Institutio Oratoria: È un’opera divisa in 12 libri, il cui titolo vuol dire letteralmente “formazione dell’oratore”; infatti è un vero e proprio manuale per la formazione di un perfetto oratore e per questo Quintiliano è considerato il primo studioso di pedagogia.
L’opera è preceduta da una lettera indirizzata all’editore, in cui Quintiliano spiega come l’ha fatta, il tempo (due anni) che ha impiegato per la stesura, il valore, i fini e la dedica a Vittorio Marcello, un avvocato suo amico.
L’oratore, secondo Quintiliano, deve saper, prima di tutto, parlare in pubblico, ma deve anche essere un uomo ricco di virtù morali, buono, generoso, altruista, deve sapersi vestire bene e usare un linguaggio corretto anche nella vita privata: se fosse disonesto, infatti, nessuno gli crederebbe. Secondo la filosofia, un oratore deve vivere solitario, dedicandosi alla meditazione e alla riflessione; secondo Quintiliano, invece, esso deve vivere a contatto con gli altri uomini, fare attività politica e cercare di risolvere problemi pratici. Le critiche mosse a Quintiliano sono proprio riferite al fatto che un uomo con tutte queste caratteristiche e nemmeno un difetto non esiste realmente; egli però risponde che, pur essendo vero questo, l’uomo deve sempre mirare al massimo per poter migliorare costantemente.
De causis corruptae eloquentiae è un’opera perduta. Nel trattato Quintiliano imputava le “cause della corruzione dell’eloquenza”(la cattiva capacità oratoria) alla scarsa preparazione culturale di insegnanti e allievi.