Giovanni Pascoli: appunti e riassunti Ripassa con noi la vita la poetica e le opere di Giovanni Pascoli. Ecco tutti i riassunti utili anche come bigliettini Tutte le foto 3 / 5 Precedente Successiva La poetica e le opere La voce del poeta che coincide con quella fanciullo che ognuno ha dentro di sé: è lo sguardo del bambino che vede le cose come per la prima volta, con stupore, e ne evidenzia gli aspetti più nascosti. Così Pascoli definisce il poeta-fanciullo "veggente", colui che può conoscere l'ignoto, il mistero. Questa poetica si riallaccia al pensiero di G.B. Vico, secondo cui la storia è divisa in tre cicli, come la vita dell'uomo, e solamente nel primo ciclo, paragonato all'infanzia, l'uomo è in grado di essere felice ed inseguire i propri sogni. Occorre però ricordare che per Pascoli, come per altri artisti decadenti, il poeta non ha impegni né morali né sociali e scrive in modo disinteressato, anche se il fanciullino invita alla fratellanza tra gli uomini, induce alla bontà e all'amore. Questa concezione riflette pienamente il suo socialismo umanitario, utopistico, patriottico. Pascoli infatti rifiuta la divisione in classi, e la conseguente lotta che ne scaturisce; questo si riflette anche nel modo di vedere il mondo senza fare classificazioni di sorta come invece accadeva nel classicismo in cui venivano cantati solo argomenti elevati, sublimi. Per lui anche il più piccolo oggetto può essere carico di poesia : la poesia è anche nelle piccole cose. La visione pessimistica del mondo che si è sviluppata nel poeta dopo l'assassinio del padre fa comunque di lui un esponente del decadentismo affetto dalla sfiducia verso la scienza come strumento di conoscenza. Pascoli si vede quindi come una creatura privilegiata, resa superiore dalla sofferenza e dal dolore che domina la terra, e sente di dover rendere esemplare la propria tragedia insegnando il perdono ed esplicitando i legami fra le cose, le corrispondenze che non possono essere colte secondo una logica razionale e positivistica. Per questo piante, oggetti e animali si caricano di significati umani, cantabili nelle poesie con l'aiuto di figure retoriche, quali sinestesie, analogie e onomatopee. Da questo punto di vista Pascoli è da considerare un poeta simbolista dato che ogni oggetto nei suoi versi viene percepito in modo isolato, cosicché attraverso l'immaginazione, il ricordo, le esperienze passate ne viene fatto un simbolo.