Nei suoi componimenti la parola che non si limita a descrivere ma evoca, crea, la realtà. Il poeta assume, dunque, un ruolo quasi magico ed esoterico per via della sua capacità di esprimere l'inconoscibile e indicibile nel mondo. Sono queste le caratteristiche che fanno di Ungaretti il poeta considerato il precursore dell’ermetismo. Gli ermetici, infatti, consideravano la poesia come un modo per fissare sulla pagina i frammenti di verità che gli erano stati rivelati durante momenti di grazia. La loro ricerca, che passa attraverso un utilizzo evocativo della parola e l’impiego di figure retoriche come la sinestesia, li vede sempre lontani dalla vita sociale, condannati ad una solitudine morale. Ad aggravare il senso di solitudine e di mistero intervengono altri elementi: l'incomunicabilità, cioè l'incapacità e l'impossibilità di un colloquio fiducioso ed aperto con gli altri; l'alienazione, ossia la coscienza di essere ridotti ad un ingranaggio nella moderna civiltà di massa, strumentalizzati per fini più o meno celati; la frustrazione, la coscienza del contrasto tra una realtà quotidiana sempre banale e deludente e l'ideale di una vita diversa ma irrealizzabile.