Fratelli Bandiera: biografia e pensiero politico
Indice
- Chi sono i fratelli Bandiera?
- Storia dei fratelli Bandiera
- Fratelli Bandiera, due ragazzi destinati al mare
- Le conseguenze dei moti del 1831
- I fratelli Bandiera e la società segreta Esperia
- Fratelli Bandiera seguaci di Giuseppe Mazzini
- Passare all’azione
- La diserzione dei fratelli Bandiera
- La missione in Calabria dei fratelli Bandiera
- Martiri per una patria da costruire
- Concetti chiave
1Chi sono i fratelli Bandiera?
I fratelli Bandiera sono due patrioti del Risorgimento italiano. Ufficiali della Marina austriaca, aderiscono giovanissimi alle idee di Giuseppe Mazzini e fondano una società segreta con lo scopo di liberare la patria dal dominio degli stranieri. Decisi a contribuire in maniera decisiva alla causa, compiono una spedizione armata in Calabria per incitare il popolo a ribellarsi contro il potere, ma vengono traditi, catturati e fucilati come disertori.
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2Storia dei fratelli Bandiera
Tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800, Venezia conosce un periodo piuttosto travagliato: dopo anni di neutralità, viene conquistata e ceduta come bottino di guerra da parte della Francia verso l’Impero asburgico. La Repubblica Veneta è stata per anni neutrale, ma il 17 febbraio 1796 i francesi scendono in Italia conquistando tutti i territori settentrionali fino al confine con la repubblica; il piano di conquista di Bonaparte prevedeva la ricostruzione dell’assetto europeo secondo degli equilibri fragilissimi: la Repubblica francese ottiene indietro le province belghe ma in compensazione cede all'Austria il territorio della Repubblica veneta appena sottomesso.
I fratelli Attilio ed Emilio nascono all’interno della buona società veneziana, figli del barone Francesco e Anna Marsich. La famiglia della madre è di origine bosniaca e viene dall’area dalmata che presto passa sotto la Repubblica di Venezia; tutti i componenti maschili servono l’impero arruolandosi nella marina veneta, in particolare presso il centro operativo di Corfù dove Anna nasce il 26 agosto del 1876. Il padre è un ufficiale di marina, arruolato nella marina italica come tenente di fregata, poi comanda la divisione navale dell'Atlantico facendo una rapida e brillante carriera al servizio dell’Austria. Si sposa con Anna il 9 gennaio 1808 a Venezia.
3Fratelli Bandiera, due ragazzi destinati al mare
Attilio nasce il 24 maggio del 1810 mentre il fratello Emilio arriva dopo parecchi anni, il 20 giugno 1819. I due ragazzi compiono lo stesso percorso di studi, per seguire le orme paterne e mantenere il prestigio familiare tanto caro alla madre: frequentano l'Imperial Regio Liceo Convitto, poi studiano all'accademia navale, il Collegio di Marina Sant'Anna.
Attilio è il primo a diventare ufficiale nel 1828 e si imbarca sotto il comando del padre. Durante il servizio tiene un comportamento efficiente ed irreprensibile ma, nel frattempo ha modo di conoscere il mondo e inizia a sviluppare idee diverse e contrastanti rispetto all’orientamento politico di casa.
Nel 1831 il padre è responsabile della cattura dei patrioti fuggiaschi da Ancona e Attilio ha sicuramente modo di avere contatto con i ribelli e le loro idee, rafforzando un’inclinazione verso la visione politica di Giuseppe Mazzini.
4Le conseguenze dei moti del 1831
In seguito ai moti del 1831 e alla generale sollevazione popolare contro i sovrani assolutisti in Europa, risaltano ancora di più i governi come quello austriaco o prussiano, giudicati tradizionalisti e ingiusti. Ma a Venezia, patria dei Bandiera, non ci sono ribellioni di alcun tipo, a differenza del resto d'Italia: la classe dirigente della città si è sfaldata e sia la nobiltà che l’alta borghesia legano il proprio prestigio e benessere economico al servizio della casa austriaca, annullando sul nascere qualsiasi desiderio di libertà.
