Moliere è
nato a Parigi il 15 gennaio 1622 e morto a Parigi il 17 febbraio 1673. Commediografo francese, era figlio di Jean Poquelin e di Marie Cressé.
Ha avuto un'infanzia agiata, grazie alla professione del padre (tappezziere ordinario di Luigi XIII) e alla dote generosa portata dalla madre, di cui è rimasto orfano all'età di 10 anni.
Moliere è stato mandato a studiare al collegio Clermont, che accoglieva il fior fiore della nobiltà parigina. Ha poi studiato diritto a Orléans, ma la professione di avvocato non gli era congeniale.
Nel 1643 ha conosciuto i comici Béjart, a cui si è legato in nome del comune amore per il teatro. Nello stesso annoMoliere ha formato con i Béjart la
compagnia dell'Illustre-Théâtre che, nei primi tempi, è stata diretta da Madeleine Béjart. Nel giro di due anni, dopo continue traversie, la compagnia si è sciolta.
Moliere ha passato anni difficili: nel 1645 è stato alcuni mesi in carcere per debiti e poi ha lasciato Parigi per la provincia.
Ha riformato la compagnia a Bordeaux dove è stato raggiunto da Madeleine Béjart e ha recitato a Tolosa, Albi, Carcassonne, Nantes, Grenoble, Avignone, Rouen, ecc. Le sue farse, ispirate alla
Commedia dell'Arte italiana che fin da ragazzo andava ad ammirare al Pont-Neuf, hanno avuto molto successo e dopo 13 anni di lontananza, ha deciso di tornate a Parigi, dove il 24 ottobre 1658 ha rappresentato, davanti a Luigi XIV, il Nicomède di Corneille e una sua farsa,
L'amour médecin. Il sovrano si è divertito moltissimo, tanto da concedere al commediografo e capocomico l'uso, a giorni alterni con gli Italiani, della
sala del Petit-Bourbon. Moliere vi ha recitato Corneille, ma non ha avuto successo. Ne ha avuto invece moltissimo con le sue opere
L'étourdi (1655; Lo stordito),
Les précieuses ridicules (1659; Le preziose ridicole),
Sganarelle ou le cocu imaginaire (1660; Sganarello o il cornuto immaginario). Demolita nel 1660 la sala del Petit-Bourbon, la troupe, per intervento del re, ha potuto usare la
sala del Palais-Royal, dove nel 1661 ha trionfato con
Le depit amoureux (Il dispetto amoroso) e con
L'école des maris (La scuola dei mariti) tratta dagli Adelfi di Terenzio.
L'anno dopo Moliere ha sposato Armande Béjart, sorella minore di Madeleine, di cui un tempo era stato l'amante. Il matrimonio, per l'eccessiva differenza d'età, non è stato felice. Armande era tanto vivace e smaniosa di vivere quanto Moliere era ormai propenso alla meditazione. Sul finire del 1662, Moliere ha rappresentato
L'école des femmes (La scuola delle mogli), che è stata insieme un successo e uno scandalo.
Il re si è dichiarato a favore di Moliere che aveva rappresentato nella Scuola delle mogli i pericoli dell'amore in un matrimonio di disparata età (parlava anche per sé), tema che ha ripreso nel
Mariage forcé (1664; Il matrimonio per forza). A quest'opera comica ha fatto seguire, il 12 maggio 1664, una delle sue commedie più polemiche,
Tartuffe (Tartufo), la commedia che ha ferito a morte gli ipocriti, i falsi devoti. Al re la commedia era piaciuta, ma su richiesta di Anna d'Austria e dell'arcivescovo di Parigi ne ha vietato la rappresentazione.
Moliere ha supplicato il re di consentire la rappresentazione del Tartufo, ma ha ottenuto solo di poterlo dare in spettacoli privati, non essendo auspicabile la guerra aperta alla Chiesa. Stessa accoglienza ha avuto
Don Juan ou le festin de pierre (1665; Don Giovanni o il convitato di pietra), anch'essa ritirata per nuove presunte offese ai principi della Chiesa. Il re, per ripagare Moliere di tanta ostilità, gli ha concesso
6.000 lire annuali di pensione e l'autorizzazione a fregiare la sua troupe del titolo di "
Compagnia del re". Amareggiato ma non vinto, Moliere ha scritto e rappresentato
Le médecin malgré lui (1666; Il medico per forza),
Le misanthrope (1666; Il misantropo),
Amphitryon (1668; Anfitrione),
L'avare (1668; L'avaro),
George Dandin ou le Mari confondu (1668) e
Le bourgeois gentilhomme (1670; Il borghese gentiluomo). Nonostante la sua salute, declinante, lo portasse a frequenti malumori, a ombrosità, all'incapacità di sopportare dispetti e intrighi in mezzo ai quali aveva pur sempre navigato,
Moliere continuava a lavorare con accanimento. Ha scritto e rappresentato
Les fourberies de Scapin (1671; Le furberie di Scapino) ed ha avuto fortuna, se pur breve, con
Les femmes savantes (1672; Le donne saccenti). Subito dopo ha preparato una delle sue farse più feroci contro la medicina nutrita dalla sua rabbia di eterno malato:
Le malade imaginaire (1673; Il malato immaginario). Il successo è stato enorme. Alla quarta rappresentazione (17 febbraio 1673)
Moliere si è sentito male in scena, ma è riuscito, con le risorse del mestiere, a mascherare la sofferenza.
E' morto a casa, solo, senza l'assistenza della moglie e senza la presenza di amici, corsi a cercarla, e neppure il solo prete a cui ha acconsentito di accorrere al suo capezzale (altri due chiamati prima avevano rifiutato) è arrivato in tempo.
Morto quindi senza confessione, gli è stata rifiutata la sepoltura che, per il successivo intervento del re, gli è stata infine concessa. La scomparsa di Moliere, la cui vita si è aperta e conclusa nel segno del teatro, ha creato
disagio alla compagnia, che la vedova ha cercato di mantenere unita, aiutata nella direzione da La Grange.