Franz Kafka: biografia, pensiero e opere
Indice
1Chi è Franz Kafka?
Franz Kafka, scrittore boemo nato a Praga, è considerato uno degli autori più importanti del XX secolo, con i suoi testi ha rivoluzionato il modo di raccontare e scrivere storie, influenzando la letteratura del mondo intero. La metamorfosi, Il processo e Il castello sono tra le opere più note e apprezzate dello scrittore.
2La vita di Franz Kafka
Franz Kafka nasce a Praga nel 1883 da una famiglia di ebrei aschenaziti in cui pesava la figura autoritaria del padre di Franz, Hermann, un macellaio rituale molto religioso. Al contrario, Franz non si mostra mai molto interessato alle questioni religiose pur avendo cominciato i suoi studi nella scuola elementare ebraica-tedesca della città.
Di questi tempi Praga è parte dell’Impero Austro-Ungarico e linguisticamente divisa tra il ceco ed il tedesco, una lingua che viene considerata più prestigiosa della prima, e che Franz studia con interesse ed usa con padronanza. Nel 1901 è ammesso all’Università tedesca di Praga e, dopo un primo anno di studi di chimica, decide di passare alla facoltà di giurisprudenza, più consona alle sue inclinazioni ed in grado di offrirgli maggiori possibilità di carriera.
Nell’ambiente universitario sembra riuscire ad abbandonare i modi schivi che aveva avuto fino a quel momento: organizza riunioni letterarie, si fa notare per il suo acume e la sua intelligenza ed entra in contatto con giovani studenti come Oskar Baum e Franz Werfel, che diventeranno noti scrittori. Di particolare importanza è il rapporto con Max Brod, con cui inizia un’amicizia che comincia negli anni universitari e che dura tutta la vita.
Nel 1908 viene assunto nell’Istituto delle Assicurazioni contro gli Infortuni del Regno di Boemia, diventandone ben presto un elemento essenziale al punto che, quando Kafka viene chiamato alle armi nel 1915, i dirigenti dell’Istituto s’impegnano per evitargli la guerra di trincea.
Due anni più tardi lo scrittore stesso tenta di entrare nell’esercito e partecipare alla Guerra, ma la sua richiesta viene respinta a seguito della diagnosi di una tubercolosi. A causa di questa malattia, al tempo incurabile, viene mandato in pensione anticipata nel 1918: ogni tentativo di porre rimedio al male nei sanatori fallisce, e la tubercolosi degenera fino ad ucciderlo nel 1924.
2.1Ritratto di un animo inquieto
L’aggettivo “kafkiano”, entrato a far parte del linguaggio comune, fa riferimento ad un tratto caratteristico delle opere più importanti dello scrittore boemo Kafka , cioè quello di descrivere situazioni assurde o surreali in cui i protagonisti precipitano improvvisamente e senza alcun motivo apparente, una caratteristica narrativa che rispecchia le angosce e le contraddizioni profonde dell’autore.
Giovane insicuro, ebreo in un territorio diviso tra tedeschi e boemi in un momento di forte radicalizzazione delle idee nazionali, Kafka cresce succube dell’ingombrante presenza paterna. In generale, il rapporto di Kafka con sé e con gli altri appare oscillare tra l’insicurezza ed una cupa voglia di affermazione.
Diventato adulto, l’amico Max Brod lo ricorda ossessionato dal desiderio sessuale cui, allo stesso tempo, associa un sentimento di ribrezzo per il corpo, in primo luogo il suo stesso corpo. Nonostante ciò, Kafka intrattiene molte e profonde relazioni con diverse donne, di cui abbiamo testimonianza attraverso la ricca raccolta epistolare arrivata fino a noi. Una delle più significative tra queste è sicuramente quella con Felice Bauer, parente dell’amico Max Brod, per il suo ruolo ispiratrice della donna nell’attività narrativa del boemo.