Attilio studia, inizia a scrivere e a prendere contatti; nel 1835 è a New York dove conosce Piero Maroncelli.
Nel 1836 il fratello Emilio diventa cadetto e il 19 ottobre 1837 sposa Maria Graziani, figlia dell’ufficiale dell’armata imperiale Leone, eroe di guerra.
Nel 1840 tutti e due i Bandiera sono imbarcati nella squadra austriaca del Levante e prendono parte alla campagna di Siria nel 1841, Attilio come alfiere di fregata e poi aiutante di bandiera, Emilio sulla nave Guerriere e poi su altre imbarcazione minori.
5I fratelli Bandiera e la società segreta Esperia
È a partire dal biennio 1839-40 che le idee politiche dei due fratelli giungono a maturazione, concludendo con la necessità di liberarsi dall’oppressore straniero. Attilio continua a intrecciare corrispondenze, studia e scrive le proprie teorie politiche:
- Proposta di una Costituzione Italiana
- Disposizioni da proclamare con titolo di Decreti e in via progressiva e provvisoria in ogni qualsiasi Comune Italiano
- Avanzamenti militari
Creano una cospirazione antiaustriaca all’interno della stessa marina imperiale, fondano una società segreta chiamata Esperia. L’Esperia, basata su principi politici mazziniani e su quelli morali di derivazione cattolica, rivendica i seguenti valori:
- liberarsi dal dispotismo straniero
- combattere la disunione della patria
- aspirare a un Italia unita, repubblicana e indipendente
6Fratelli Bandiera seguaci di Giuseppe Mazzini
I primi contatti con Mazzini risalgono al 1842, dopo che Attilio ha letto Apostolato popolare e il fratello Emilio La Giovine Italia; nello stesso anno conosce a Malta Nicola Fabrizi, esule modenese e fervente mazziniano che risiede nell’isola dal 1837.
A Malta Fabrizi organizza un’associazione segreta di stampo militare, la Lega Italica, che ha come scopo quello di promuovere l’insurrezione del popolo italiano sollecitando la guerra per bande nel sud e nel centro Italia; nasce una collaborazione con i Bandiera e di fatto i tre seguaci di Mazzini si dividono le aree di intervento coordinando le azioni delle due società.
Fabrizi li mette in contatto diretto con Mazzini, cui Attilio scrive una prima lettera il 15 agosto del 1842, inoltre Domenico Moro, un affiliato dell’Esperia che in quel momento si trova a Londra, comunica direttamente con lui spiegandogli il lavoro della società e i vantaggiosi collegamenti con la Giovine Italia.
La società segreta Esperia si diffonde all’interno degli equipaggi della marina veneta a partire dalla metà del 1843, contando fino a duecento affiliati.
7Passare all’azione
L’anno 1843 si contraddistingue per il moto di Savigno a Bologna a opera della banda Muratori, e per il tentativo di Ignazio Ribotti di rapire tre cardinali a Imola. Tutte queste azioni sono coordinate a distanza dal Fabrizi e convincono i due fratelli Bandiera a prendere a loro volta l’iniziativa.
Attilio ed Emilio progettano di impossessarsi di alcune navi austriache: della fregata Bellona il primo e della corvette Adria il secondo, mentre Domenico Moro avrebbe dovuto prendere la corvette Clemenza e Mazzucchelli il brick Tritone. Mazzini ha altri piani, vuole utilizzare i 120 uomini raccolti per l’operazione per attuare uno sbarco sulla costa genovese, in contemporanea con altre insurrezioni nel centro Italia e nella Sicilia, ma ai Bandiera non arrivano fondi sufficienti e il piano sfuma in un nulla di fatto.
Il progetto arriva comunque alla polizia austriaca per colpa di un traditore: uno degli associati dell’Esperia, Tito Vespasiano Micciarelli, viene inviato da Mazzini per supportare l’operazione ma invece rivela le trame dei due fratelli all’ambasciatore austriaco a Costantinopoli.
