Il
capitolo 20 dei Promessi Sposi si apre con una descrizione del castello dell’Innominato, una vera e propria fortezza dall’aria tetra e austera situata in cima ad un monte e da cui è possibile sorvegliare ogni via d’accesso. Proprio alle pendici del monte vie è la locanda della Malanotte da cui Don Rodrigo, dopo aver lasciato le armi e abbandonato la sua scorta, parte alla volta del castello portando con sé solo il Griso.
Alessandro Manzoni passa quindi a descrivere l’Innominato: un uomo bruno con pochi capelli bianchi e con un volto che, nonostante le rughe, sprigiona una forza persino superiore a quella di un ragazzo. Dopo aver ascoltato la richiesta di Don Rodrigo egli accetta e decide di coinvolgere nei suoi piani un suo amico, Egidio, che abita nei pressi del convento di Monza e che il lettore ha già incontrato nel capitolo dieci. La determinazione dell’Innominato, però, viene meno poco dopo quando, rimasto solo, l’uomo scopre dentro di sé non un vero e proprio pentimento, ma una certa uggia legata al senso di inquietudine che da un po’ di tempo a quella parte lo aveva colto. Il pensiero della morte, infatti, in quei giorni si era spesso accompagnato a quello delle sue malefatte di cui temeva di dover rendere conto a un Dio che, se da una parte non riconosceva, dall’altra non si sentiva di negare.
Ciononostante manda a chiamare il Nibbio, il più fidato dei suoi bravi, allo scopo di inviarlo presso Egidio che, grazie al potere conferitogli dall’uccisione della novizia che aveva scoperto la sua relazione con Gertrude, riesce a convincere la Monaca di Monza a collaborare. Così il piano prende vita e
Lucia, come stabilito, viene mandata dalla sua soccorritrice a chiamare il padre guardiano. La giovane, impaurita dalla strada deserta, ubbidisce e lungo il tragitto viene avvicinata da due uomini che, fingendo di domandarle la strada per Monza, riescono a rapirla. L’angoscia e il terrore sono tali da far perdere i sensi alla ragazza che, una volta rinvenuta, trova un po’ di conforto nella preghiera. Nel frattempo
l’Innominato, ancora inquieto, è in attesa della carrozza e, appena la vede arrivare, manda una vecchia portantina a prendere Lucia affinché la consoli e la conduca al castello.
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