3La narrativa kafkiana e le sue opere più importanti
I primi lavori letterari di Kafka vengono pubblicati a partire dal 1908 su varie riviste, ma la sua attività di scrittura era già cominciata negli anni universitari e vissuta dal giovane Franz come una necessità esistenziale. È nel 1912 che però inizia la svolta narrativa che lo porta a scrivere le sue opere più importanti.
È di quest’anno il racconto Il verdetto, ispirato dalla relazione con Felice Bauer (cui è dedicato) in cui racconta del travagliato rapporto tra un padre opprimente ed il proprio figlio, e di come questo cambi quando quest’ultimo annuncia al genitore il suo fidanzamento.
Sempre nel 1912 inizia la stesura del suo primo romanzo, Il disperso, che prende spunto dalle dinamiche della comunità yiddisch in cui egli vive, e che segna un momento di avvicinamento dell’autore alle proprie radici ebraiche.
3.1La Metamorfosi di Kafka: analisi delle tematiche
Si tratta di uno dei racconti più importanti e conosciuti della produzione kafkiana e di tutta la letteratura novecentesca. Scritto nel 1912, vi si racconta in tre parti la storia di Gregor Samsa, un commesso viaggiatore che, addormentatosi, si risveglia al mattino trasformato in un orrendo, enorme insetto. Il paradossale racconto continua con l’inutile tentativo di Gregor di recarsi al lavoro e spiegare la nuova, assurda, situazione al suo capufficio e alla famiglia che, con la sola eccezione della sorella Grete che decide di prendersene cura, non riesce a sopportare nemmeno la vista del figlio.
In questo racconto emergono tutti quelli che sono i punti nodali della narrativa di Kafka: dal rapporto conflittuale con sé stesso (il corpo percepito come qualcosa di orrendo) al conseguente senso di straniamento e di angoscia, al rapporto problematico con la famiglia che diventa conflittuale con il padre, al punto che questi ferisce gravemente Gregor quando questi entra in cucina. Un rapporto conflittuale che culmina alla fine del racconto quado la morte di Gregor viene vissuta con sollievo dai membri della famiglia, la cui situazione economica ricomincia finalmente a migliorare dopo essere rovinata a seguito della metamorfosi del figlio.
3.2Il processo di Kafka: trama, analisi ed il concetto di giustizia
Il grande romanzo della produzione kafkiana, è stato per la maggior parte composto tra il 1914 ed il 1915, e sottoposto a continue revisioni fino al 1917. L’opera è composta di dieci capitoli, ordinati secondo la volontà dell’autore ma, benché provvisto del capitolo finale è da considerarsi incompiuto in quanto lacunoso. Dopo la morte di Kafka, Max Brod si occupa di riordinarlo, colmandone le parti mancanti, per darlo alle stampe, considerandolo la punta più elevata della produzione letteraria dall’amico.
Il romanzo racconta la storia di Josef K. un impiegato di banca che, nel giorno del suo trentesimo compleanno, viene svegliato da due uomini che lo dichiarano in arresto. Il protagonista scopre quindi, improvvisamente, di essere sotto processo per non si sa bene quale crimine, e altrettanto oscuri si rivelano essere le dinamiche giudiziarie che non saranno mai chiarite.
Il capo d’accusa continua ad essere sconosciuto anche quando Josef K. viene chiamato a deporre, e nemmeno la mossa di nominare un avvocato difensore riesce a fare luce sui motivi e le dinamiche del processo, che si conclude con una sentenza di condanna a morte.
Durante tutto lo svolgersi della vicenda Kafka non dà mai alcun punto di riferimento al lettore, alcun appiglio per capire la situazione in cui ha lanciato il protagonista, contribuendo all’immedesimazione del lettore e ad accrescere il suo senso di angoscia e smarrimento, lanciandolo in una dimensione da incubo, in cui si trova imprigionato negli incomprensibili cavilli burocratici di un’entità oscura e inconoscibile.