Satyricon: Opera scritta alla metà del I secolo durante l’Impero di Nerone. Il nome rimanda alla satira menippea, misto di prosa e versi, della tradizione greca e alla figura dei satiri famosi per la loro lascivia. L’opera non segue un preciso genere letterario ma è una parodia del genere romanzo greco. Petronio sostituisce alla coppia del romanzo greco una coppia omosessuale, formata da Encolpio e Gitone; i due sono accompagnati, durante un lungo viaggio in cerca di avventure per lo più erotiche, da Ascilto e da Eumolpo. La vicenda è ambientata dapprima a Marsiglia, poi a Napoli e infine a Crotone. A parte la scelta di una coppia omosessuale, l’elemento parodico va ricercato sia nella mancanza di serietà e di moralità dei personaggi sia nell’assenza della benché minima castità nelle vicende narrate.
Il racconto ha inizio nella scuola di un retore, Agamennone: qui Encolpio, che è in viaggio con Gitone e con Ascilto, discute con Agamennone sulla decadenza dell’arte del dire. Appena più tardi, Encolpio e Ascilto sono al mercato, dove riescono a sbarazzarsi di un mantello rubato e a ritrovare la tunica che era stata loro sottratta e che conteneva il loro gruzzolo. Rientrati in albergo i tre ricevono l’invito per una cerimonia in cui bisogna placare l’ira del dio Priapo; ma dalla cerimonia troppo lunga i tre riescono a svignarsela grazie al servo di Agamennone, che giunge per annunziare che sono stati invitati a cena da Trimalchione, un liberto arricchito. La cena procede tra il susseguirsi delle portate e il vino abbondante, che fa cadere il padrone di casa nell’ebbrezza e subito dopo nella tristezza: i discorsi vertono ora sulla morte e Trimalchione legge il suo testamento. Segue una gran confusione, approfittando della quale il terzetto se la dà a gambe. Nella parte successiva Encolpio rimane solo e in una pinacoteca incontra Eumolpo; insieme visitano la pinacoteca e discutono sulla decadenza delle arti. Poco dopo ricompaiono Gitone e Ascilto. La narrazione procede attraverso altre avventure fin quando il gruppo si imbarca sulla nave di Lica e di Trifena, due coniugi dissoluti. In seguito a una tempesta la nave viene spinta sulle coste di Crotone: qui Encolpio si innamora di Circe, una bella fanciulla che non riesce a conquistare per l’ostinata ira di Priapo. L’ultima parte dell’opera tratta della guerra civile tra Cesare e Pompeo.