Quintiliano critica l’atticismo e la sua semplicità spoglia e combatte lo stile modernizzante di Seneca. Propone uno stile concettoso denso di concetti, ricercato, ricco di frasi ad effetto brevi e pregnanti (sententia). Il periodo è basato sulla ipotassi senza frasi segmentate e ritmate. Contesta Seneca ed altri scrittori in quanto mancano del senso della misura e non cercano di persuadere il pubblico ma vogliono solo dilettarlo, tendono alla voluta di chi ascolta mentre un oratore deve docere, fidem facere e delectare. Finge di non accorgersi che le cose erano cambiate, ai suoi tempo lo scopo era il diletto, c’era la volontà di strappare l’applauso (declamationes), il tempo però non era passato invano, il suo stile è vicino a Cicerone ma con delle differenze. La sintassi è meno ampia e complessa ma più mossa e variegata, c’è una maggiore concentrazione, più rapidità e incisività del pensiero. È in equilibrio tra Cicerone e lo stile modernizzatore.