferenze che solo un mutamento dei rapporti di potere potrebbe risolvere. Il riscatto dal dolore e dalla miseria, secondo la religione, avviene nell’aldilà.
La religione permette di allontanare le masse da una comprensione del reale e priva di senso il conflitto sociale che, solo, potrebbe portare a un cambiamento. Marx considera la religione “l’oppio dei popoli” proprio per sottolineare la sua funzione di offuscare la possibilità di comprensione del reale. La religione svolge dunque una funzione di dominio e controllo sociali.
Max Weber. L’interpretazione della religione più nota di Weber è quella contenuta nel suo testo L’etica protestante e lo spirito del capitalismo. In questo volume, egli indaga il ruolo della religione calvinista nelle società protestanti e sottolinea come la religione abbia contribuito allo sviluppo del capitalismo.
Nel calvinismo, infatti, gli uomini sono divisi già alla nascita in eletti, destinati alla salvezza, e in dannati, secondo la dottrina della predestinazione. Segni della grazia divina sono il successo negli affari e la prosperità economica; adempiere al proprio lavoro e rifuggire dal lusso e dall’ozio è conforme al volere divino.
L’etica protestante ha dunque fornito al capitalismo un forte sostegno ideologico: capitalismo e religione sono infatti coerenti l’uno con l’altra. Realizzare guadagni, investire questi in attività produttive, condurre una vita imperniata sul lavoro sono prescrizioni religiose che contribuiscono a mantenere una società capitalista. La religione ha dunque un ruolo attivo nel modificare e plasmare la realtà e contribuisce a produrre dei cambiamenti. Il protestantesimo, secondo Weber, ha infatti permesso lo sviluppo del capitalismo.
2.3Teoria fenomenologica
Questo approccio sottolinea l’autonomia della religione. Peter Berger ha sottolineato come la religione sia funzionale a spiegare la realtà e a dotarla di senso, proteggendo e mantenendo l’ordine sociale.
3Il rapporto tra religione e scienza nella storia
La scienza e il progresso tecnologico hanno dato un contributo fondamentale al processo di secolarizzazione. Il termine secolarizzazione venne usato per la prima volta nel contesto della pace di Vestfalia, del 1648, per indicare un passaggio di beni dalla Chiesa a soggetti civili. Con questo termine si indicherà:
- un processo per mezzo del quale si ha un passaggio di poteri e di competenze dalla sfera ecclesiastica a quella civile;
- un progressivo distacco della società da visioni, interpretazioni, credenze, comportamenti ascrivibili alla sfera religiosa;
- la tendenza della società a rendersi autonoma rispetto alla religione;
- la progressiva laicizzazione della società e della cultura.
3.1La religione contro la scienza: Galileo Galilei
Il processo di secolarizzazione è stato caratterizzato da forti conflittualità per diversi secoli. Il contrasto tra scienza e religione era inerente numerose questioni: la definizione della verità, la possibilità di conoscenza da parte dell’uomo, il monopolio sul sapere, la libertà nei metodi e nell’indagine, lo scarto tra le scoperte scientifiche e i dogmi religiosi. Uno dei contrasti più noti fu quello che vide come protagonista l’astronomo e fisico Galileo Galilei (1564-1642).
Galilei, nel testo Dialogo sopra i massimi sistemi, espose la teoria eliocentrica copernicana, smentendo dunque la teoria geocentrica sostenuta dalla Chiesa. Il Sant’Uffizio lo accusò, lo convocò a Roma e lo sottopose a processo. Nel 1633 fu condannato all’incarcerazione, ma lo scienziato, ormai anziano, decise di abiurare e dunque di rinnegare la tesi che aveva sostenuto nella sua opera. La pena del carcere fu commutata in domicilio coatto e fino alla sua morte visse sotto stretto controllo da parte delle autorità religiose.
Questo evento segna un momento di fortissima tensione tra scienza e religione, in un contesto in cui è in atto quella rivoluzione scientifica che annovera Galilei tra i suoi esponenti di spicco con Niccolò Copernico (1473-1543) e Isaac Newton (1642-1727).
3.2L’illuminismo e Voltaire
Con l’illuminismo, la critica alla religione assume un carattere più radicale. Questa corrente di pensiero, diffusa in tutta Europa e soprattutto in Francia nel corso del XVIII secolo, sostiene la necessità di un pensiero critico e libero, scevro da pregiudizi e dogmi, per mezzo del quale interrogare la realtà.
La ragione dell’uomo viene posta alla base di ogni forma di conoscenza. La scienza e il suo metodo diventano gli strumenti conoscitivi fondamentali. In questo contesto Voltaire pubblica nel 1763 il Trattato sulla tolleranza, un testo fondamentale a favore della libertà e del pluralismo religiosi e contro il fanatismo religioso.
3.3Il positivismo e l’evoluzionismo di Darwin
Il processo di secolarizzazione e di autonomia della cultura dalla religione continua nel corso del XIX secolo con l’affermarsi del positivismo, un movimento europeo che sancisce il primato della scienza e si caratterizza per la fiducia nel progresso e nell’affermarsi della società industriale. Il positivismo costituisce le fondamenta per l’affermazione di una società laica ed è alla base di una svolta culturale che tocca non solo le scienze, ma anche altre discipline, come la storia e le scienze sociali.
Nel corso dell’Ottocento si afferma anche la teoria evoluzionistica, frutto delle ricerche di Charles Darwin compiute in giro per il mondo e in particolare alle isole Galapagos, culminate nel testo L’origine della specie ad opera della selezione naturale del 1859.
Il celeberrimo testo riscuote un notevole successo e innova lo studio della genetica e dell’origine dell’uomo, ma genera anche uno scontro con la Chiesa che, sulla base del contenuto della Bibbia, ha sempre sostenuto il creazionismo, prospettiva in base alla quale si sostiene che l’uomo sia stato creato ad immagine e somiglianza di Dio e l’umanità non si sia modificata dalle sue origini per un processo evolutivo di selezione naturale.
Creazionismo ed evoluzionismo sono due prospettive antitetiche, l’una basata sul testo della Bibbia, l’altra frutto dell’osservazione e della ricerca scientifica e propongono due visioni non assimilabili e inconciliabili della genesi dell’umanità.
3.4Le tendenze attuali
Oggi, i sociologi hanno riscontrato una sorta di ritorno alla sfera religiosa, registrando per gli ultimi anni un aumento di nuove religioni e di movimenti carismatici.
Al contempo, nonostante la nostra vita sia sempre più influenzata dalle scoperte scientifiche e dipendente dal progresso tecnologico, il dibattito tra religione e scienza resta particolarmente vivo e si diffondono forme di scetticismo nei confronti di un approccio esclusivamente scientifico nell’indagine della realtà.