8La diserzione dei fratelli Bandiera
Nel febbraio del 1844 i controlli si fanno sempre più stringenti e quando Attilio arriva con la sua imbarcazione a Smirne, trova ad attenderlo l’ordine di sbarcare e rimpatriare: diserta subito nascondendosi in Grecia. Anche Emilio viene a conoscenza dell’ordine di Radetzky di arrestarlo e si rifugia a Corfù, poi a Malta, poi di nuovo a Corfù dove Attilio lo raggiunge.
Dopo l’emanazione di un editto di comparizione, la madre Anna torna nella sua isola natale per parlare con i figli e convincerli a tornare in patria, con la promessa del perdono imperiale ma i due fratelli rimangono fedeli alle loro idee e non cedono.
Si concentrano su un nuovo progetto. Approfittando dell'agitazione nazionalista nel Regno delle Due Sicilie, raccolgono voci di una probabile guerra insurrezionale nel sud Italia, guerra da sfruttare per rovesciare il governo borbonico mediante l’invio di uomini armati e formati politicamente. Inizialmente scelgono Civitavecchia, per poi dare per vere voci su rivolte in Calabria e scegliere Cosenza come meta.
9La missione in Calabria dei fratelli Bandiera
Mazzini e Fabrizi cercano di scoraggiarli dal compiere questa impresa, perché la presunte bande di insorti non sono state confermate da fonti autorevoli, ma non riescono nell’intento. Nella notte tra il 12 e il 13 giugno Attilio ed Emilio Bandiera partono da Corfù alla volta di Crotone, con un gruppo di compagni a bordo di un trabaccolo, e arrivano alla foce del Neto il 16 giugno. L'obiettivo è liberare i prigionieri politici e diffondere le idee dell'Esperia presso la popolazione.
Nel frattempo a Corfù un domestico di origine calabrese svela involontariamente alcuni particolari del piano al suo padrone, il barone Domenico De nobili, in esilio a Corfù; questi, sperando in una riduzione della propria condanna, riferisce il piano agli ambasciatori stranieri presenti sull’isola. Ma l’azione dei Bandiera viene anche preannunciata da un brigantino austriaco, che giunge a Napoli per riferire l'azione.
Il gruppo viene segnalato dalla popolazione, che li scambia per turchi, e traditi durante l’azione da uno dei suoi componenti, il corso Boccheciampe, che abbandona il gruppo per avvertire un ufficiale a Crotone. Il 19 giugno la spedizione è circondata nel territorio di San Giovanni in Fiore dalle guardie borboniche aiutate da un gruppo di contadini, due di loro muoiono nello scontro a fuoco e il resto viene catturato.
10Martiri per una patria da costruire
Dal 15 al 24 luglio si svolge un processo sommario: appena 3 udienze e la precisa volontà del sovrano re Ferdinando I di punire gli insorti, ne decretano la morte per fucilazione.
Otto dei prigionieri vengono condannati all'ergastolo, ma Attilio ed Emilio Bandiera, Giovanni Venerucci, Anacarsi Nardi, Nicola Ricciotti, Giacomo Rocca, Domenico Moro, Francesco Berti e Domenico Luparelli vengono fucilati nel vallone di Rovito il 25 luglio 1844.
Inizialmente destinati a un fossa comune, i corpi dei giustiziati vengono salvati dal curato di Sant'Agostino e nel 1848 vengono sepolti nella cattedrale di Cosenza; riesumati per essere gettati nel Neto, sono nascosti e sepolti per poi essere portati da Bixio a Venezia nel 1867, l'anno dopo l'annessione all'Italia.
La spedizione disastrosa ha un'enorme risonanza in tutta Italia, che condanna moralmente il Regno di Napoli, e rafforza la volontà popolare con i suoi nuovi martiri.
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Domande & Risposte
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Cosa hanno fatto i fratelli Bandiera?
Hanno tentato di far insorgere la popolazione calabrese contro il regno di Ferdinando II ma senza successo. Sono quindi stati catturati e fucilati il 25 luglio 1844.
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Dove sono sepolti i fratelli Bandiera?
Nella prima navata della chiesa Santi Giovanni e Paolo a Venezia.
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Quando avviene l'impresa dei fratelli Bandiera?
Nel 1844.