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27 Gennaio 1922: muore Giovanni Verga

27 Gennaio 1922: muore Giovanni Verga

Giovanni Carmelo Verga è nato a Catania il 2 settembre 1840 e morto a Catania il 27 gennaio 1922. Scrittore e drammaturgo, è considerato il principale esponente della corrente letteraria del verismo. Giovanni Battista Verga Catalano, padre dello scrittore, apparteneva al ramo cadetto della famiglia dei Baroni di Fontanabianca. Aveva sposato Caterina di Mauro e si era trasferito a Vizzini, nei pressi di Catania. Dopo la sua nascita, Giovanni Verga ha trascorso la giovinezza tra Catania e Vizzini, a contatto con quell’ambiente rustico e contadino che ha avuto uno spazio ampio nelle sue opere. Sulla sua formazione culturale hanno avuto influsso sia le rivolte sociali del tempo, sia le idee del primo maestro, il repubblicano e mazziniano, Antonino Abate. Nel 1858 si è iscritto alla Facoltà di Legge presso l’Università di Catania ed ha proseguito i primi tentativi letterari, dopo “Amore e patria”, romanzo del 1857. Nel 1861, dopo una sfortunata parentesi militare, ha abbandonato gli studi e si è dedicato alla letteratura. Quattro anni dopo ha scritto “Una peccatrice”. Per alcuni anni ha soggiornato a Firenze, allora capitale d’Italia, ma non ha ottenuto il successo desiderato, quindi è tornato a Catania e, pochi anni dopo, ha deciso di trasferirsi a Milano. Dal 1872 è iniziata la sua maturità artistica che ha visto la creazione delle opere più importanti: “Storia di una capinera”, “Vita dei campi” e nel 1881 “I Malavoglia”, pubblicati da Treves. Sempre a Milano, nel 1884, Verga ha ottenuto un grandissimo trionfo con il teatro, con la “Cavalleria rusticana”, unico grande trionfo della sua vita. Nel 1893 ha avuto rivalsa contro Pietro Mascagni che aveva musicato la “Cavalleria rusticana” ed ha ottenuto dal tribunale un buon risarcimento economico. Con la fine del secolo sono iniziati gravi anni di crisi politica e sociale e con l'inizio del governo Giolitti, non amato da Verga, lo scrittore ha deciso di ritirarsi a Catania. Arrivato a 80 anni ha visto riconosciuta la sua gloria dalla cultura accademica. Il 3 ottobre 1921 è stato nominato senatore a vita. Pochi mesi dopo è morto per un attacco di trombosi.

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