Pietro Bembo è nato a Venezia il 20 maggio 1470 e
morto a Roma il 18 gennaio 1547. Cardinale, scrittore, grammatico e umanista, viene ricordato in modo particolare per essere stato il primo a cercare di stabilire le
nuove regole della Lingua italiana e per aver contribuito alla diffusione del modello poetico petrarchista. Da bambino ha seguito il padre, che era senatore della Serenissima, a Firenze, dove ha imparato la lingua toscana.
Dal 1492 al 1494 ha studiato greco a Messina presso l'ellenista Costantino Lascaris. Tornato a Venezia, ha collaborato con Aldo Manuzio. Ha esordito come scrittore nel 1495 con la pubblicazione del dialogo latino
De Aetna ad Angelum Gabrielem liber, nel quale ha raccontato il suo
soggiorno in Sicilia. Si è laureato all'Università di Padova e poi ha studiato alla corte di Ferrara, dove ha conosciuto
Ludovico Ariosto. Nel 1502 è tornato a Ferrara dove ha conosciuto
Lucrezia Borgia, moglie di Alfonso d'Este, con la quale ha avuto una relazione. Nel 1505, quando la peste ha colpito la città, ha deciso di trasferirsi. Tra il 1506 e il 1512 ha vissuto ad Urbino, dove ha iniziato a scrivere le
Prose della volgar lingua. Nel 1513 si è trasferito a Roma per
seguire Giulio de' Medici, il futuro papa Clemente VII, ed è diventato segretario di papa Leone X. Nel 1521 si è trasferito a Padova, dove abitava la sua amante Faustina Morosina della Torre.
Nel 1525 ha finalmente pubblicato a Venezia le
Prose della volgar lingua. Nel 1529 è tornato a Venezia dove ha lavorato come
storiografo della Repubblica di Venezia e
bibliotecario della Biblioteca Marciana. Nel 1539 si è trasferito a Roma dopo aver ottenuto la
berretta cardinalizia da papa Paolo III. Si è quindi dedicato alla teologia e alla storia classica. In seguito è stato
eletto vescovo di Gubbio e poi di Bergamo. E' morto all'età di 76 anni ed è stato sepolto a Roma nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva.
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